Spazio satira
Onorato il sacrificio di 4.000 soldati italiani in Grecia
15.02.2019 - 10:15
Dispersi sì, dimenticati mai. Con questa frase la rete dei familiari delle vittime del naufragio dell'Ora ha voluto ricordare i propri cari. Lo ha fatto in una doppia manifestazione. La prima in Grecia, dove 75 anni fa il piroscafo che trasportava oltre quattromila soldati italiani che, dopo l'8 settembre, avevano pronunciato il loro no a continuare la guerra accanto ai nazisti, colò a picco provocando la morte di 4.116 militari, la seconda a Velletri con una messa.
In Grecia, nel tratto di costa di fronte all'isolotto di Patroklos, nel punto in cui l'imbarcazione si inabissò, è intervenuto anche il presidente della Repubblica di Grecia Prokopis Pavlopoulos. Sono state 51 le famiglie italiane che hanno preso parte all'evento in terra ellenica in rappresentanza di una parte dei discendenti dei caduti (un centinaio erano ciociari). E anche questi ultimi, tra cui i Bellotti e i Pescosolido, non hanno voluto mancare ai due momenti.
In Grecia sono intervenuti anche rappresentanti locali (21 i marinai greci morti) ed è stato ricordato lo sforzo del sub Telis Zervoudis che ha individuato il relitto e consentito così di riportare alla luce una storia a lungo dimenticata. Da lì si è messa in movimento una macchina, tra Grecia e Italia, che ha portato alla realizzazione del monumento, laddove si è svolta la manifestazione.
Per la rete dei familiari dell'Oria ha preso la parola Salvatore Criniti: «Perché siamo qui dopo 75 anni? Per curare una ferita del nostro cuore. Le nostre famiglie portano ancora i segni del dolore di questo silenzio». Per chiudere con «mai più un altro Oria solo così avremo onorato i nostri cari».
L'ambasciatore italiano in Grecia Efisio Luigi Marras ha letto il messaggio del presidente Sergio Mattarella che ha espresso «gratitudine agli amici della costa dell'Attica che sin dall'inizio manifestarono nobilissimi sentimenti nei confronti delle vittime».
Quindi il presidente greco Pavlopoulos che ha parlato del «grande valore simbolico» del naufragio dei soldati italiani «per le condizioni in cui è avvenuta la loro morte». E ancora: «I nazisti hanno mandato i prigionieri italiani a una sicura morte, è stato un atto ripugnante. Questi delitti non si devono mai dimenticare, se questi delitti li copre l'oblio si possono ripetere in futuro. Che sia eterna la loro memoria!».
Dopo la cerimonia, preceduta dalla messa, c'è stata la deposizione delle corone ai piedi del monumento che ricorda le vittime del 12 febbraio 1944 e l'esecuzione degli inni nazionali, greco e italiano. Chi ha partecipato all'evento in Attica è stato ricevuto nell'ambasciata Italiana ad Atene dove ha assistito alla proiezione del documentario "Memoria", realizzato in Grecia e recentemente doppiato in italiano, che raccoglie numerose testimonianze connesse alla tragedia. Uno dei presenti, Roberto Bellotti, discendente di un caduto di Fumone, di cui porta il nome commenta così l'esperienza: " La visita del luogo della sciagura ha reso concreto e tangibile un tragico evento che sembrava destinato a rimanere confinato solo ai racconti, ormai velati dal tempo e dalla lontananza. La presenza del gruppo dei familiari ha dato risonanza alla forza del dolore, quella forza che speriamo abbia sostenuto i soldati che si sono trovati insieme, in quel momento di disperazione." L'intera cerimonia è disponibile sul sito del gruppo dei familiari dell'Oria (piroscafooria.it) e su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=TBJh0hnZiGE).
Altro evento anche a Velletri con una messa. Anche qui, come in Grecia, ampia partecipazione alla celebrazione, nobilitata dalla presenza del ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Dopo la funzione il generale Antonio Albanese ha ricordato l'«elenco (dei caduti) dimenticato nel buio degli scaffali degli archivi. Adesso abbiamo acceso la candela». Poi ha citato la «presenza simbolica e significativa» di padre Luke vicario generale dell'arcidiocesi di Rodi, da dove salpò l'Oria. Per concludere che la «missione sarà conclusa solo quando tutte famiglie dei caduti saranno individuate». Uno sforzo che la rete dei familiari dei dispersi dell'Oria sta portando avanti da anni con fatica.
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