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La stanza della domenica

Una “conta” tira l'altra. La notte delle coalizioni

Logica trasversale negli enti intermedi. Assemblea dei sindaci e strategie. Intanto nel capoluogo esame di maturità per la maggioranza sul bilancio

Leo Longanesi sosteneva che «in Italia la rivoluzione è impossibile perché ci conosciamo tutti». Una frase che racchiude bene il profilo del nostro Paese, anche e soprattutto in politica. In questa particolare fase storica sono le leggi elettorali ad aiutare molto quella logica delle coalizioni che non esiste nei territori. Prendiamo la Camera e il Senato: alle urne si va con un sistema misto maggioritario-proporzionale, che però ha una caratteristica: i candidati eleggibili sono scelti dalle segreterie nazionali dei partiti. E i nomi sono già scritti e stampati sulle schede. Ergo, i referenti locali dei partiti sono messi davanti al fatto compiuto e non se ne lamentano certo.

Per due motivi: intanto perché sono sempre e soltanto i leader a concorrere. In secondo luogo così evitano di doversi assumere la responsabilità di una scelta, che avrebbe l'effetto di accontentare pochissimi e scontentare moltissimi. Alle regionali impostazione maggioritaria per l'elezione del presidente, poi ogni lista fa la propria corsa e ci sono le preferenze. A determinare le candidature sono i livelli regional-provinciali, ma pure in tal caso si capisce ai nastri di partenza chi staccherà il biglietto per l'aula della Pisana.

Sempre di meno per la verità: l'ultima volta soltanto tre "ciociari" hanno centrato l'obiettivo. Quando però si passa al livello territoriale, il castello di carta frana inesorabilmente. Pensiamo alla Saf, che va al rinnovo per eleggere presidente e consiglieri di amministrazione. Il centrodestra non è lacerato, semplicemente non esiste: la "guerra santa" tra Fratelli d'Italia e Lega è insuperabile. Non c'è alcuna possibilità di una pace e nemmeno di una tregua. Si era già visto all'appuntamento per la presidenza della Provincia e perfino alle ultime comunali. Nonostante una coalizione mai così maggioritaria.

Se Sparta piange Atene non ride. Effetto trasversale
Nel Partito Democratico la situazione non è diversa. Nonostante la corrente Pensare Democratico di Francesco De Angelis sia ampiamente maggioritaria. A proposito: De Angelis è stato eletto presidente regionale del Pd. Un altro traguardo importante. Ma i Democrat hanno altri problemi: a cominciare dal fatto che nel centrosinistra non ci sono più alleanze. Mentre il Campo Largo con il Movimento Cinque Stelle non funziona, nonostante i tentativi (inutili) di rimetterlo in piedi. Inoltre c'è un fatto: ovunque Pd e Cinque Stelle si presentano insieme, perdono.

Tornando al Pd, le tensioni e le spaccature interne restano e non vengono superate. Alle recenti comunali di Anagni e Ferentino si è visto plasticamente. Servirebbe una seria e credibile operazione di pacificazione interna. Ma la domanda è: chi prende l'iniziativa? La conseguenza di tale situazione politica è una sola: negli enti intermedi domina la logica trasversale. Definita "accordo di alto profilo" o "inciucio" a seconda dei punti di vista. Per la governance della Saf andrà in questo modo, poi l'assemblea dei sindaci decreterà vincitori e vinti. Tra Fratelli d'Italia e Pd l'asse di ferro c'è già. Secondo autorevoli addetti ai lavori lo schema potrebbe essere Fabio De Angelis (FdI) presidente e Lucio Migliorelli (Pd) amministratore delegato. La regia politica dell'operazione è di Massimo Ruspandini e Francesco De Angelis. Inutile nascondersi dietro un dito. Così come è inutile girarci intorno: la Lega è contraria a questa soluzione. E Nicola Ottaviani sta lavorando per mandarla all'aria. Forza Italia, Azione e Italia Viva stanno osservando la situazione: difficile che possano essere determinanti, ma sicuramente reciteranno un ruolo.

Assemblea dei sindaci tra variabili e ordini di scuderia
Si deciderà in assemblea dei soci: 92 i voti disponibili. Quelli dei sindaci dei 91 Comuni e del presidente della Provincia. Le strategie sono facilmente prevedibili. Fratelli d'Italia e Pd chiederanno una sorta di "voto di fiducia" ai loro amministratori, la Lega cercherà di rivolgersi ai primi cittadini toccando altresì le corde dei territori di appartenenza. Specialmente sul versante dell'individuazione della discarica, anche se l'argomento non è all'ordine del giorno. Però influirà, su questo non ci sono dubbi. Sarà una "conta", fortemente caratterizzata da implicazioni politiche. Seppure avulse dai contesti di coalizione. In gioco c'è la leadership sul territorio. Vincere sarà importante, ma in questo particolare caso non è l'unica cosa che conta. Bisognerà vedere i risultati finali, le percentuali, gli assenti, le schede bianche. Perché è soltanto dall'analisi globale che sarà possibile capire le manovre del prossimo futuro. Può veramente succedere di tutto.

Comune capoluogo. Esame di maturità per la maggioranza
Il bilancio di previsione verrà approvato in settimana, ma a fare la differenza sarà il numero di voti. Ad un anno dalla terza vittoria elettorale di fila il centrodestra appare in difficoltà. Malumori, tensioni e nervosismi non mancano né tra i consiglieri né tra gli assessori. Mancanza di dialogo? Difficoltà a rispettare parti del programma decisamente impopolari? Ambizioni sacrificate? Vedremo. Riccardo Mastrangeli però ha lanciato un messaggio netto quando ha sottolineato di non temere lo scenario di elezioni anticipate. Vuol dire che non è disposto a "tirare a campare". La resa dei conti vera ci sarà in autunno. Attenzione ai movimenti nei gruppi consiliari.

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