Spazio satira
16.06.2017 - 15:22
Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani
C'erano una volta le elezioni amministrative. Ci sono state, sono finite, hanno svelato retroscena sorprendenti, hanno incoronato nuovi sindaci, ne hanno confermati molti altri. Il caso di Frosinone ha fatto scuola: Nicola Ottaviani non ha vinto, ha stravinto. E ha tolto il velo sui guai del Partito Democratico che adesso non ha più scuse da avanzare. La resa dei conti è vicina, vicinissima, praticamente dietro l'angolo del weekend. Così, se tra i capoluoghi quello ciociaro è stato l'unico a non avere bisogno della seconda data del ballottaggio, tanto che persino il Cavaliere ha chiamato sir Nicola per complimentarsi con lui del "modello Frosinone", negli altri otto comuni che sono andati al voto la sorpresa più eclatante è stato il defenestramento di Antonio Salvati a San Giovanni Incarico. L'ingegner Paolo Fallone, neosindaco, ha incassato l'appoggio di Pasquale De Angelis con il quale ha dimostrato scientificamente che il "fare squadra" esiste quando c'è un nemico comune da combattere. E per un ingegnere che entra, un altro esce di scena (forse: è pur sempre tra i consiglieri eletti). La seconda novità, infatti, riguarda la patria del tartufo: a Campoli Appennino, archiviata l'era di Pietro Mazzone, arriva il primo sindaco donna della storia, Pancrazia Di Benedetto , commercialista di 34 anni. Certo, ha vinto piuttosto facile, dal momento che l'opposizione non è riuscita a mettere in piedi una lista per tentare di contrastarla. Dario Giustino Iaconelli, alla guida di San Biagio Saracinisco già da dieci anni, se ne farà altri cinque con la fascia tricolore: i suoi concittadini devono aver pensato che sindaco vincente non si cambia. Stesso dicasi per i pofani che hanno scelto la "strada vecchia": Tommaso Ciccone ha incassato il secondo "sì ". Ma il suo giovanissimo avversario, il ventisettenne Angelo Mattoccia, non ha di certo sfigurato: 1.192 i consensi ottenuti dalla lista "Siamo Pofi". Altre riconferme sono quelle di Picinisco e Cervaro: l'uscente Marco Scappaticci ha convinto ancora e, anche se solo per 185 preferenze, ha lasciato a bocca asciutta Riccardo Mancini. Angelo D'Aliesiosi è tenuto stretto la fascia doppiando il giudice di pace Pietro Fusaro e "asfaltando" l'insegnante grillino Alessandro Maraone. Emozione nuova di zecca, invece, per il presidente della XIX Comunità montana Oreste De Bellis, incoronato a Castelnuovo Parano. Qui, dove per governare poco meno di 900 abitanti si sono candidati in sei per la poltrona di primo cittadino: oltre a De Bellis in pista anche Mauro Castelli, Cosmo Grossi, Francesco Oriente, Angelo Tomassi e Luigi Nicastro. Con la particolarità, però, che questi ultimi quattro hanno totalizzato 3 voti in tutto, nessuno per i 37 aspiranti consiglieri in elenco. E questa è stata un'altra peculiarità delle amministrative 2017: liste "di comodo" (stesso dicasi per tre delle cinque a San Biagio Saracinisco), messe in campo più per i giorni di aspettativa dal lavoro che per un reale interesse nel governo della cosa pubblica. A Piedimonte San Germano, infine, 32 voti di scarto hanno permesso a Gioacchino Ferdinandi di avere la meglio su Ettore Urbano. Ma ormai è acqua passata: infradito ai piedi e telo mare in borsa. L'estate è già iniziata. Con buona pace degli sconfitti.
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