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Ferentino

Giovani artisti protagonisti della mostra “Enòrasis”

L’esibizione intitolata “Uno dei nostri figli” ha concluso una mostra ricca di opere

Si è chiusa ieri la mostra “Enòrasis”, inaugurata il 9 novembre scorso dal team accademico nella galleria di viale Guglielmo Marconi di Ferentino. Protagonista la performance di “Spécola”, il collettivo dei giovani artisti che ha condiviso parte del loro percorso di studi all’Accademia di Belle Arti di Frosinone, dal 2020 impegnato ad avvicinare l’arte contemporanea alla città di Ferentino, per estendersi su tutto il territorio ciociaro e non solo. Ieri pomeriggio l’esibizione intitolata “Uno dei nostri figli” ha concluso una mostra ricca di opere diverse per stile, ricerca artistica, tecnica e soprattutto per sensibilità, con dipinti che toccano temi che riguardano la società di oggi e tutti i suoi meccanismi: dalla solitudine vissuta negli anni della pandemia alla fragilità di chi è vittima di bullismo, dalla riscoperta di sé alla resistenza che ha visto protagonista il Paese negli anni più difficili della storia. 

Fino alla denuncia della violenza di genere, proprio come si è cercato di sostenere con la tela realizzata sotto gli occhi attenti degli spettatori alla mostra. L’autrice del disegno e membro del gruppo “Spécola”, Maria Elena Piroli, ha dato vita a una delle sue creature aliene in collaborazione con la coautrice e collega, Alessandra Galanti, e con gli altri membri che si sono occupati invece della stesura del colore: Davide Stirpe, Denise Scascitelli Benedetti, Luciano Sarracino e Francesco Savelloni. La finalità principale è stata quella di lanciare un messaggio di speranza per l’umanità per dare valore alla diversità.

Massimo Giorgi, direttore artistico della Galleria dal 2012, attualmente docente di arte al liceo artistico “Charles Darwin” di Roma, ci ha raccontato l’inizio della sua collaborazione con “Spécola”, e ci ha accompagnato un po’ anche nel suo mondo. Come è nata l’idea di lanciare questo progetto con i ragazzi di “Spécola”? «I ragazzi all'inizio erano molto motivati e io non posso che essere orgoglioso, perché l’Accademia di Belle Arti è il mio punto di partenza. Per non parlare di quando ho fatto le mostre in provincia di Frosinone con Vincenzo Ludovici, Renzo Arduini, artisti tutti già affermati. Cerco sempre personaggi e artisti che credono in quello che fanno».


Qual è il motore della sua passione?
«Parto da un percorso per cercare di capire che cosa voglio esprimere in base a quello che percepisco del mondo, dalle emozioni, alle facce, alle cose brutte».


Oggi nota da parte dei giovani un maggiore interesse nei confronti dell’arte? Nota una maggiore sensibilità rispetto alla sua generazione o è cambiato qualcosa anche rispetto ai social?
«C’è il fatto che non hanno più il desiderio della manualità, perché il social e la tecnologia li ha assorbiti. Vale a dire, è molto più semplice spronare un giovane bambino a giocare che a “sporcarsi le mani”».

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