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L'analisi

Economia laziale in ripresa. Ma pesa il caro bollette

Stime positive secondo Bankitalia. Aumenta l'occupazione. Però le famiglie hanno paura di spendere

Nel primo semestre del 2022 l'attività economica del Lazio è cresciuta del 5,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (5,7) in Italia, superando di circa un punto percentuale il livello precedente la pandemia. Tuttavia, l'aumento dei costi energetici e l'incertezza collegata alla guerra in Ucraina hanno frenato il recupero e condizionano le prospettive di crescita. È quanto emerge dall'analisi congiunturale condotta da Banca d'Italia per il Lazio nell'ambito del tradizionale studio sulle economie regionali.

Nel 2022, secondo le stime di via Nazionale, la ripresa è stata favorita dal buon andamento dei flussi turistici, del settore edile e delle esportazioni. Le aziende dell'industria e dei servizi, intervistate dalla Banca d'Italia, hanno registrato un significativo recupero del fatturato a prezzi correnti, ma le aspettative sono di un rallentamento nei prossimi sei mesi. Gli investimenti hanno ristagnato, sebbene siano stati più vivaci per le aziende industriali di grandi dimensioni. inciso in misura elevata sul totale della spesa sostenuta per l'acquisto di beni e servizi (per oltre il 20 per cento).

Lavoro e famiglie
Nel primo semestre l'occupazione è cresciuta più che in Italia e i livelli precedenti la pandemia sono stati pressoché recuperati. All'aumento occupazionale hanno contribuito soprattutto i servizi e le costruzioni, favorite dagli incentivi statali. Si è intensificato il ricorso al tempo indeterminato, sospinto dalle trasformazioni dei contratti a carattere temporaneo, e si sono ridotte le integrazioni salariali. I disoccupati e il tasso di disoccupazione sono diminuiti. L'occupazione è cresciuta del 4,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, più che in Italia; il tasso di occupazione si è così portato al 61,8 per cento (59,8 nella media nazionale), aumentando di 3 punti percentuali. L'occupazione ha pressoché recuperato il livello precedente la pandemia, nonostante il rallentamento registrato nel secondo trimestre. L'aumento è stato più intenso per le donne (5,2 per cento), più penalizzate dalla crisi pandemica, che per gli uomini (3,5 per cento). Con l'aumento delle ore lavorate, si è ridotto il ricorso alle misure d'integrazione salariale (Cassa integrazione guadagni e fondi di solidarietà). Nei primi nove mesi del 2022 le ore autorizzate, diminuite del 77,7 per cento rispetto agli stessi mesi dell'anno prima, hanno interessato circa il 3 per cento dei dipendenti; nonostante il calo, le ore rimangono ancora oltre il triplo di quelle autorizzate nel corrispondente periodo del 2019, prima della crisi pandemica. La Cassa integrazione si è ridotta in tutti i settori e in tutte le tipologie (ordinaria, straordinaria e in deroga). Il buon andamento del mercato del lavoro si è riflesso sulle condizioni economiche delle famiglie. Le stime della Svimez di quest'estate prevedevano un aumento dei consumi nel 2022, ma le spese delle famiglie sono frenate dal rialzo dei prezzi, che colpisce soprattutto i nuclei meno abbienti; negli ultimi mesi il clima di fiducia dei consumatori del Centro è peggiorato.

Le imprese
Il comparto industriale regionale ha mostrato un significativo recupero rispetto all'anno precedente. In base al Sondaggio congiunturale della Banca d'Italia (Sondtel) – condotto in autunno su un campione di imprese industriali e dei servizi con almeno 20 addetti – il saldo tra la quota di imprese che ha registrato un aumento del fatturato a prezzi correnti, nei primi nove mesi del 2022 (rispetto allo stesso periodo del 2021), e quella che ha segnalato un calo è stato di poco inferiore a 30 punti percentuali. L'incremento è stato più marcato per le aziende di grandi dimensioni e per i settori della chimica, gomma e plastica. Le prospettive per i prossimi sei mesi sono di un'ulteriore crescita del fatturato nominale, sebbene a un ritmo inferiore a quello registrato nei primi tre trimestri del 2022. Nei primi nove mesi del 2022, per poco più di un terzo delle imprese industriali del Lazio (una percentuale pressoché doppia di quella media nazionale) i costi energetici e del gas hanno inciso in misura molto elevata sul totale degli acquisti per beni e servizi (per oltre il 20 per cento). Quasi un quarto delle imprese ha dichiarato di aver fronteggiato i rincari energetici ricorrendo a una riduzione dei margini di profitto, il 13 per cento aumentando i prezzi di vendita, l'11 per cento cambiando i fornitori. Le rimanenti aziende hanno utilizzato fonti alternative, aumentato l'autoproduzione o hanno adottato altre strategie. L'aumento dei prezzi delle materie prime o di beni intermedi, unitamente a quello dei servizi di trasporto e logistici, hanno generato le maggiori difficoltà di approvvigionamento delle imprese. Al contrario, non sono stati segnalati ingenti ritardi nei tempi di lavorazione o nella disponibilità dei beni.

Mercato del credito
Dopo il marcato calo dello scorso anno, nella prima parte del 2022 i finanziamenti alle imprese sono tornati a crescere, grazie all'andamento dei prestiti alle grandi imprese. L'aumento si è concentrato nei settori estrattivo ed energetico; si è invece registrato un calo in quello manifatturiero. I mutui alle famiglie hanno continuato ad aumentare a ritmi sostenuti, accompagnandosi al buon andamento delle compravendite immobiliari. Il tasso fisso è cresciuto, superando il tasso variabile dopo un biennio di sostanziale parità; la quota di nuovi mutui a tasso variabile è aumentata rispetto a quanto osservato lo scorso anno. Nel primo semestre del 2022 la qualità del credito erogato alla clientela non ha mostrato segnali di peggioramento. Il tasso di deterioramento è rimasto su livelli inferiori a quelli del periodo precedente la pandemia.

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