Spazio satira
La storia
29.09.2023 - 13:00
Aveva offeso su Facebook una ex consigliera comunale di Milano. «Cose orribili» le aveva definite la vittima Sumaya Abdel Kader, sociologa, nata in Italia da una famiglia di immigrati, e di religione islamica, che aveva presentato denuncia. Così era scattato un procedimento a carico del frusinate M.S., 32 anni, per violazione della legge Mancino in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Alla fine i due si sono riappacificati, lei non ha voluto costituirsi parte civile, né i danni, ma ha solo chiesto che lui affrontasse un percorso di ravvedimento, impegnandosi nell'assistenza ai profughi e che si scusasse pubblicamente. E così è stato.
Il frusinate, assistito dall'avvocato Anna Maria Buttarazzi, ha chiesto e ottenuto la messa alla prova. In questo modo ha svolto lavori di pubblica utilità. Ed ora che il percorso è stato completato, il giudice del tribunale di Frosinone ha formalizzato l'estinzione del reato. Una storia a lieto fine con reciproca soddisfazione. L'uomo era finito nei guai per dei post su Facebook che hanno ottenuto 349 visualizzazioni e 82 commenti di gradimento. Uno di questi prendeva di mira Abdel Qader, non nuova a subire questo tipo di attacchi. La sociologa, stanca di subire offese sul web, aveva deciso di sporgere querela attraverso l'avvocato Paolo Oddi.
Era stata la stessa Sumaya con un post a spiegare le sue ragioni: «Anni fa fui oggetto di minacce, insulti pesanti, attacchi alla mia persona, stalking, diffamazioni a mezzo stampa, e così via, per il solo motivo di essermi candidata al consiglio comunale a Milano, vincendo con oltre mille preferenze di cittadini milanesi. La mia "colpa" per alcuni era di essere musulmana, con il hijab, figlia di immigrati, proveniente da un percorso di attivismo nella comunità musulmana italiana (come anche nel sociale, nel campo dei diritti delle donne)». Con il passare del tempo, però, succede qualcosa. I due si scambiano dei messaggi, si incontrano sul web e il frusinate fa ammenda.
Per due volte a settimana si è impegnato nella cooperativa Diaconia, evitando il processo. Quindi, terminato il periodo di servizi di pubblica utilità, ha ottenuto di chiudere la vicenda. Tuttavia, nell'ambito del percorso avviato, l'uomo ha scritto delle pubbliche scuse, sempre su Facebook, ospitate nella pagina dell'ex consigliera comunale, e ha effettuato una donazione simbolica in favore dell'associazione Refugees Welcome Italy.
Lui le aveva scritto questo: «Cara Sumaya ti porgo le mie più sincere e sentite scuse per tutto ciò che ho postato contro di te sul mio profilo Facebook nel febbraio-dicembre 2017. Grazie per non aver cercato la vendetta ma il perdono, il perdono è alla base di ogni cosa per essere forti e tu lo sei. Sei veramente un passo avanti per il nobile gesto che hai fatto nei miei confronti, dandomi una seconda occasione. Avendo avuto modo di parlare con te, ho constatato che sei una persona di grande spessore, umano e professionale, una brava persona, umile ed aperta al dialogo con chiunque... Siamo esseri umani, tutti uguali, anche nelle nostre diversità, per etnia, per religione, per il colore della pelle, orientamento sessuale o altro. Tuttavia, con te e grazie a te ho ben compreso che queste diversità non devono farci paura, anzi devono essere un'opportunità per farci avvicinare l'un l'altro perché siamo tutti fratelli e sorelle. Scusa ancora, ho scritto e postato cose contro esseri umani e contro di te, senza nemmeno conoscervi, cose di cui sono sinceramente pentito, che non penso assolutamente. Oggi che ti conosco confermo che sei una bellissima persona. Ti abbraccio virtualmente, sperando di poterlo fare presto di persona. Grazie di vero cuore. M.S.».
Sulle scuse, l'ex consigliera aveva scritto: «Ho scelto di pubblicarle direttamente sul mio profilo e mantenere riservata la sua identità e tutelarla dai rischi di aggressioni o polemiche o altro che potesse far girare il suo nome mettendolo in difficoltà. Non è quello che volevo. Volevo che capisse il suo errore e cambiasse. M.S. sembra ravveduto. Me lo auguro e glielo auguro. Grazie M., accetto le tue scuse. Fai buona vita». Quindi, in un'intervista aveva aggiunto: «È importante che abbia capito cosa ha fatto, che lavori su se stesso per cambiare sguardo sugli altri e sui temi dell'immigrazione, che poi era l'argomento dei post».
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