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Anticorruzione, la Regione affila le armi

Il direttore della struttura ha illustrato le attività messe a punto

Contro la corruzione, uno dei grandi mali italiani, la Regione Lazio sta affilando le armi.  «Abbiamo messo tanta carne al fuoco, sperando che non bruci. Una cosa è certa: questo fuoco non si spegnerà». Così Pompeo Savarino, direttore della struttura regionale per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità, ascoltato  in audizione dalla commissione consiliare speciale su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata. Savarino è approdato in Giunta nel maggio 2016. A febbraio ha approvato il nuovo piano anticorruzione regionale, sui cui contenuti ha incentrato il suo intervento alla Pisana. Tre le direttrici lungo le quali ha mosso i primi passi dal suo insediamento. «In primo luogo ho voluto fortemente rilanciare lo strumento del whistleblowing (segnalazione illeciti), finora sottoutilizzato dai dipendenti pubblici regionali, per metterlo a disposizione anche di cittadini e imprese che si interfaccino con la Regione Lazio, allargando così il raggio d'azione». Savarino si è quindi soffermato sugli adempimenti relativi alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab) presenti sul territorio regionale: «Ho trovato la massima disponibilità e collaborazione per mettere su una piccola squadra in grado, in pochi mesi, di colmare il grande vuoto di informazioni sul patrimonio disponibile e sulla natura giuridica di ciascun Ipab: oggi perlomeno siamo in grado di comprendere l'entità di ciò di cui stiamo parlando, ferme restando alcune criticità come l'assenza di revisori dei conti in alcuni istituti e, più in generale, una gestione troppo disomogenea da istituto a istituto». Secondo Savarino, è auspicabile una semplificazione del quadro delle Ipab, anche mediante fusioni e privatizzazioni. Il direttore ha annunciato inoltre che la sua struttura analizza oramai in maniera analitica e non più a campione tutte le dichiarazioni e le autocertificazioni relative a inconferibilità e incompatibilità degli incarichi attribuiti dalle Ipab. Il terzo filone affrontato da Savarino ha riguardato i bandi, in via di definizione, riguardanti l'assegnazione di strutture confiscate alla malavita organizzata. «I criteri per dare in gestione la villa confiscata simbolo dei Casamonica, ad esempio, sono all'ordine del giorno della prossima giunta regionale e in settimana contiamo già di approvare il relativo bando, al quale spero davvero partecipino tante realtà della società civile».

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