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La conferenza

Centrale 118 a Latina: l'Ordine degli infermieri ciociari boccia l'idea. I motivi

Il presidente e i vertici dell'Opi stamattina hanno illustrato un documento nel quale si evidenziano le tante ragioni per cui la centrale non deve essere toccata

Centrale operativa 118 a Latina? Manco a parlarne: l'Opi (Ordine provinciale delle Professioni infermieristiche) boccia senza mezzi termini l'idea di accorpare la sede di Frosinone con quella di Latina, unificando la postazione deputata a ricevere e gestire le chiamate di emergenza sanitaria e ubicandola in terra pontina. Atto che rientrerebbe in un più ampio progetto regionale di riforma del sistema delle centrali del 118 che punterebbe, nel prossimo futuro, a creare tre sole centrali in tutto il Lazio: a Roma, Rieti (che accorperebbe Viterbo) e appunto Latina (che fagociterebbe Frosinone). 

Ad illustrare la posizione dell'Opi sono stati stamattina, nella sede dell'Ordine in via Tommaso Landolfi nella parte bassa del Capoluogo, il presidente Gennaro Scialò e il vice presidente Loreana Macale, supportati da Gaetano Frisoni, presidente del Coordinamento provinciale infermieri volontari in emergenza sanitaria, Riccardo Bevilacqua, segretario dell'Opi frusinate, e Paolo Masi, tesoriere dell'Ordine e coordinatore della centrale operativa 118 di Frosinone. 

Il secco No dell'Opi
Alla base della bocciatura del progetto di accorpamento - hanno spiegato i vertici dell'Opi provinciale - ci sono motivazioni di natura statistica così come di carattere orografico, ragioni di "letteratura scientifica" come di matrice numerica. Ma anche argomentazioni politiche: "Ho un atroce sospetto - ha affermato Scialò - nell'Atto aziendale della Asl non c'è traccia dell'accorpamento delle centrali del 118 di Frosinone e Latina con sede in quest'utima città. Tale idea proviene infatti da un decreto ministeriale calato sul territorio dalle Regioni. E siccome il presidente della Commissione regionale Sanità è di Latina, beh, il sospetto che la decisione di spostare tutto in riva al mare sia riconducibile a questa circostanza "territoriale" è molto forte".

I numeri a favore di Frosinone
Messi da parte i dubbi "politico campanilistici", Scialò e gli altri dirigenti dell'Opi hanno poi sciorinato una serie di argomentazioni ben più concrete "tutte inserite in un documento che è stato stilato dal nostro Tavolo tecnico di lavoro - ha evidenziato Scialò - che invieremo a politici ed istituzioni. Con un messaggio ben chiaro: state commettendo un gravissimo errore, ne siate coscienti e, soprattutto, non prendeteci in giro con tesi bislacche e campate in aria e citando parametri che poi la realtà puntualmente sconfessa. Una realtà che dice tutt'altro. Ad esempio - ha sottolineato il presidente - in Ciociaria si registra un importante aumento dell'età media della popolazione e degli infortuni/incidenti relativi agli individui in età produttiva: Dati che si traducono in una crescita costante delle richieste di intervento di tipo sanitario così che il nostro 118 si trova a gestire anche una mole considerevole di casi di gravità e acuzie estremamente diversificati, con un'alta incidenza di casi di bassa e bassissima gravità, che ne rappresentano quindi una sorta di sottoprodotto rilevante. Nel decreto si parla inoltre di un criterio "orientativo" legato alla popolazione servita, che non deve essere inferiore a 600.000 abitanti. E che sia un parametro "orientativo" lo dimostra la circostanza che le province di Rieti e Viterbo totalizzano, insieme, 474.759 abitanti. Criterio flessibile, allora, a supporto delle nostre tesi che la decisione finale deve essere presa tenendo conto di tante circostanze che il decreto ministeriale non contempla". 

