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Delitto di via Pascoli

Omicidio di Cassino, ora la perizia psichiatrica per Sandro Di Carlo

La procura vuole valutare se sia capace di intendere e di volere. E di sostenere un processo. Udienza fissata per domani mattina. Intanto proseguono le indagini

Omicidio di Cassino, ora la perizia psichiatrica per Sandro Di Carlo

Omicidio di Yirel Peña Santana La procura vuole valutare le condizioni di Sandro Di Carlo

Delitto di via Pascoli, fissato l'incidente probatorio per Sandro Di Carlo, l'operaio di 26 anni ritenuto dalla procura l'autore dell'efferato omicidio. Domani mattina, infatti, su richiesta della stessa procura si ricorrerà a questo strumento processuale per stabilire se il giovane sia capace di intendere e di volere, se lo fosse al momento del contestato delitto e se possa affrontare un processo. Un punto importante per la pubblica accusa, che sembrerebbe aver individuato già a poche ore dall'omicidio di Yirel Peña Santana una pista chiara.

La ricostruzione
La giovane dominicana che in quell'appartamento avrebbe soggiornato due o tre settimane al massimo sarebbe stata picchiata selvaggiamente prima di essere accoltellata. Calci e pugni: una violenza visibile a occhio nudo sul corpo di Yirel. Che è stata azzittita, affinché le sue grida non uscissero da quelle quattro mura.
Poi i colpi fatali: alcuni di striscio, quattro invece andati a segno. Secondo le primissime indiscrezioni, il fendente che ha portato alla morte della giovane dominicana le avrebbe perforato un polmone. Una morte sopraggiunta qualche ora dopo, in un lago di sangue.

Quella che in prima battuta è stata sequestrata ritenendo che fosse l'arma del delitto - un coltellino a serramanico - è risultata invece incompatibile con le ferite rilevate durante l'autopsia, i cui esiti sono attesi a fine giugno.
La polizia - gli agenti della Squadra mobile di Frosinone coordinati dal dottor Genovesi e i colleghi del commissariato di Cassino della dottoressa Maffei (con la squadra di Pg del sostituto commissario Donatelli e la Scientifica) - non ha mollato la presa. E le ricerche dell'arma del delitto sono ancora in corso. Così come gli accertamenti su molti altri aspetti del delicato caso.
Ma se a 18 giorni dal delitto di via Pascoli le cause della morte della dominicana appaiono nitide, resta ancora un nodo fondamentale: il movente.

Gli inquirenti si starebbero concentrando ancora sulla pista personale: esclusa subito l'ipotesi di una rapina finita male. Ecco perché l'analisi dei cellulari sia della vittima che dell'operaio "incastrato" da un'impronta di sangue, è apparsa e resta cruciale nelle indagini per stabilire se i due si conoscessero, se vi fossero questioni in sospeso oppure no. Il loro contenuto potrà raccontare molto sulle abitudini del ventiseienne - che durante l'interrogatorio davanti al gip si è professato innocente - e sulle ultime ore: sia quelle dell'arrestato che della vittima.

A portare gli inquirenti dritti al giovane operaio è stata l'impronta palmare insanguinata isolata sul muro ai piedi del quale giaceva Yirel, riferibile per la magistratura all'autore del delitto. «Il riscontro è stato inserito all'interno della banca dati Afis e ha restituito un match con un soggetto residente a Cassino – avevano sottolineato durante la conferenza stampa – Da quanto emerso, il sostituto procuratore Siravo ha ritenuto sufficienti gli indizi a carico del giovane, nei confronti del quale è stato disposto il fermo».
Ancora nessuna novità, invece, per i funerali: la madre di Yirel, la signora Lucia, sta attendendo risposte dal consolato con cui è in contatto diretto l'avvocato Marco Rossini. Poi la scelta del posto (Genova o Cassino) dove darle una degna sepoltura.

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