Cerca

I risvolti

Processo sul voto di scambio, sentiti i sette testi: colpo di scena

Durante la testimonianza del padre e fratello della donna da cui è originato il procedimento, cambiano le carte in tavola. Hanno sostenuto di aver votato l'avversario

Sentiti ieri sette testi nel processo sul voto di scambio di cui sono accusati l'ex sindaco di Arnara Filippo Capogna e gli ex assessori Antonio Lozzi e Ivo Rinaldi, la responsabile del servizio Simona Tanzi e l'assistente sociale Veronica Rosati. Nei loro confronti si contesta il peculato per l'acquisto di 563 pacchi alimentari distribuiti, per l'accusa, «in cambio del voto elettorale» con riferimento in modo particolare a Capogna, Lozzi e Rinaldi.

Tra i testi di ieri sono stati ascoltati i familiari della donna che ha registrato la conversazione dalla quale salta fuori che Rinaldi offriva 50 euro per essere eletto e per far eleggere sindaco Capogna. Alcuni testimoni hanno sostenuto di non essere stati invitati a votare il sindaco e candidato Capogna, a fronte di pacchi già avvenuti per la mensa.
Pacchi preceduti in alcuni casi dalla semplice consegna di panettoni e colombe nei periodi di Natale e Pasqua.

Colpo di scena nel processo arrivato durante la testimonianza del padre e fratello della donna da cui è originato il procedimento. Pur avendo confermato di aver ricevuto i pacchi, hanno sostenuto di aver votato l'avversario di Capogna alle elezioni, ovvero Massimo Fiori. Quindi la condotta inquisitoria del voto di scambio non c'è, tanto è vero che questa circostanza, come riferito dai testi, era così nota a Capogna e ai suoi amici che come viene eletto si portano sotto casa loro deridendolo. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia, Gaetano Castaldi, Paolo Pulciani e Gianrico Ranaldi.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione