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Frosinone

Il valore della memoria. Per non dimenticare mai

Manifestazione della Prefettura all'Istituto "Bragaglia". L'orrore della guerra, la deportazione degli ebrei e il dovere di ricordare

L’importanza di non dimenticare. Un tuffo nel passato, riflettendo sulle atrocità della Shoah, facendo della memoria storica uno strumento per costruire un mondo più giusto e, soprattutto, più umano. E ancora, un messaggio di speranza e responsabilità per le nuove generazioni.  Si è svolta ieri, nell’istituto di istruzione superiore “Anton Giulio Bragaglia”, in occasione della “Giornata della memoria”, una solenne cerimonia dal titolo “Giorno della memoria 2025 - Il dovere di ricordare”, organizzata dalla prefettura di Frosinone, in collaborazione con l’Usr Lazio ufficio VII e l’istituto “Bragaglia”. La cerimonia è cominciata con i saluti del dirigente scolastico, il professore Fabio Giona, della dottoressa Laura Superchi e del prefetto Ernesto Liguori.

«Oggi questa ricorrenza fa cifra tonda. Ricordiamolo, sono ottant’anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, quindi una data particolarmente significativa – ha sottolineato il prefetto Ernesto Liguori – e oggi noi celebriamo questa ricorrenza con la scuola, perché credo che la comunità scolastica sia una comunità che fa informazione non solo culturale, ma anche civile».
Il prefetto Liguori si è soffermato sull’importanza dello scambio tra le istituzioni locali e il mondo della scuola.
Il dirigente scolastico Fabio Giona, ha parlato di quanto sia indispensabile per i ragazzi «la memoria e conoscere con gli esempi chi ha combattuto in tutti i modi le disuguaglianze. Quello di oggi è un esempio per gli studenti, è un compito di realtà. Voi siete la concretezza dei nostri sogni, quindi fate tesoro di questi momenti per crescere e per non arenarvi mai di fronte alle disuguaglianze e ai soprusi».

A seguire, l’intervento del professor Gianni Blasi, storico e docente di storia e letteratura inglese, e del tenente comandante dell’Esercito Paolo Formiconi, in servizio all’Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della difesa. Il professor Blasi si è soffermato sull’importanza di concentrarsi sullo studente, «ma non lo studente di venti, venticinque anni, ma lo studente bambino, piccolo, e di lì a salire, perché è lì che si semina, è lì che si colgono i frutti dopo». Il tenente comandante Paolo Formiconi, che ha anche mostrato filmati sulla Shoah, ha fatto un ampio excursus storico, trattando della seconda guerra mondiale, della deportazione degli ebrei nei lager nazisti, dando spiegazioni tecniche sugli internati nei campi di sterminio.
Emozionante lo spazio dedicato alla consegna delle medaglie d’onore, concesse ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, nonché ai familiari dei deceduti. Ben quarantacinque gli insigniti. Tra loro presente Tommaso Pizzuti, classe 1918, di Ceccano, ultimo sopravvissuto ai lager nazisti.

Accompagnato amorevolmente dai suoi familiari, il signor Tommaso, che ha svolto la professione di carpentiere a Roma prima, e di ferroviere dopo, il 9 maggio compirà 107 anni, attorniato dall’affetto dei suoi figli e dei suoi numerosi nipoti. Le medaglie sono state consegnate dal prefetto Ernesto Liguori. Presenti i sindaci dei rispettivi paesi di appartenenza degli insigniti. A cura di uno studente dell’istituto “Bragaglia”, c’è stata la presentazione di “Riflessioni sulla Shoah – Breve viaggio sulle considerazioni filosofiche dei maestri del pensiero per un mondo più giusto e più umano». In conclusione gli studenti hanno eseguito il brano “La vita è bella”.

FOTO DI MASSIMO SCACCIA

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