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L'incidente
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Atina
22.12.2025 - 14:00
La casa in questione
Audace furto all’interno di una casa del paese, dove la cittadinanza è già terribilmente scossa per le truffe telefoniche avvenute nella settimana appena trascorsa. Giovedì notte, ignoti hanno fatto razzia di radiatori, persiane e discendenti di una abitazione isolata, lungo via Capo di China, presso la contrada omonima. Nonostante la casa fosse illuminata da un lampione della rete pubblica, i ladri non hanno avuto preoccupazioni nel mettere a segno il furto di numerosi oggetti che, tra l’altro, pesanti e voluminosi. Infatti il bottino del colpo sono stati radiatori e persiane (quelle più accessibili) in alluminio, oltre ai discendenti in rame. La casa presa di mira era disabitata, perchè utilizzata dai proprietari, che risiedono in Scozia, soltanto durante le vacanze estive. Per compiere il raid è stato necessario un certo lasso di tempo, durante il quale i malviventi hanno adottato ogni cautela per smontare radiatori e persiane, visto che era impossibile agire senza far rumore. Nessun problema per caricare il materiale asportato.
Dopo avere divelto il sistema di chiusura del pesante cancello che dà sulla provinciale, i ladri sono entrati nell’aia antistante il fabbricato dove, forse utilizzando un capanno adiacente, hanno nascosto il mezzo utilizzato per trasportare la refurtiva. I malviventi sono entrati da una porta secondaria sul lato della casa, che accede alle cantine. Da qui sono saliti ai piani dove, nella piena oscurità, hanno compiuto l’azione criminale tenendo sotto controllo il traffico, scarsissimo in quelle ore notturne, e l’abitazione più vicina situata a distanza. Soltanto il mattino dopo, quando il sole ha illuminato la zona, coloro che giornalmente percorrono la provinciale hanno notato qualcosa di strano. Infatti, quasi tutte le finestre non avevano più le persiane. Lanciato l’allarme, un rapido sopralluogo ha fatto emergere la scorribanda dei ladri. Ai proprietari, non sono rimasti che la conta dei danni subiti e il costo per ripararli.
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