Spazio satira
Il punto
10.09.2019 - 10:15
Il punto fermo lo fissa l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato, quando scandisce che «le Asl di Frosinone e di Latina resteranno due Aziende distinte». Nessun accorpamento o "razionalizzazione" all'orizzonte. Spiega D'Amato: «Nessuna volontà del genere». E per quanto riguarda la centrale operativa unica del Basso Lazio per il 118? Argomenta l'assessore: «Qui la sfida è estendere il servizio 112 a tutto il territorio. Per quanto riguarda l'organizzazione del distretto sud, valuteremo attraverso il confronto. Ma è chiaro che il servizio assicurato dal 118 non subirà alcun tipo di penalizzazione».
La giornata di ieri però è stata quella del passaggio di testimone. Luigi Macchitella lascia dopo quattro anni da commissario straordinario. Ringrazia i dipendenti e i collaboratori, i medici e gli infermieri, rivendica la crescita delle qualità delle prestazioni sanitarie e il miglioramento dei rapporti con gli amministratori e con il territorio. Poi dice: «Al dottor Lorusso auguro buon lavoro. Ci sono i margini per migliorare ancora».
Stefano Lorusso, 44 anni, (è nato a Potenza il 30 dicembre 1975), proviene dall'incarico di direttore amministrativo dell'Azienda per la tutela della salute della Regione Sardegna. Ha tre caratteristiche: è direttore generale (figura che mancava da più di cinque anni), non è un medico ed è molto giovane professionalmente. Caratteristiche che possono rappresentare una spinta notevole. Afferma: «Sono consapevole della complessità della sfida, che intendo affrontare né da ignorante né da presuntuoso».
Non evita le domande sulle future scelte che riguarderanno, per esempio, la sanità del cassinate e dell'area nord. Ma naturalmente non può sbilanciarsi. Rileva: «Sto ascoltando molto, mi confronto con tutti». Non lo aggiunge ma è sottinteso: alla fine però deciderà da solo. Come sulle strategiche e importanti nomine del direttore sanitario e del direttore amministrativo. Spiega: «Non sono venuto qui con un'idea, me la sto facendo. Il mio sguardo sulla Asl di Frosinone è "nuovo" e ho bisogno dei tempi giusti». Traduzione: arrivare da fuori è un vantaggio per chi deve scegliersi i collaboratori più stretti. Ringrazia Macchitella: «Trovo una Asl in ottima salute. Penso all'innovazione e all'assistenza territoriale. Ho avuto un'ottima impressione: trend positivo e clima di serenità».
Il fatto di non essere medico concede a Lorusso un approccio totalmente manageriale. Quindi indica la sua rotta: «Lavoreremo cogliendo le opportunità, il rispetto dei vincoli non significa rassegnarsi». Fabrizio Cristofari, presidente dell'ordine dei medici, rileva: «Bisognerà intervenire sull'emergenza, sui Pronto soccorso. C'è anche il tema delle aggressioni ai medici e al personale sanitario. Questo è il momento della condivisione». L'assessore D'Amato ricorda che nel Lazio ci saranno 106 nuovi primari, con una quota anche per la Asl di Frosinone. Quindi aggiunge che i posti letto nel Lazio sono in linea con i numeri nazionali.
Stefano Lorusso affronta tutti i temi: dalla carenza (nazionale) degli anestesisti ai servizi sul territorio. Ma non si avventura in proclami. È appena arrivato. Però fa capire chiaramente che assumerà tutte le decisioni che il ruolo di direttore generale gli riserva. Dall'organizzazione al resto. Alessio D'Amato conferma: «La sanità laziale continuerà ad investire sui medici, sugli infermieri, sui servizi. Intendiamo intervenire sui Pronto Soccorso. Lo stiamo già facendo, sul versante della contrattazione decentrata e della verifica degli incentivi».
E sui casi delle aggressioni ai medici D'Amato è netto: «Non ci sono elementi di giustificazione. Non i ritardi, non le attese. Nulla può giustificare episodi di violenza che riguardano soprattutto donne. Chiederemo più servizi di vigilanza, potenzieremo la videosorveglianza e ci rivolgeremo alle forze dell'ordine. Potrebbe essere un tema da comitato per l'ordine pubblico».
Insomma, l'era di Stefano Lorusso alla guida della Asl si apre in continuità con la stagione di Luigi Macchitella. Ma la sensazione è che il direttore generale voglia metterci del suo. E che in realtà abbia già le idee chiare
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