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Fca, stabilimenti fermi: chiesto un confronto urgente al Governo

L'appello dei sindacati al ministro dello Sviluppo economico, Giorgetti, e al ministro del Lavoro, Orlando: subito un tavolo nazionale per trovare soluzioni

Sembra un accerchiamento. Invece di riaccendere i motori, le fabbriche del gruppo Stellantis li spengono.
La crisi dei semiconduttori è il più grosso campanello d'allarme del momento nel mondo dell'automotive.
Ma non mancano le preoccupazioni per il mancato piano industriale e per stabilimenti che viaggiano al solo ritmo della speranza. Cassino, in primis che continua a lavorare sul turno unico e a singhiozzo.

I blocchi
Prima Pomigliano, poi il polo Sevel di Atessa, adesso la crisi dei microchip fa slittare finanche la riapertura di Melfi, il più grande degli stabilimenti Stellantis in Europa. Ripercorriamo le tappe: a partire dall'inizio di questa settimana infatti è chiuso lo stabilimento Sevel in Val di Sangro che finora aveva lavorato a pieno regime, laddove vengono costruiti i furgoni. Prima ancora era stata fermata Pomigliano, dove viene assemblata la Panda. Sempre lunedì l'incontro a Melfi ha prodotto la richiesta della multinazionale di spostare la riapertura al 13 settembre. Con tanto di previsione sul mese in corso di poche giornate lavorative, a causa appunto della carenza di semiconduttori. A Melfi vengono assemblate la Fiat 500X le Jeep Renegade e Compass.

Cassino Plant
In mezzo c'è Cassino, accerchiata da blocchi e in ansia per il proprio futuro. Questa settimana doveva iniziare sotto auspici migliori e invece c'è stato il fermo produzione per lunedì scorso e l'altro venerdì 3. Tre soli giorni di lavoro, ricorrendo ai contratti di solidarietà, e mille incognite su un mese dove si prospetta un altro importante ricorso agli ammortizzatori sociali. La produzione del suv Grecale è attesa per novembre ma, come ha spiegato di recente il segretario generale Fiom-Cgil Frosinone-Latina «sui mercati sarà lanciato nel primo trimestre 2022. Il problema vero è che non sarà in grado di saturare lo stabilimento. Da dicembre 2020 c'è la linea della Giulietta ferma mentre la Giulia è un'auto datata. Avevano promesso l'ibrido su entrambi i modelli in produzione a Cassino, Giulia e Stelvio, ma ancora non si vede nulla. Solo con il Grecale diventa difficile mantenere l'occupazione. Abbiamo bisogno di un confronto urgente. Siamo molto preoccupati».

La lettera
E nella giornata di ieri tutte le sigle sindacali si sono fatte sentire per vedere riconvocato, al più presto, il tavolo nazionale su Stellantis. Questo l'appello al Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, lanciato dai sindacati dei metalmeccanici. In una lettera, Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr chiedono di riconvocare «il tavolo di confronto nazionale insediato a giugno 2021.
Le novità emerse nel frattempo scrivono da ultimo della crisi di approvvigionamento dei semiconduttori che sta determinando una forte criticità negli stabilimenti, richiedono di proseguire il confronto sul futuro piano industriale e di assegnare a tutti gli impianti dai motori all'assemblaggio agli enti di staff una missione produttiva e di attività che garantisca l'occupazione e le prospettive per il futuro».

Nel pomeriggio il segretario della Cisl Uliano ha aggiunto: «Al centro dell'incontro sicuramente dovranno esserci le discussioni già aperte per quanto riguarda gli aspetti collegati ai piani industriali del Gruppo e le motorizzazioni ma in particolare abbiamo sottolineato l'urgenza che si è determinata in questi giorni con i semiconduttori che, secondo gli analisti, si protrarrà ancora per diverso tempo. Ci aspettiamo in tempi brevi una risposta immediata di convocazione».

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