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Economia

Reddito di cittadinanza. Le domande diminuiscono del 30%

Nel Frusinate i beneficiari avevano raggiunto la cifra record di 31.514 nel 2021. Ma ora sono scesi a 20.529. Le pensioni sono 1.128

Reddito di cittadinanza. Le domande diminuiscono del 30%

I numeri di reddito e pensione di cittadinanza in provincia di Frosinone e nella regione Lazio

Nei primi due mesi del 2023 reddito di cittadinanza a picco. In Ciociaria, come nel resto d'Italia, si assiste a un crollo delle domande per il sussidio. Due numeri su tutti spiccano: nel 2021, nel Frusinate, i nuclei interessati erano 14.540 e i percettori 31.514 - record da quando esiste il sostegno al reddito - mentre nel primo bimestre di quest'anno si contano 9.918 nuclei interessati per un totale di 20.529 persone. Se non altro, per chi ancora percepisce il reddito di cittadinanza, si registra una leggera crescita dell'importo che passa da una media di 574,03 a 586,56 euro.

Da quando la misura è stata introdotta si era assistito a una crescita continua, almeno fino al 2021. Dando uno sguardo ai numeri diffusi dall'osservatorio dell'Inps, nel 2019 si avevano in provincia di Frosinone 22.495 percettori di reddito di cittadinanza per 9.294 nuclei. L'importo medio era di 533,99 euro. L'anno dopo erano 29.656 le persone e 12.946 i nuclei, quindi i numeri record del 2021 (31.514 e 14.540) e un assegno da 571,03. Da lì la discesa con 29.492 individui e 14.017 nuclei interessati, ma con importo leggermente più alto a 574,03 euro.

Rispetto al 2022, pertanto, nei primi mesi del 2023 i percettori di reddito di cittadinanza sono diminuiti del 30,39%. Una contrazione, comunque, inferiore al dato nazionale, attestato a un meno 65%, e anche del dato regionale, che segna un meno 36,22%. Nel Lazio i percettori di reddito di cittadinanza erano 201.800 nel 2019 poi lievitati a 359.290 nel 2021. Da lì c'è stata la discesa, prima a 338.767 nel 2022 e poi a 216.050 nel 2023. Nelle altre province del Lazio, a Latina i percettori di reddito di cittadinanza sono 24.034 contro i 35.468 dell'anno precedente e i 38.420 del 2021. A Viterbo sono 10.028 ma erano 15.203 fino all'anno scorso e 17.107 nel 2021. A Rieti sono 4.756 a dispetto degli 8.600 del 2021 e dei 7.511 del 2022. Fa corsa a sè Roma che ne ha 156.713 ma erano arrivati fino a 263.649 nel 2021.

Nel conto dell'Istat ci sono pure le pensioni di cittadinanza. In Ciociaria sono passate da 1.323 nel 2019 a 1.529 l'anno dopo a 1.634 nel 2021 per poi degradare a 1.419 e a 1.128. L'importo mensile, invece, è cresciuto dagli iniziali 212,03 euro a 235,47 per poi progressivamente salire a 256,83, a 306,66 e a 324,87. Sulla diminuzione dei dati pesano alcuni fattori. Per prima cosa, va notato che, entro gennaio, andava presentata la dichiarazione sostitutiva unica per conservare il reddito (o eventualmente beneficiarne di uno nuovo). Questo significa che, sicuramente, come accaduto nel 2022, in molti non avranno fatto in tempo a presentare la domanda.

C'è poi un aspetto legato alla "rottamazione" del reddito di cittadinanza che al nuovo Governo non piace tanto che, nel 2024, andrà in soffitta. Da qui una sorta di perdita di interesse per una misura che da qui a fine anno terminerà di esistere e sarà sostituita da altro. Inoltre, sulla diminuzione pesa la stretta sui furbetti. I controlli delle forze dell'ordine sono stati intensificati e in tanti, che non ne avevano i requisiti, sono stati scoperti, denunciati e mandati sotto processo con la perdita del beneficio. In più, con la nuova legge di Bilancio i lavoratori considerati "occupabili" possono usufruire del bonus solo per sette mesi.

Sul fronte opposto c'è da considerare che se le domande di reddito di cittadinanza diminuiscono, dall'altro aumentano le persone che riescono a trovare un'occupazione regolare, perdendo così il diritto a conseguire l'aiuto. Rispetto al recente passato e soprattutto dopo gli effetti negativi conseguenti alla pandemia, il mercato del lavoro è in ripresa. Ma come si calcola il reddito di cittadinanza? Lo spiega l'Inps che chiarisce come il beneficio è dato dalla somma di «una componente a integrazione del reddito familiare» e di «un contributo (eventuale) per l'affitto o per il mutuo, sulla base delle informazioni rilevabili dall'Isee e dal modello di domanda».

In caso di abitazione in locazione, l'importo è pari al canone annuo di locazione fino a un massimo di 280 euro mensili per il reddito di cittadinanza e 150 euro mensili per la pensione di cittadinanza. In caso di mutuo, contratto per l'acquisto o la costruzione della casa di abitazione, la quota B è pari alla rata del mutuo fino a un massimo di 150 euro mensili per entrambe le agevolazioni. Complessivamente, non si potrà percepire un importo inferiore a 480 euro annui a titolo di integrazione al reddito e per locazione o mutuo. La decadenza del godimento della misura è prevista, oltre al termine dell'intero periodo dovuto, anche nei casi in cui venga meno uno dei requisiti economici e per violazione degli obblighi di comunicazione.

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