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Alatri

Lupi fanno strage di animali in periferia

Continui attacchi a stalle e recinti nella zona compresa tra Tecchiena, Mole Bisleti e Laguccio. Almeno nove le segnalazioni. La necessità di intervenire con azioni mirate di sterilizzazione

Lupi fanno strage di animali in periferia

L’ultimo attacco c’è stato venerdì scorso, in via Termini di Alatri, a confine con il capoluogo. Un pony è stato assalito da un branco di lupi, riportando gravi ferite poi curate dai veterinari. È soltanto uno dei tanti episodi che, da diversi mesi a questa parte, stanno funestando la campagna alatrense, nel “triangolo” compreso tra Tecchiena, Mole Bisleti e Laguccio, dove sono all’ordine del giorno le “incursioni” dei lupi nelle stalle e nei terreni recintati, arrivando a spingersi fin quasi sull’uscio delle abitazioni. Attacchi che portano devastazione e una lunga scia di animali morti, sgozzati tra pony, puledri, pecore, cani, galline, lepri, conigli. Quindi, non solo prede piccole, ma anche di media grandezza.

I casi denunciati di recente sono almeno 9, ma è possibile che la statistica non comprenda altre situazioni in cui il privato o l’allevatore abbia rinunciato a segnalare quanto successo. Gli avvistamenti parlano, almeno per quanto concerne la zona periferica sud di Alatri, di almeno tre “gruppi” in azione: un esemplare solitario, un branco composto da tre esemplari, una mamma con i suoi quattro cuccioli. Interessante notare, come riferisce la dottoressa Valentina Petrucci, dirigente medico veterinario presso l’Asl di Frosinone, area Nord, presidio di Alatri, che i lupi abbiano le loro tane in aree molto urbanizzate, in prossimità delle case, senza aver timore di incrociare l’uomo. Il fenomeno è deflagrato recentemente, ma risale ai tempi della pandemia, quando la minore mobilità delle persone ha spinto dapprima i cinghiali a spostarsi verso i centri urbani, seguiti a loro volta dai lupi, che hanno iniziato a esplorare nuovi territori, mostrando un’ottima capacità di adattamento: hanno imparato a muoversi anche in paesaggi modificati dall’uomo, cambiando le loro abitudini di caccia in base alle prede disponibili. Con tutto ciò che ne consegue. La dottoressa Petrucci evidenzia come sia necessaria una forte opera di selezione da parte delle autorità, arrivando a sterilizzare i giovani maschi, pena un continuo aumento dei lupi e ulteriori stragi di animali da cortile.

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