Spazio satira
Speciale Quirinale
30.01.2022 - 13:00
È ancora Sergio Mattarella il presidente della Repubblica italiana. Dopo sei giorni di fumate nere, ieri sera, all'ottava votazione, i partiti hanno finalmente trovato l'intesa che ricalca, in sostanza, lo status quo, col presidente uscente confermato per altri sette anni al Colle. Mattarella aveva già fatto le valigie e stava ultimando il trasloco in un appartamento a Roma Nord.
Nella notte tra venerdì e sabato, però, davanti all'ennesimo nulla di fatto per trovare un candidato alla presidenza, i leader dei partiti che siedono in Parlamento hanno capito che non c'erano altre vie d'uscita se non rieleggere Sergio Mattarella. E così è stato. Il capo dello Stato, 80 anni, ha superato la maggioranza assoluta dei grandi elettori, fissata a 505 voti, con 759 preferenze. Mattarella ha dunque superato il bis di Giorgio Napolitano ed è il più votato dopo Sandro Pertini, che nel 1978 ottenne 832 preferenze su 995.
Nel corso della votazione di ieri, il secondo più votato è stato Carlo Nordio (90 voti). Era sostenuto da Fratelli d'Italia, ma ha raccolto una trentina di voti in più di quelli degli elettori del partito di Giorgia Meloni. Il nome di Mattarella era tornato al centro delle trattative ieri mattina, dopo che nella notte i leader dei partiti non erano riusciti a trovare la sintesi sui nomi di Elisabetta Belloni, Marta Cartabia, Mario Draghi e Pierferdinando Casini. Veti incrociati, pretese, incertezze. Così hanno virato sul sicuro, ossia su Sergio Mattarella. Nel pomeriggio sono andati col cappello in mano a chiedere per favore, al Capo dello Stato uscente, la disponibilità a un nuovo mandato. Sublime la risposta di Mattarella: «Se serve, ci sono. Anche se avevo altri piani».
Le prime parole dopo la rielezione
Ha parlato un paio di minuti, in diretta dal Quirinale, alle 21.30, Sergio Mattarella, per commentare la rielezione: «Desidero ringraziare per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l'elezione nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, economico e sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi. L'impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri cittadini» ha dichiarato Mattarella.
Gli effetti sui partiti
Politicamente, il grande sconfitto di questa campagna per il Quirinale è il leader della Lega Matteo Salvini. Iperattivo, volenteroso ma caotico, l'ex vicepremier ha provato a fare da regista all'elezione del presidente della Repubblica finendo però solo per bruciare nomi o ricevere sonore batoste dal voto dell'aula. L'ultimo intoppo su Elisabetta Belloni, nella serata di venerdì praticamente data per presidente ("Lavoro a un presidente donna" twittava il leader) per poi essere scaricata nella notte. Oltretutto le mosse del capo del Carroccio hanno portato evidenti fratture nella coalizione di centrodestra, con Forza Italia irritata per il trattamento riservato a Casellati e Giorgia Meloni che s'è rifiutata di votare Mattarella. Nel centrodestra già le prossime settimane saranno utili a capire quale sarà il futuro. Le premesse non sono delle migliori.
Nel centrosinistra le cose non vanno certo meglio. Il Movimento 5 Stelle, in particolare, dovrà chiarire la propria linea (se ancora ne ha una). Giuseppe Conte ha tentato il colpaccio stringendo un accordo con Salvini sulla Belloni, immediatamente bloccato da Luigi Di Maio e dal segretario del Partito democratico Enrico Letta. Quest'ultimo è l'unico leader, insieme a Matteo Renzi, ad uscire quasi integro dal tritacarne Quirinale. È vero che è praticamente rimasto fermo mentre tutto attorno si muoveva, ma alla fine incassa un presidente assolutamente di area centrosinistra. E non era scontato alla vigilia. Il tutto, rafforzando la segreteria ed evitando spaccature tra le correnti interne che pure lavoravano per altre soluzioni.
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