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Lotta serrata contro i piromani: bloccati 26 inneschi in pochi giorni

Le fiamme hanno lambito anche qualche abitazione ma grazie all'intervento dei soccorritori, è stato evitato il peggio. Il rogo ha divorato diversi ettari di colture

L'amministrazione comunale di Santi Cosma e Damiano dichiara guerra ai piromani, in seguito ai numerosi incendi che si sono verificati negli ultimi tempi ma anche per quelli che in passato hanno creato danni enormi. Infatti è stata inviata una segnalazione al prefetto di Latina per quanto è accaduto e per gli episodi che si sono verificati, alcuni dei quali lasciano forti dubbi. «Negli ultimi giorni - ha affermato il sindaco Franco Taddeo - abbiamo bloccato ventisei inneschi, piazzati da chi ha interesse a bruciare la montagna, grazie a una squadra di volontari che riusciva a dare l'allarme al primo focolaio che veniva notato. Quello di ieri, purtroppo, non siamo riusciti a bloccarlo, perché i furbi lo hanno innescato di notte, quando gli interventi, specie quelli aerei, non sono possibili».

Il riferimento è all'incendio che si è sviluppato nella notte tra domenica e lunedì in zona Ventosa, in contrada Aurito e Cantole. I punti di partenza sono stati tre, che dalle 22 di domenica sera hanno preso piede, tanto che ieri mattina sono subito intervenuti vigili del fuoco, l'associazione Gari 88 e la Protezione civile di Minturno. Sul posto sono giunti anche un elicottero della Protezione civile e due canadair, i quali per gran parte della mattinata, hanno eseguito una serie di lanci.
Le fiamme hanno lambito anche qualche abitazione ma, alla fine, grazie all'intervento dei soccorritori, è stato evitato il peggio.

Resta il fatto che il rogo ha divorato diversi ettari di colture ed è stato domato completamente solo nella tarda mattinata.
«Anche quello di ieri ha tuonato il sindaco è un altro "attentato" all'ambiente di qualcuno che vuole che la montagna bruci.
Non voglio dire altro, anche perché è facilmente intuibile chi piazza questi inneschi. Iniziative premeditate, dimostrate anche da alcuni particolari. La stradina che porta al serbatoio, utilizzata dai volontari della Protezione civile per recarsi nei luoghi interessati dal fuoco, è chiusa da una sbarra, il cui lucchetto è stato messo fuori uso con della colla a presa rapida.
E quindi non si poteva aprire se non forzandolo. Ma tutto ciò comportava dei ritardi che consentivano al fuoco di avanzare e distruggere altra vegetazione. Per questo motivo abbiamo inviato una segnalazione al prefetto di Latina e nei prossimi giorni approveremo una delibera di giunta. Così ha concluso il primo cittadino della città dei santi medici non si può continuare più».

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