Orografia, numero dei Comuni, dialetti
Pensiamo all'orografia della nostra provincia, decisamente più articolata e complessa, con tantissimi piccoli comuni montani difficili da raggiungere, rispetto a quella, piatta, delle zone pontine. Pensiamo alla circostanza che da noi il numero degli interventi richiesti cresce anno dopo anno mentre a Latina un surplus si verifica solo d'estate per l'arrivo dei turisti. Pensiamo al fatto che in Ciociaria ci sono ben 91 comuni a fronte dei 33 pontini. E poi - ha proseguito Scialò - pensiamo anche alle difficoltà di attuare la geolocalizzazione, di cui parlano tanto come antidoto a tali problematiche, in un territorio come il nostro dove è difficile trovare un indirizzo anche a Frosinone. Senza voler considerare, ma è doveroso farlo, le difficoltà nella comprensione dei linguaggi, visto che in Ciociaria ci sono 91 dialetti diversi, uno per ogni comune. E poi - ha sottolineato - va preso in considerazione il significativo aumento della mortalità che si registra nella nostra provincia rispetto a quella pontina e che rende indispensabile la presenza sul territorio di una centrale operativa del 118 efficiente, i cui operatori conoscano bene le singole zone e sappiano indirizzare i mezzi di soccorso in tempi rapidi e in modo certo".

I tanti fattori di rischio della Ciociaria 
L'Opi ha quindi evidenziato i tanti fattori di pericolo "che - è scritto nel documento - rendono insostituibile la presenza della centrale operativa del 118 in questo territorio: incendi, smottamenti e frane, terremoti, straripamenti e alluvioni, rischio agricolo e industriale, rischio turistico. 

Le profonde diversità fra le due province
"Le diversità territoriali, sociodemografiche, orografiche ed anche culturali tra le due province, dovranno, a nostro avviso, predisporci un ulteriore momento di riflessione, che possa aiutare ad orientare le scelte che si stanno compiendo, tendendo non solo al mantenimento dell'attuale capacità di riposta dell'attuale sistema di emergenza-urgenza territoriale, ma, se possibile, aumentandolo e migliorandolo".

Risparmi dall'accorpamento? Frottole
"E poi - ha tuonato Scialò - non ci vengano a parlare di scelta dettata dalla necessità di risparmiare. Perché di risparmi tale operazione non ne porterebbe alcuno. Ma lo sanno, questi signori, cosa significa arrivare in ritardo in un soccorso? Lo sanno quanto costa al sistema sanitario un paziente che finisce, per fare un esempio banale, in coma perché soccorso tardivamente? E poi, quanto costa una vita umana? Non crediamo abbia un prezzo quantificabile, né che possa essere sacrificata anche una sola vita umana sull'altare dei bilanci. Basti pensare a quanto accaduto ieri ad Anagni, dove una donna punta da un calabrone è morta per shock anafilattico. Con la Asl che, in una nota, ha affermato che la paziente non doveva essere portata lì (è stata accompagnata al presidio anagnino dal marito, ndr). Ma lo sanno, questi signori, che la gente da decenni, da sempre, è abituata a recarsi laddove vede una qualsiasi insegna ospedaliera? E allora, l'assistenza sanitaria deve essere potenziata e non declassata con decisioni che periodicamente penalizzano, sempre e comunque, la Ciociaria".

Le conclusioni
"Il trasferimento della centrale operativa del 118 a Latina - ha concluso Scialò - sarebbe una ferita tangibile al mantenimento di ottimali livelli di salute e assistenza dei cittadini della provincia di Frosinone e sarebbe un ulteriore smacco alla professionalità dei nostri operatori, infermieri di consolle. Ma questa è comunque l'ultima delle nostre preoccupazioni. Nel nostro documento tecnico abbiamo chiesto, se possibile, il mantenimento di entrambe le centrali operative del 118, di Frosinone e Latina. Ci rendiamo conto che questo è un percorso estremamente difficile, sia dal punto di vista giuridico che legislativo. Ma se proprio l'accorpamento non fosse evitabile, nel documento abbiamo dimostrato che il mantenimento a Frosinone della centrale operativa costituisce la migliore soluzione sia per i cittadini ciociari sia per quelli pontini". 

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