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Ciclismo paralimpico, il monticiano Crispino non molla...e fa 91 in Ciociaria!

Terminato il tour dell'atleta Francesco Perna, detto Crispino, a Colle S.Magno. Un traguardo importante tagliato nel giorno del suo compleanno

Una vera e propria impresa. Forse da molti ritenuta impossibile, ma non da lui e dal suo team. Il suo motto "Io non mollo" lo ha accompagnato tappa dopo tappa, ma a dare lo sprint finale all'atleta di ciclismo paralimpico di Monte San Giovanni Campano, Francesco Crispino Perna, in forza alla Velosport di Ferentino, sono state le tante persone che lo hanno atteso, accolto, incitato, lungo le strade dei 91 comuni della provincia di Frosinone che ha raggiunto con la sua handbike, fedele compagna di viaggio che lo aiuta a lottare contro l'Atassia di Friedrich. Ha iniziato l'avventura nel 2018, poi ripresa in maniera più assidua dopo il lockdown.

Come nasce l'idea?
«L'avventura è iniziata il 25 settembre 2018 varcando il cartello di Monte San Giovanni Campano. Quel giorno il mio preparatore e amico, Alessandro Ferazzoli, mi fermò dicendo "ti faccio una foto sotto il cartello". E proprio allora mi è venuta l'ispirazione. Si è accesa una lampadina che ha smosso la mia pazzia: perchè non toccare tutti e 91 comuni della Provincia di Frosinone con la mia handbike lanciando il messaggio che l'Atassia e la disabilità non devono far paura, bensì essere sfidate e magari un giorno vinte?».

Lo scorso anno c'è stato un piccolo rallentamento…
«Nel 2019 sono stato impegnato con gare agonistiche a livello nazionale, quindi, il tempo per girare la Ciociaria era molto limitato. Poi è scoppiata la pandemia a inizio 2020, è arrivato il Covid-19 e di conseguenza il lockdown. Alla ripresa, sappiamo tutti, sono state sospese le gare e allora con i miei amici, con gli allenatori abbiamo deciso di "approfittare" dello stop per portare a termine l'impresa. Impresa che all'inizio è stata vista un po' da tutti come una cosa più grande di noi, non realizzabile, ma come si sa nulla è impossibile, dobbiamo farlo capire soprattutto alla nostra mente. Tutto che che desideriamo possiamo in qualche modo realizzarlo e anche davanti alle difficoltà  e alla disabilità».

A maggio scorso ha ripreso il tour…
«Ecco quindi che da maggio è stato possibile allenarsi di nuovo su strada. Per raggiungere i luoghi più vicini sono partito direttamente da casa con la bici. Per raggiungere, invece, comuni più lontani, ho usufruito anche del furgone messo a disposizione dalla società Velosport Ferentino. Partenza all'alba per raggiungere il comune da dove poi facevamo il giro definito e studiato dal mio preparatore Ferazzoli. E così gin domenica, giro dopo giorno siamo riusciti ad appassionare molti ciclisti, molte persone che si fermavano in strada, mi incitavano ad andare avanti, a continuare. Per me è stato un grande orgoglio, mi hanno dato la forza per aumentare ancora di più questa mia energia che fortunatamente possiedo».

Da Berlino sulle strade della Ciociaria…
«Arrivati a inizio settembre con pochi comuni che mancavano, ai miei amici è venuta l'idea di concludere l'avventura nel giorno del mio compleanno con una tappa singola. Lo scorso anno nello stesso periodo ero tra i partecipanti della maratona di Berlino in mezzo a tantissime persone. Però l'emozione provata domenica scorsa è stata maggiore a quella vissuta a Berlino. Non è quindi importante il luogo, nè il prestigio dell'evento, ma quello che si cerca di trasmettere. A Berlino ero io "contro" tutti, in questa avventura ho voluto invece dare un messaggio preciso a molte persone che chi per un motivo chi per un altro in questa società, in questo periodo, soffrono e non sono così forti. Su quelle strade ero io con loro».

Quale comune le è rimasto maggiormente nel cuore?
«La provincia di Frosinone ha tanti borghi, luoghi caratteristici, che non hanno nulla da invidiare a nessun altro paese. Molte volte siamo abituati ad andare fuori, a non apprezzare quello che abbiamo. Ogni tappa è stata bella. Quella che mi è rimasta più nel cuore è stata la tappa San Biagio Saracinisco, passando per il lago di Cardito, Viticuso, Acquafondata, Valle Rotonda, Cervaro fino ad arrivare a San Vittore del Lazio. Salite dure lungo il percorso, ma allo stesso tempo uno scenario peculiare, bellissimo, sembrava di essere, per chi ne è intenditore, in una delle tappe più rinomate del Giro d'Italia o del Tour de France. Lì abbiamo toccato i 1052 metri di altezza».

L'ultima tappa è stata festeggiata nel migliore dei modi…
«Ultima tappa a Colle San Magno nel giorno del mio compleanno domenica 27 settembre. Un'emozione unica. Bellissimo vedere tutta quella gente che mi aspettava per farmi gli auguri e per dare ancora più valore al messaggio che ho voluto trasmettere a tutti: nulla è impossibile. E tutto ciò è stato possibile grazie ai miei genitori, a Pietro Coratti, Alessandro Ferazzoli, Enrico Giona e Marco Colasanti che mi hanno accompagnato in bici. Grazie a Biagio Saccoccio e a Gerardo Palmisano per il puntuale sostegno e alla Velosport Ferentino per averci messo in condizione di raggiungere i comuni lontani».

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