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Ceccano

Terreni del Sin. Un'ordinanza per far entrare i tecnici incaricati

Molti proprietari di terreni inclusi nel Sin rifiutano di fare entrare il personale incaricato dei sopralluoghi. Oltre seicento le particelle catastali interessate. Il commissario autorizza l’accesso per eseguire campionamenti e analisi

Terreni del Sin. Un'ordinanza per far entrare i tecnici incaricati

Per l’accesso sui terreni del Sin il commissario ha emanato un’ordinanza

Un’altra ordinanza, la seconda nell’arco di due mesi, per consentire ai tecnici della società incaricata e al personale della Regione Lazio, dell’Istituto zooprofilattico e dell’Istituto superiore di sanità di accedere ai terreni inclusi nell’area Sin per prelevare i campioni da sottoporre alle analisi chimiche. L’ha firmata martedì scorso il commissario straordinario del Comune, il viceprefetto Fabio Giombini, che ne aveva emanata un’altra simile a dicembre, quando alcuni proprietari dei fondi contaminati si erano rifiutati di consentire l’ingresso degli operatori incaricati di compiere i sopralluoghi. Con un ritardo ormai ventennale (la dichiarazione di emergenza socio-ambientale nella Valle del Sacco risale al lontano 2005 mentre il perimetro definitivo dell’area da bonificare, in totale 7.200 ettari, è stata definito un decennio più tardi, nel 2016), le fasi preliminari previste per il Sin “Bacino del fiume Sacco” stanno cominciando.

Per le operazioni di caratterizzazione e analisi di rischio delle zone inquinate la Regione Lazio ha incaricato la ditta “Samac Appalti Srl” di eseguire il campionamento e l’esame dei terreni lungo la fascia a ridosso del fiume. E l’azienda ha chiesto la collaborazione del Comune per consentire l’ingresso del personale autorizzato sui terreni in questione: si tratta di oltre seicento particelle catastali ricadenti in territorio ceccanese. Prima di procedere con le operazioni di bonifica vera e propria delle superfici contaminate dai veleni chimici riversati per decenni nel fiume (compreso il beta-esaclorocicloesano rinvenuto anche nel sangue di molti residenti lungo il corso del Sacco, da Colleferro fino a Ceprano), sono previsti alcuni interventi preliminari, come la messa in sicurezza, la caratterizzazione e l’analisi di rischio delle zone inquinate. Operazioni per le quali la Regione Lazio ha incaricato la “Samac Appalti Srl” a cui ha affidato il campionamento e le analisi dei terreni lungo le aree ripariali del Sin. Ditta che ha chiesto la collaborazione del Comune per consentire l’ingresso sui terreni in questione al personale autorizzato.

Già dai primi contatti con i proprietari degli appezzamenti coinvolti nel rilevamento, infatti, i tecnici hanno registrato problemi ad accedere ai terreni. In molti temono che le operazioni di bonifica comportino la sostanziale perdita delle loro proprietà o comunque l’impossibilità a utilizzarle ancora o a svolgere le consuete attività. Per questo più di qualcuno si è rifiutato di far accedere i tecnici incaricati dei sopralluoghi. Ora la nuova ordinanza del commissario, la numero 4 dell’11 febbraio, che impone “ai proprietari dei terreni/usufruttuari/titolari di servitù di passaggio, rientranti nell’area di campionamento ed analisi dei terreni delle aree ripariali del Sin Valle del Sacco (…) di permettere l’accesso sugli stessi terreni al personale della società Samac Appalti, al personale della Regione Lazio nonché al personale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana e dell’Istituto superiore di sanità”.

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