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Frosinone

Il trionfo della qualità. Tutti pazzi per la pizza di Felice Fiacco

Da cinque anni “La Pizzotta” sforna prodotti leggeri e di qualità con una lievitazione di quarantotto ore. Dalla classica Margherita alle focaccine. Un posto dove scambiare anche quattro chiacchiere con i proprietari

Farina, acqua, una lievitazione di quarantotto ore e l’immancabile forno a legna. Sopra un po’ di pomodoro, mozzarella (quanto basta), basilico fresco e un giro di olio, «quello buono però». Una pizza semplice, leggera, ma gustosa allo stesso tempo. Per Felice Fiacco non è una semplice passione: per lui riuscire a creare un impasto perfetto è una vera e propria arte, che piace proprio a tutti. La “Pizzotta” nasce un po’ per caso. Un giorno un amico di Felice, grande tifoso del Frosinone Calcio, durante una partita allo stadio gli disse: «Perché non ci iscriviamo a un corso da pizzaioli?». E oggi sono passati otto anni, cinque da quando è nata “La Pizzotta”, da sempre in via Tiburtina, nella parte bassa di Frosinone. Un camioncino speciale che sforna ottime pizze e focaccine.

Con l’aiuto della sua compagna Elena Buta e della nipotina Flaminia, “La Pizzotta” è più di un semplice street food. È un posto dove poter gustare un’ottima pizza ma soprattutto poter scambiare quattro chiacchiere con Felice che, grazie alla sua simpatia, semplicità e disponibilità, riesce a creare un rapporto speciale con ogni cliente. Aperto dal giovedì alla domenica, “La Pizzotta” si sposta soltanto dal lunedì al mercoledì per un compleanno o una festa speciale. Gli altri giorni resta al suo posto. Un salottino, o meglio un terrazzo dove tutti possono passare una serata in compagnia. L’inverno è solo da asporto. Ma appena arriva la bella stagione le pizze si consumano calde nell’angolo ricavato da Felice.

Felice, come nasce “La Pizzotta?”
«Sei anni fa comprai il furgone. Ci vendevano la carne, quindi lo feci sistemare con il forno, la friggitrice e la piastra. Oggi è adibito a vendita di pizza e focacce. Ma il nome “La Pizzotta” arriva dal mio caro amico Salvatore Prigliasco».

Qual è il rapporto con i tuoi clienti?
«Per trent’anni ho avuto un piccolo supermercato. È un mestiere che mi viene naturale. Soprattutto mi sento orgoglioso e soddisfatto quando ricevo complimenti. Qui i clienti trovano una pizza molto buona, leggera e digeribile. Questa è la cosa più bella che un cliente mi possa dare, un complimento».

Insomma, un prodotto che curi a 360 gradi...
«La parola d’ordine è la semplicità. Un impasto con farine Polselli, lievito disidratato madre, una lievitazione e una maturazione che durano almeno due giorni. E quando un cliente mangia una pizza lasciata lievitare per quarantotto ore la risposta che mi può dare è soltanto una: “Ho mangiato una pizza leggera, buona e digeribile”. Oltre agli ingredienti che sono di prima qualità. Questa è la cosa più importante per me».

Qual è la pizza più richiesta?
«Oltre alle classiche Margherita, Diavola, Napoli, Boscaiola, Quattro formaggi e Capricciosa ci sono pizze a cui ho dato un nome tra cui l’Arpino con zucchine, provola del Molise, guanciale di Amatrice e mozzarella. È questa la pizza che ultimamente mi viene richiesta. Poi ci sono le focaccine che sono con lo stesso impasto della pizza e sostituiscono il classico panino. Ma non c’è paragone. Perché questa viene fatta giornalmente. Freschissima, farcita con la porchetta di Ariccia, porchetta e provola, porchetta e broccoletti, salsiccia di Ariccia e provola. E poi tra le farciture speciali c’è la mortadella Igp di Bologna. Resta solo da venire a provarle».

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