Spazio satira
Colpi di Testa
21.06.2020 - 18:00
Alanis Morisette
Nel giugno del 1995 decisi di acquistare il disco di un'artista canadese che, all'epoca, era ancora sostanzialmente sconosciuta al grande pubblico.
Quando ebbi tra le mani l'album di Alanis Morisette, intitolato "Jagged little pill", e che era appena uscito, non sapevo che sarebbe poi diventato non solo uno dei più venduti della storia della musica, ma soprattutto uno dei miei preferiti in assoluto. In realtà la consacrazione a "pietra miliare" della mia personale discoteca maturò nel tempo. Non perché fu necessario ascoltarlo molte volte prima di riuscire ad comprenderne lo spessore artistico, ma perché, pur ritenendo i brani che lo componevano di notevole livello compositivo, avevo tuttavia notato che gli arrangiamenti scelti – basati su una massiccia presenza di chitarre elettriche e sonorità piuttosto "aggressive"– finivano inevitabilmente per penalizzare un'opera che trovava invece i suoi principali punti di forza su melodie tutto sommato "morbide" e raffinate dissonanze, che avrebbero invece meritato una veste "meno invadente".
La soddisfazione di aver visto giusto in tal senso arrivò, per me, dieci anni dopo, quando la cantautrice canadese decise infatti di pubblicare l'esatta riproduzione dell'album originale in una versione totalmente acustica. Grazie a quella brillante intuizione il disco acquisì una rinnovata vitalità. L'anima rock dei brani si fuse infatti mirabilmente con il nuovo "vestito", rendendolo, secondo me, un vero e proprio capolavoro. Nelle note di copertina della versione del 2005 la stessa Morisette lasciò intuire che gli arrangiamenti della versione originale vennero dettati da esigenze di politica commerciale discografica, e spiegò i motivi che l'avevano poi indotta, tanto tempo dopo, a rivisitare l'opera che le aveva cambiato la carriera e la vita: «Dieci anni fa non avevo ancora una sufficiente autonomia artistica per decidere diversamente. Ritengo che questo sia il modo migliore per rendere onore al mio "sacro diario"».
"Jagged little pill" ottenne sin da subito un successo clamoroso. Soprattutto tenuto conto che la cantautrice canadese, all'epoca, era quasi un'esordiente. Basti pensare che l'album ha venduto ben trentatré milioni di copie in tutto il mondo, ed è al diciottesimo posto della classifica dei dischi più venduti della storia della musica. E se è vero che non necessariamente il massiccio gradimento del pubblico è segno inequivocabile di qualità artistica, è pur vero anche che, a mio modesto avviso, il suo enorme successo è pienamente meritato. Fu un'opera che ruppe molti schemi. Perché a scrivere e a cantare quei brani era una ragazza dotata di grande sensibilità artistica, che era dotata di una vocalità non banale, e che voleva mostrare al mondo intero che non provava alcuna paura ad affrontare – per di più in maniera estremamente esplicita – delicate tematiche che raramente venivano trattate da una donna. Questa sua dirompente sincerità spiazzò tutti, e scandalizzò molti.
La stessa Morisette confessò infatti che, grazie a quel disco, aveva avuto la possibilità di "urlare" pubblicamente le sue personali convinzioni, e di sfidare la falsità della società del suo tempo attraverso la sua arte. Quell'album fu, per lei, anche il canale comunicativo giusto attraverso il quale manifestare le esigenze della sua giovane ed esuberante femminilità; ciò anche a costo di scuotere la bigotta rigidità che era tipica della cultura nordamericana dell'epoca. Per avere conferma di tutto ciò basterebbe porre l'attenzione ai testi dei brani. Dai quali emergono, ad esempio, una malcelata rabbia verso l'universo maschile ("I don't want to be your babysitter, you are a very big boy now, I don't want to be your mother, I didn't carry you in my womb for nine months"); una voglia disperata di vedere adeguatamente considerata la sua figura di donna ("Hello Mr. man... now that I'm Miss Thing, now that I'm a millionaire, you scan the credits for your name, and wonder why it's not there"); ma anche audaci dettagli della sua sessualità ("Is she perverted like me? Would she go down on you in a theatre?... Are you thinking of me when you fuck her...You took me out, to wine, dine, 69 me").
Fu subito evidente a tutti che tale sfrontatezza non era un'astuta trovata commerciale portata avanti per il solo scopo di vendere più dischi possibile, bensì lo specchio fedele della tormentata personalità dell'artista. E di questo si è peraltro avuto conferma anche ascoltando gli album successivi, e venendo a conoscenza di alcuni dettagli della sua vita privata. A distanza di venticinque anni dalla sua pubblicazione, "Jagged little pill"è un'opera ancora estremamente attuale, per forma e contenuti. Un disco che chiunque dovrebbe avere (soprattutto in versione acustica) nella sua personale discoteca. L'album ha recentemente ispirato anche un musical; il quale, dopo essere stato portato in giro per diverso tempo nel cuore degli Stati Uniti, si avvia a conquistare (Covid 19 permettendo...) anche i prestigiosi teatri di Broadway.
La stessa Morisette, proprio per celebrare adeguatamente il venticinquennale del suo album più riuscito e venduto, aveva programmato, per lo scorso 1° maggio, l'uscita di "Such Pretty Forks In The Road", primo album di inediti dopo ben otto anni di silenzio. La pubblicazione del suo nuovo lavoro discografico è stata tuttavia rimandata al prossimo autunno a causa della pandemia di Coronavirus che sta ancora sconvolgendo il mondo. Siamo sinceri: pur ritenendo che difficilmente la cantautrice canadese riuscirà a raggiungere ancora le vette artistiche di "Jagged little pill", siamo convinti che anche stavolta non ci deluderà. Nell'attesa, la bella Alanis ha già regalato ai suoi fans ben tre singoli tratti dall'album di prossima uscita, e precisamente "Diagnosis","Reasons I Drink" e"Smiling". Che fanno ben sperare...
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