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Veroli

Cure palliative, faro di umanità

Alla casa di cura Ini Città Bianca di Veroli un convegno per presentare il nuovo hospice dedicato alle cure terminali. Soddisfatto il presidente del Gruppo Cristopher Faroni: «Lavoriamo perché diventi un punto di riferimento per la società»

“Le cure palliative sono l’assistenza globale e attiva, di quei pazienti la cui malattia non risponda ai trattamenti curativi. È fondamentale affrontare e controllare il dolore, gli altri sintomi e le problematiche psicologiche, sociali e spirituali. L’obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita per i pazienti e per le loro famiglie”. Questa la prima definizione di cure palliative formulata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. E secondo tali principi, con l’obiettivo di garantire la migliore assistenza, attraverso l’integrazione fra figure professionali, la casa di cura INI Città Bianca di Veroli ha presentato ieri, con un convegno al quale hanno partecipato ottantuno professionisti fra medici e operatori sanitari, il nuovo hospice dedicato alle cure palliative. Una struttura frutto di un intenso lavoro, volto a garantire un servizio di eccellenza in un settore particolarmente delicato, in cui l’attenzione alla persona e l’umanità delle cure sono pilastri imprescindibili.

«È un settore difficile, nel quale le persone hanno bisogno soprattutto di tanta, tanta umanità – ha commentato il presidente del Gruppo INI Cristopher Faroni – Ben vengano le tecnologie, ma l’umanità è qualcosa da cui non si può assolutamente prescindere in questo tipo di reparto. Noi sicuramente faremo un bel lavoro – ha aggiunto – e tutti stanno collaborando per far sì che l’hospice diventi un punto di riferimento per la società» Il coordinatore medico dell’hospice della Asl di Frosinone, Alessandro Dubla, ha poi sottolineato come con la nuova struttura, che conta nove posti residenziali e trentasei domiciliari, la provincia di Frosinone sia fra le prime ad aver rielaborato la rete locale di cure palliative, prima della scadenza del 31 dicembre 2025. «Ora, in provincia ci sono cinque hospice – ha spiegato – di cui uno pubblico e quattro del privato convenzionato. In questo modo – ha aggiunto – riusciamo a dare una risposta efficace, finalmente, al bisogno e al diritto del paziente di accedere facilmente e velocemente alle cure palliative».

Al convegno è intervenuto anche il presidente dell’Ordine dei medici di Frosinone, Fabrizio Cristofari, che ha sottolineato l’importanza sempre più rilevante di questo tipo di strutture, visti il prolungamento della vita e il progressivo invecchiamento della popolazione. «C’è un momento in cui i medici, insieme al paziente, si rendono conto che è più utile assistere amorevolmente il paziente piuttosto che fare accanimento terapeutico – ha sottolineato Cristofari – E per questo vengono coinvolte strutture pubbliche, strutture private come questa e medici di medicina generale».

Fra gli argomenti affrontati nel convegno, poi, particolare attenzione è stata dedicata alla sedazione palliativa profonda. «Vi si fa ricorso nel momento in cui ci troviamo di fronte a un paziente refrattario a una specifica terapia – ha spiegato il dottor Luca Evangelista – Ciò significa che incombe l’esigenza di inibire lo stato di coscienza in condizioni di terminalità. È una pratica medica che spesso incontra una parte di medicina specialistica, nonché di etica morale e bioetica, a cui bisogna sempre fare affidamento – ha sottolineato – Fondamentale, poi, discernere tra sedazione palliativa profonda e continua ed eutanasia. Entrambe hanno lo scopo di inibire la sofferenza e il dolore della persona, ma il fine ultimo è ben diverso. L’eutanasia porta alla morte – ha concluso – mentre con la sedazione palliativa profonda e continua si inibisce un sintomo refrattario, nella fase terminale della malattia, senza aumentare né diminuire il percorso di vita del paziente stesso».

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