31.10.2017 - 10:53
L'ex premier Renzi e l'Ad di Fca Marchionne durante la visita del novembre scorso
I riflettori del mondo sullo stabilimento Fca di Piedimonte San Germano, quello dove Marchionne ha voluto far rinascere il marchio Alfa Romeo con Giulia prima, e Stelvio poi. E già altri sono i modelli in cantiere, dalla Giulia Coupè, all'ammiraglia Alfetta, fino ad arrivare a un Suv di più grandi dimensioni. Ma i buoni propositi di Marchionne, unitamente alle speranze del territorio, rischiano di andare ad infrangersi contro la dura legge dei numeri che, con la loro forza intrinseca, non lasciano spazio a diverse interpretazioni su quello che sta accadendo nella fabbrica ai piedi dell'Abbazia di Montecassino, motore dell'economia del Lazio Meridionale dove lavorano circa 5.000 operai provenienti non solo dalla Ciociaria ma anche dalla provincia di Latina, dal molisano e dal casertano.
I numeri
E cosa dicono i numeri dello stabilimento? Che il rapporto tra le auto vendute e gli operai assunti è assolutamente sbilanciato. Lo spiegano i sindacati che evidenziano come la media è sproporzionata: in esubero ci sarebbero non solo i circa 800 neo assunti interinali, ma anche qualche centinaio di tute rosse tra le 4.300 assunte a tempo indeterminato. Cosa fare, dunque, in questa situazione? Non confermare i contratti, dare una proroga solo ad alcuni ed altri no, sarebbe la firma di Fca sul fallimento del progetto Alfa Romeo che, per Cassino, lo ricordiamo, prevedeva ben 1.800 assunzioni. Altri mille giovani sono difatti in attesa di essere assunti dopo aver fatto tutti i colloqui e le visite mediche. Ma Marchionne e Altavilla - che stanno attentamente studiando la situazione - ovviamente non hanno alcuna intenzione di mettere questa firma. Si potrebbe quindi procedere con una proroga per tutti: ma il dato di fatto è che la produzione di Giulia è Stelvio, così com'è l'impostato della produzione di Cassino - ovvero 265 unità a turno - è oggettivamente in esubero.
Giulietta la più amata
Poi parla un "vecchio" lavoratore che da anni è sulla catena di montaggio. E tuona: «Giulietta continua ad essere una macchina molto venduta. Su Giulia e Stelvio la differenza la doveva fare la qualità. Ma c'è una buona qualità del prodotto solo laddove c'è una buona qualità di vita lavorativa. Non si può pensare di fare in 56 secondi su Giulia e Stelvio quello che sulle altre catene di montaggio delle rivali dello stesso segmento di Giulia e Stelvio fanno in 4 minuti. Poi, è ovvio, che le vetture che noi produciamo restano sui piazzali. Il progetto Alfa e il polo del lusso va rivisto: prima che sia troppo tardi. Prima che torni la grande crisi».
Sindacati agguerriti
Intanto, poco fa è stato diffuso un volantino a firma congiunta da parte dei sindacati con il quale si ricorda come tra poche ore scadranno i contratti e nessuno sa nulla visto il perdurare del silenzio da parte dell'azienda. I sindacati sono sul piede di guerra e per il pomeriggio odierno non è escluso uno stato di agitazione all'interno dello stabilimento.
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