Spazio satira
L'intervista
03.02.2022 - 20:00
Giusy Ferreri
Un magico e dolce viaggio in attesa che torni l'amore. Sono le parole utilizzate da Giusy Ferreri per raccontare il brano "Miele" con cui è in gara al Festival di Sanremo. Un brano dal mood un po' retrò che lascia pensare ai tempi passati. Un momento che viene rievocato anche dall'ambientazione scenica con l'utilizzo, in due momenti, del megafono. «"Miele" è una parentesi musicale romantica dal sapore retrò – ha spiegato Giusy Ferreri – Quando canto mi sembra di vivere uno spostamento spazio-temporale, come un magico e dolce viaggio nell'attesa del ritorno di un amore».
Un pezzo che si apre con l'utilizzo del megafono. Perché?
«La presenza del megafono è stata una scelta artistica molto mirata perché rimanda a quel suono vintage, retrò, che è alla base del pezzo».
Ma da dove nasce l'idea di questa ambientazione così particolare?
«La scelta è ricaduta su questo brano perché all'interno dell'album è un po' una chicca. Un brano particolare, ma che ha anche un testo semplice, diretto e che arriva in maniera sobria al pubblico. Non volevo creare un distacco troppo forte ed eccessivo con il percorso musicale che ho seguito nel corso degli ultimi anni e che mi ha visto protagonista con canzoni molto più pop.
Ciò che volevo fare è provare a immaginare qualcosa di diverso, ma che potesse mantenere un alone di orecchiabilità. Sicuramente volevo arrivare a Sanremo con un brano differente rispetto al passato. Questa cosa mi è arrivata come un'opportunità che poteva risultare nuova, ma non troppo».
Nella serata delle cover ci sarà l'esecuzione di "Io vivrò (senza te)" di Lucio Battisti...
«"Io vivrò (senza te)" di Battisti Mogol è un capolavoro.
È un brano molto intenso, che ho scelto di cantare perché ritengo sia tra quelli più belli ed espressivi del repertorio della musica italiana. È una canzone che sento fortemente e l'ho da subito immaginata suonata dai musicisti che mi accompagnano solitamente durante i miei live, contribuendo così alla ricerca del suono con gli arrangiamenti di Enrico Brun. Ho da subito fortemente desiderato la presenza del maestro Enrico Melozzi per curare la giusta fusione tra il suono rock della band e la musica classica orchestrale.
Ho anche da subito immaginato la presenza di Andy dei Bluvertigo per fondere contemporaneamente la magica atmosfera dei synth e aggiungere un viaggio nel tempo.
Andy è un artista e polistrumentista completo, la sua presenza darà un tocco affascinante grazie alla sua consapevolezza e al gusto che lo contraddistingue.
Ci lega una forte amicizia e stima reciproca, abbiamo avuto già occasione di condividere il palco insieme.
Sarà bellissimo condividere anche quello del Teatro Ariston».
Il brano è contenuto nel nuovo disco "Cortometraggi". Come nasce?
«Il titolo "Cortometraggi" n asce dai miei live.
Durante i concerti amo definire alcuni brani che ho scritto come dei cortometraggi musicali e questo album è come se fosse composto da tanti piccoli film che esprimono concetti, situazioni e stati d'animo di vario genere. Ogni cortometraggio è un piccolo viaggio che ogni volta ha sapori e atmosfere differenti, colori, stili, generi e intensità diverse. È bello pensare che ogni individuo viva ogni giorno una sorprendente quotidianità che spesso varia e a volte si ripresenta ciclicamente».
Come vivi questo Festival di Sanremo?
«Con grande entusiasmo. Un entusiasmo che è generato non solo dalla bella esperienza che sto vivendo, ma anche per il privilegio di poterci essere.
Tutto questo mi dà grande grinta ed energia. E poi poter arrivare con un nuovo progetto discografico che ha aspettato cinque anni è bellissimo».
Perché così tanto?
«Perché con la pandemia ho ritenuto non fosse il momento più indicato. Soprattutto in un momento dove l'attività live non era molto favorevole. Per questo motivo ho preferito aspettare e spero che questo 2022 possa essere più leggero. Non ne siamo ancora fuori, ma spero che tutto quello che è stato fatto possa aver portato a delle soluzioni».
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