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Cinema

'La brigata del diavolo', dalla Norvegia a Sant'Elia: un film tratto dalla realtà

Una missione impossibile, un gruppo di “rifiuti” e una battaglia da vincere. Il film di McLaglen si sofferma sulla Campagna d'Italia

L a brigata del diavolo è un film del 1968 di Andrew V. McLaglen con William Holden nella parte del tenente colonnello Robert Frederick cui viene affidato dai superiori, in vista di un'azione di commando in Norvegia, un compito al limite dell'impossibile: «Ha meno di tre mesi per trasformare questo gruppo di sbandati nel miglior reparto combattente». A Frederick il compito riuscirà egregiamente. Subito dopo i titoli di testa, infatti, una didascalia ci informa che il film è «dedicato agli uomini della Prima Squadra Speciale nota ai nemici come la brigata del diavolo». Alla fine del film nessuno ricorda più che si tratta di uomini provenienti quasi tutti dalle galere militari in competizione con un aggregato reparto canadese ben più organizzato e disciplinato.

Il film prenderà un po' quota nella seconda parte, ma nella prima ora non succede praticamente nulla fra scazzottate, battute e prese in giro fra yankees e canadesi e interventi della militar police. Dopo l'annullamento della missione in Norvegia con il conseguente rischio che la brigata venga sciolta, Frederick va a Washington per cercare notizie e spiegazioni. Riesce a farsi ricevere dal generale Clark le cui parole in un certo senso fanno cominciare il film: «In Italia siamo davanti a un muro di montagne difeso dalle migliori truppe dell'esercito tedesco e, come saprà, non facciamo progressi, i suoi potrebbero esserci utili?». Dinanzi allo scetticismo di un altro generale presente al colloquio, Frederick è sicuro di sé: «Attualmente dal primo all'ultimo formano il miglior reparto del mondo, ed è un fatto, non un'ipotesi!».
Clark accetta.

Per pura curiosità cinefila, seguendo Frederick che sorvola il paese di Sant'Elia Fiumerapido in ricognizione, osserviamo un'antenna televisiva ben visibile su una casa. Il generale scettico boccia il piano di Frederick di conquistare il paese con la prima squadra speciale: «Cosa crede che sia Sant'Elia, un campo di boy scout? È un punto chiave delle comunicazioni tedesche verso le montagne, altamente fortificato, ecco cos'è». Di per sé la trama è piuttosto esile e si risolve tutta in un susseguirsi di azioni più o meno spettacolari sulla falsariga di tanti film di genere.
Riprese del paese. La missione consiste solo nel prendere prigionieri, «niente sbagli, un solo sbaglio e siamo spacciati». Mentre il comandante tedesco si dedica al suo bagno ascoltando musica, molto tranquillo è sicuro di sé, gli uomini di Frederick, avanzando nel torrente, arrivano fino in paese senza essere scoperti.

I tedeschi fanno la parte delle vittime predestinate.
L'azione, solo l'azione. Mentre si rade, si profuma e si accinge a fare colazione sul terrazzo, il comandante tedesco non si accorge che gli stanno facendo prigioniera tutta la guarnigione. Quando viene fatto prigioniero, con una trovata ad effetto della sceneggiatura, trova schierati tutti i suoi uomini (compresi quelli che erano sotto la doccia) dinanzi al portone sotto il tiro delle armi nemiche. «Il paese è nostro!». Altro che fare semplicemente dei prigionieri.
Yankees e canadesi sono ormai un ottimo gruppo ben amalgamato e preparato. Per i tedeschi sono la brigata del diavolo. Ancora il generale Clark che parla del Monte La Difesa, «punto chiave dell'intero settore (...).

Da tre settimane tentiamo di toglierlo ai tedeschi senza alcun risultato e abbiamo avuto gravi perdite, ma dobbiamo prenderlo». L'altro generale, quello scettico, definisce «insensate e impossibili» le idee di Frederick che vuole conquistare il monte scalando una ripida parete dalla quale il nemico non si attende un attacco mentre in contemporanea, per distrarlo, verrà effettuato un pesante sbarramento di artiglieria. Lunga e particolareggiata sequenza della scalata. Spettacolo e suspance. Quando gli uomini arriveranno in cima per il nemico non ci sarà più scampo. Anzi, approfittando di una bandiera bianca, i tedeschi uccideranno a tradimento il maggiore Crown.

La voce fuori campo ci elenca altre battaglie e altri atti di eroismo prima dell'occupazione di Roma. La brigata del diavolo è composta da uomini che non hanno mai indietreggiato. Nel 1968 non si puo più parlare di propaganda bellica nel senso stretto del termine.
Pullulano i film di guerra di tipo altamente spettacolare (Tora, tora, 1970; I cannoni di Navarone, 1961; Ardenne '44, Un inferno, 1969; Midway, 1976). Diciamo che si prendono a pretesto recenti episodi storico/bellici per spettacolarizzarli a tutto profitto del box office. Che poi ci sia anche un risvolto di prestigio nazionale, questo è tutto un altro discorso che andrebbe approfondito in altra sede e che non riguarda solo gli Stati Uniti: basterebbe solo pensare a un film come La battaglia Okinawa prodotto dal Giappone nel 1962.

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