Spazio satira
13.06.2025 - 10:00
Una sala stipata in ogni ordine di posti ha accolto Claudio Pagliara, volto noto della Rai, che per tanti anni ci ha raccontato cosa accadesse in ogni angolo del mondo: da Pechino, Gerusalemme, New York e anche dai terribili luoghi della Guerra del Golfo il suo volto ci ispirava fiducia e la sua voce ci forniva informazioni su accadimenti, intenzioni, strategie. Un figlio illustre di Frosinone, «testimone del nostro tempo e conoscitore della realtà», come lo ha definito il sindaco del capoluogo ciociaro, Riccardo Mastrangeli, che con lui ha dialogato nel teatro comunale Vittoria. A moderare il collega Dario Facci, i cui destini si sono incrociati con quelli di Claudio anche a livello familiare.
Pagliara ha esibito dinanzi alla variegata platea la sua chiarezza espositiva, in virtù della quale anche chi non ha verso la geopolitica una curiosità particolare ha potuto abbeverarsi al suo sapere. È in fondo questo il senso del suo libro “L’Imperatore”: fornire una lettura complessiva e il più possibile organica dell’operato di Trump, discusso ma autorevolissimo personaggio, capace di sovvertire i pronostici in merito all’esito dell’ultima elezione presidenziale. Quale carta ha spostato gli equilibri? Senza dubbio quella della lotta all’immigrazione clandestina. I numeri erano davvero impressionanti perché tra fermati ed entrati clandestinamente si arrivava a oltre dieci milioni di individui. Sono cifre che ricordavano la grande migrazione legata al boom economico degli Stati Uniti, quando la gente partiva a... cercare l’America, ma allora era tutto legale, era una ricerca della felicità. Ora invece gli ingressi hanno portato il Fentanyl, oppiaceo penetrato attraverso i confini meridionali, e tante problematiche sociali ed economiche.
Trump si è rivolto pertanto agli agricoltori, che trovano mercati più competitivi, agli operai del Michigan, ad un’economia che fatica a riconvertirsi e così afro-americani ed ispanici, che tradizionalmente votavano i democratici, hanno diretto la loro preferenza verso il 45° ed ora anche 47° presidente Usa. Adesso però viene il difficile: Trump deve infatti dare vigore alla propria amministrazione, che peraltro ha molte anime, e deve portare a casa risultati, come ogni premier. La strategia del più anziano presidente degli Usa ha un obiettivo primario, che è quello di ridurre al minimo la Cina, considerata una minaccia ancor più grande della Russia per gli equilibri mondiali. Finora però il suo vecchio ma sempre valido “Divide et impera” non ha dato i risultati sperati. Al di là dell’accordo di Londra su terre rare, chip e dazi, non certo vantaggioso per gli Usa, Cina e Stati Uniti sono ancora in rotta di collisione.
Negli Usa un metalmeccanico non può di colpo riscoprirsi informatico, ma alcuni pezzi d’industria stanno tornando, ad esempio quella dell’automobile, che richiede competenze importanti. Trump vuole evitare la terza guerra mondiale mostrando i muscoli, ottenere la pace attraverso la forza. Secondo il presidente Usa il successo di una nazione si misura anche in relazione alle guerre che è riuscita a non combattere. Sembrerebbe una dichiarazione pacifista, ma non lo è. Trump spera che Putin possa ridurre le pretese. In realtà anche l’economia della Russia è in ginocchio, con tassi d’interesse al 20% ed il 40% del Pil speso per la guerra. Oltre 350.000 giovani sacrificati per conquistare il 15% dell’Ucraina, con gli ingressi di Svezia e Finlandia nella Nato a dare un ulteriore colpo al leader russo. In Russia gli umori non sono misurabili perché non c’è voto. La sola forza delle autocrazie è che il malcontento non traspare. Però la caduta del muro di Berlino e la sparizione dalle carte geografiche del’Unione Sovietica sono lì a raccontare come a volte siano più fragili di quanto appaia.
Chiusura su Musk, che ha avuto tanti no da Trump e tante mancate concessioni. Spiegazione? Non possono esserci due soli nello stesso cielo (ma un astronomo potrebbe non confortare questo parere), o più semplicemente la ricchezza non può comprare proprio tutto e l’autonomia della politica dal potere economico è in fondo un grande messaggio di speranza. Questo ed altro ci ha raccontato Claudio Pagliara, col suo volto da persona perbene, il suo eloquio forbito ma fruibile ai più, la sua esperienza di vita. Riccardo, Claudio e Dario una sera al Vittoria. E una platea attenta e curiosa di conoscere “L’imperatore”.
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