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L'intervista

Diagnosi precoce: l'arma vincente. Parla la dottoressa Elena Di Caprera

Il cancro al seno è la neoplasia più frequente nelle donne e rappresenta il 30% dei tumori maligni. L'approfondimento con la dottoressa Di Caprera, medico radiologo a Città Bianca di Veroli

Diagnosi precoce: l'arma vincente. Parla la dottoressa Elena Di Caprera

Ecografia mammaria e mammografia sono i principali esami ai quali bisogna sottoporsi regolarmente

Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno, la neoplasia più diagnosticata nelle donne. In base ai dati riportati dal ministero della Salute, un tumore maligno ogni tre, cioè il 30%, è infatti un tumore mammario. Dalla fine degli anni novanta si osserva una continua tendenza alla diminuzione della mortalità per carcinoma mammario pari al -0,8% all'anno. Questo quadro positivo è attribuibile a un'anticipazione diagnostica, data dalla una maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce, e anche ai progressi terapeutici.

La prevenzione, dunque, rappresenta certamente l'arma principale per combattere questo cancro, come gli altri tipi di neoplasia. In quest'ottica sono fondamentali uno stile di vita sano e controlli regolari. A illustrare i percorsi di prevenzione e controllo la dottoressa Elena Di Caprera, medico radiologo, che si occupa di diagnostica senologica, quindi di prevenzione e diagnosi in quest'ambito, nella casa di cura INI Città Bianca di Veroli.

Dottoressa Di Caprera, quali iniziative propone Città Bianca per il mese della prevenzione senologica?
«Città Bianca propone pacchetti di prevenzione comprendenti mammografia, ecografia, visita senologica e, per chi già in menopausa MOC, in un'unica seduta. Sempre attivo il servizio "Sos", una sorta di pronto soccorso senologico accessibile in tutte le cliniche del gruppo INI, che si propone di visitare gratuitamente pazienti che abbiamo sintomi clinici o pazienti che desiderano avere un secondo parere relativo a un esame effettuato anche in altra sede. È possibile, inoltre, avere un contatto diretto con un chirurgo in due sedi che collaborano con il gruppo INI, cioè policlinico Gemelli e Villa Tiberia Hospital. Qualora necessario, è possibile effettuare in sede biopsie o interventi chirurgi, radioterapia e oncologia, in convenzione con il Servizio sanitario nazionale».

A che età è consigliabile effettuare il primo controllo?
L'ecografia mammaria può essere eseguita a qualsiasi età, anche a pazienti giovanissime. Si può consigliare già dai 15-16 anni se fanno terapia ormonale con pillola o se hanno familiarità per tumore al seno. Per la mammografia convenzionalmente in Italia si inizia a 40 anni, anticipando a 35 in caso di familiarità».

Con quale frequenza bisogna sottoporsi ai controlli?
«Una volta all'anno mammografia ed ecografia vanno fatte insieme, dallo stesso medico, che in un'unica soluzione valuta comparativamente. I due esami forniscono informazioni diagnostiche diverse per cui è indispensabile che vengano effettuati insieme. Qualora necessario sia mammografia che ecografia possono essere ripetibili a sei mesi».

In ambito tecnologico quali sono i progressi nella diagnostica?
«Per la diagnosi di primo livello il massimo è la mammografia in 3D, ovvero timosintesi, di cui disponiamo a Città Bianca. Un altro importante strumento diagnostico è la sonda ecografica ottimizzata per lo studio della ghiandola mammaria, e anche in questo caso Città Bianca offre a medici e pazienti il massimo in termini tecnologici».

In caso di insorgenza di un tumore, in che misura fa la differenza la diagnosi precoce?
«La diagnosi precoce fa la differenza totale in termini di prognosi e sopravvivenza a lungo termine. Con la diagnosi precoce, siamo arrivati a sfiorare il cento per cento in termini di guarigione da malattia e sopravvivenza a lungo e breve termine, con dati sovrapponibili statisticamente alla media delle donne che non hanno avuto tumore al seno».

Quali sono i principali fattori di rischio del tumore al seno?
«I principali fattori di rischio sono costituiti dalla familiarità e da terapie estro/progestiniche. Tutti gli altri fattori di rischio minori concorrono ma non pesano tanto quanto la familiarità, quindi uno o più casi di tumore al seno, all'utero o alle ovaie in famiglia, e sono quelli che contribuiscono anche all'insorgenza di altre tipologie tumorali, come il fumo o l'esposizione a cancerogeni ambientali, ma la familiarità è sicuramente ciò che più ci mette in allarme».

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