Spazio satira
Il progetto
04.03.2025 - 10:00
Marco Gemmiti, giovane regista di Sora, porta al cinema, dopo cinquant’anni, i suoi nonni con il cortometraggio “Ninna e Nonno” con un ruolo di rilievo: sono loro i protagonisti del suo lavoro. Erano ben quattrocento le presenze in sala, nei giorni scorsi, nel Dream Cinema di Frosinone per la proiezione privata del corto. Un sogno che si è realizzato, ad occhi aperti, condividendo palco e pellicola con i suoi nonni che hanno creduto nel nipote, sostenendolo nella sua avventura. Abbiamo intervistato il regista.
Marco al cinema con i nonni?
«Sì, è stato un sogno. Quel giorno si è segnato l’inizio del lungo viaggio che quest’opera si appresta a intraprendere. Ho deciso di far recitare i miei nonni all’interno del corto, gli stessi nonni che per problemi economici non sono più andati al cinema dai loro vent’anni».
Come nasce questo cortometraggio?
«“Ninna e Nonno” esplora il delicato dialogo tra due generazioni apparentemente lontane, ma profondamente legate. Da un lato c’è Luigi, un uomo che ha affrontato un’infanzia segnata dalla povertà e dalle difficoltà derivanti dal contesto storico, sociale ed economico del suo tempo. Dall’altro lato ci sono io, suo nipote, un ventenne con un unico grande sogno: riuscire a lavorare nel mondo del cinema raccontando storie. Quando aveva vent’anni, nonno, non ha mai avuto il privilegio di focalizzarsi sui sogni, perché altre urgenze richiedevano la sua attenzione. Al contrario io sono cresciuto in un contesto sociale ed economico che mi permette di sognare».
Marco, qual è la tua storia?
«Da quando avevo dieci anni che giro video. A quindici anni, per dare sfogo alla creatività apro il mio canale YouTube. A diciotto anni il mio primo cortometraggio “Maturità 2020” che si classica al primo posto in una selezione di oltre 3000 opere al “Gioni Film Festival”. Oggi sono un regista, laureato in “Linguaggi dell’audiovisivo” e sono un professionista del mondo dell’arte e della cinematografia. “Ninna e Nonno” è il mio progetto più ambizioso».
Come hai raggiunto questo obiettivo del tuo ultimo corto?
«Nulla sarebbe stato possibile senza il supporto produttivo della Growing Production, una casa di produzione cinematografica con sede a Frosinone. I fondatori e produttori, Corrado Tatangelo e Benedetto Orestini, si sono resi disponibili a sostenere la realizzazione del film, affiancandomi nelle fasi di produzione esecutiva e post-produzione. Growing Production è una società attiva a livello nazionale nella produzione di film, serie tv e documentari per importanti emittenti e distributori. Il suo obiettivo è valorizzare e sostenere giovani talenti, offrendo loro l’opportunità di raccontare storie affascinanti. Questo impegno si è tradotto in un prezioso supporto per la mia opera, rivelandosi fondamentale per la realizzazione del progetto, data l’intensa dedizione richiesta dall’opera».
Progetti per il futuro?
«Nei prossimi mesi si lavorerà alla distribuzione e alla presentazione del corto nei festival cinematografici, affinché possa trasmettere i valori di un tempo e celebrare il forte legame familiare, elementi essenziali da raccontare e tramandare. Quindi sarò sicuramente impegnato nella promozione del cortometraggio, portandolo in giro per i più grandi festival cinematografici italiani».
Il tuo sogno del cassetto da realizzare ora?
«È quello di riuscire sempre ad avere la libertà di raccontare attraverso la potenza dei video il suo punto di vista, i suoi sentimenti e la sua vita così com’è».
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