Spazio satira
La situazione
22.07.2022 - 11:00
Palazzo Montecitorio
Non ci sarà il tempo per cambiare la legge elettorale, dunque alle urne si andrà con quella attuale. Il Rosatellum. Solo che i partiti dovranno fare i conti con il taglio di 345 seggi per via del referendum costituzionale voluto dal Movimento Cinque Stelle. Una sforbiciata in grado di mandare in fibrillazione migliaia di aspiranti candidati. Comunque il dado è tratto. Mario Draghi si è dimesso e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato lo scioglimento delle Camere. Si vota il 25 settembre. Tempi strettissimi e campagna elettorale sotto l'ombrellone. I simboli al Viminale andranno presentati tra il 12 e il 14 agosto; le liste, le firme, i candidati per i collegi uninominali nelle Corti d'Appello tra il 21 e il 22 agosto. E anche se ieri in tanti ripetevano la celebre massima di Ennio Flaiano («In Italia la situazione politica è molto grave ma purtuttavia non è seria»), è tutto vero: si vota il 25 settembre.
Gli effetti nei territori
Nel Lazio finora si sono eletti 28 senatori. Scenderanno a 18. Mentre nel collegio Lazio 2 della Camera, si passerà da 20 a 12 deputati. Con l'attuale sistema elettorale, per via del taglio di 345 seggi, i collegi uninominali maggioritari scendono da 348 a 211. Ben 127 in meno. Numeri che hanno un riflesso a cascata: diminuendo i collegi, l'estensione geografica degli stessi (sia uninominali che plurinominali) aumenterà. Per ogni deputato il numero degli abitanti passa da 96.006 a 151.210. Mentre, per ogni senatore, da 188.424 a 302.420.
I collegi uninominali e plurinominali alla Camera e al Senato sono stati ridisegnati. Sul versante della Camera dei deputati il Lazio è stato diviso in due circoscrizioni elettorali: la 1 e la 2. Il Lazio 2 comprende le province di Frosinone, Latina, Viterbo, Rieti e 36 Comuni della città metropolitana di Roma. I collegi plurinominali (proporzionale) di questa circoscrizione sono 2, con 5 collegi uninominali (maggioritari). A questa circoscrizione sono stati assegnati 12 seggi: 7 plurinominali, 5 maggioritari. In totale quindi 12 deputati. Per il Senato invece al Lazio sono stati assegnati 6 collegi uninominali e 12 plurinominali: in totale 18 seggi. Il collegio uninominale della Camera di Frosinone-Sora comprende 60 Comuni. Mentre i Comuni del cassinate fanno parte del collegio uninominale di Terracina, Fondi, Gaeta, Formia e Cassino. Il 62% della popolazione di questo collegio appartiene alla provincia di Latina e il restante 38% alla provincia di Frosinone. Il collegio uninominale del Senato è unico e comprende interamente le province di Frosinone e Latina. Parliamo in totale di 124 Comuni. Ma anche in questo caso la provincia di Latina è prevalente, visto che esprime il 52,5% della popolazione. Mentre quella della provincia di Frosinone il 47,5%. Da verificare inoltre se ci sarà il tempo per aggiornare queste cifre in base ai parametri dell'ultimo censimento.
Le grandi manovre
Iniziamo dagli uscenti. Nel 2018 i Cinque Stelle portarono in Parlamento 3 deputati della Ciociaria: Ilaria Fontana, Enrica Segneri e Luca Frusone. Quest'ultimo ha aderito a Insieme per il Futuro di Luigi Di Maio. Tante le variabili, a cominciare dalle scelte dei Cinque Stelle: andranno per conto proprio? Il Rosatellum impone delle alleanze: il discorso riguarda pure la formazione del ministro degli esteri. Nella Lega Claudio Durigon concorrerà in un collegio blindato: magari nel proporzionale Frosinone-Latina. Gli altri uscenti sono il senatore Gianfranco Rufa e la deputata Francesca Gerardi. Dipenderà anche da quante candidature saranno "tagliate" rispetto al 2018. Sicuramente si giocherà le sue carte l'ex sindaco di Frosinone e coordinatore provinciale del Carroccio Nicola Ottaviani. Per Fratelli d'Italia sarà ricandidato il senatore Massimo Ruspandini. Diverso il discorso per il Pd. In pole c'è il nome di Francesco De Angelis, che ieri ha detto: «Chi ha fatto cadere il governo Draghi, ha fatto prevalere gli interessi di parte su quelli del Paese. Noi, il Partito Democratico, siamo stati dalla parte giusta. Dalla parte dei cittadini e nell'esclusivo interesse del Paese». Francesco Zicchieri ieri ha aderito a Italia Viva di Matteo Renzi. Nel 2018 fu eletto deputato nella Lega, nel collegio maggioritario della Camera di Frosinone. Dal Carroccio è uscito nei mesi scorsi in polemica con Matteo Salvini. Punta ad una candidatura nel proporzionale, magari nell'ambito di un'aggregazione centrista.
L'incubo dei paracadutati
In passato è successo tante volte, quando i seggi parlamentari a disposizione erano 945. Figuriamoci adesso che sono scesi a 600. Parliamo del fatto che big e pezzi da novanta nazionali o regionali venissero candidati nei collegi della provincia di Frosinone. Penalizzando gli esponenti locali. Nel 2018, per esempio, parlamentari uscenti come Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi furono candidati fuori provincia. Mentre Francesco De Angelis venne inserito al terzo posto nel proporzionale. Si tratta di una spada di Damocle che può interessare tutti i partiti, proprio perché ci sono 345 seggi in meno.
La Regione Lazio
Alle politiche Nicola Zingaretti sarà sicuramente candidato nel Partito Democratici. Probabilmente in un collegio blindato a Roma. La norma gli consente di restare presidente della Regione e di optare in una fase successiva. In realtà Nicola Zingaretti ha due opzioni. Può dimettersi una volta ufficializzata la candidatura in Parlamento. A quel punto dovranno trascorrere 90 giorni per le elezioni. Impossibile la concomitanza con le politiche. La seconda ipotesi è dimettersi entro sessanta giorni dall'avvenuta elezione a parlamentare, con il voto 90 giorni dopo. I due scenari aprono una forbice, relativamente alla data del voto delle regionali, molto ampia: tra metà novembre e metà febbraio. Comunque inizierebbe il conto alla rovescia anche per le candidature nelle liste degli aspiranti consiglieri.
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