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L'intervista

Gerardo Vacana e il primato della cultura

L'intuizione di istituire il “Premio letterario Val di Comino”, gli ospiti illustri e l'edizione di quest'anno. A tu per tu con il poeta, traduttore e saggista

gerardo vacana

Gerardo Vacana, poeta, traduttore e saggista

Nato a Gallinaro il 28 febbraio 1929, poeta, traduttore, saggista. È lui ad aver fondato nel 1976 il Premio Letterario "Val di Comino" e a presiederlo ancora oggi.
Stiamo parlando di Gerardo Vacana. Laureatosi in lettere a Firenze, con una tesi su Madame de Lafayette, ha insegnato anche a Liegi (Belgio) e Lione (Francia) ed è stato preside della scuola media di San Donato Valcomino e del liceo classico "Vincenzo Simoncelli" di Sora. Rettore del convitto nazionale "Tulliano" di Arpino per tre anni e amministratore provinciale per dieci anni, ha ricoperto l'incarico di vice presidente della Provincia.

Tra i poeti viventi più tradotti al mondo, i suoi libri hanno trovato la traduzione in francese, spagnolo, inglese, russo, turco, greco, svedese ed esperanto. È considerato dalla critica il successore poetico in Ciociaria di Tommaso Landolfi e di Libero De Libero. Nel 1999 ha dato vita a una "Linea metafisica (o solare)", basata sul nesso poesia-filosofia-utopia. Nel 2000 a Neuchatel (Svizzera) gli è stato attribuito il prestigiosissimo premio "Blaise Cendrars" per la poesia. Con lui abbiamo fatto il punto sul "Premio Val di Comino".

Quarantotto edizioni senza interruzioni, praticamente mezzo secolo, come nasce il "Premio letterario Val di Comino"?
«Nasce nel 1976 in seno al consiglio provinciale di Frosinone, su mia proposta, al fine di promuovere un territorio per alcuni aspetti ai margini e svantaggiato, come poteva essere Alvito e la Val di Comino. Partimmo subito col piede giusto: Libero De Libero presidente di giuria, con altri qualificati scrittori, che poi passò il testimone a Giorgio Barberi Squarotti».

Cosa fa il prestigio di un riconoscimento letterario?
«Il prestigio di un riconoscimento letterario è nella scelta dei premiati. Sono passati da qui i più grandi scrittori italiani, tutti in qualche modo rimasti vicini al territorio e alle nostre iniziative. Un evento legato come pochi alla Val di Comino e alla Ciociaria, nato anche allo scopo di salvaguardarne la bellezza. Ci ha caratterizzato negli anni anche la difesa dell'ambiente, impegnandoci in prima linea in una decisa e incondizionata salvaguardia di ciò che ci circonda. Negli anni 80 gli scrittori premiati mi affiancarono nella battaglia per la tutela delle acque del fiume Melfa e contro la costruzione di un mega invaso sullo stesso fiume. Prese di posizione non solo qualificanti, ma che hanno avuto la meglio anche grazie, come detto, all'adesione dei maggiori nomi della letteratura e della cultura italiana e internazionale, che di anno in anno scoprivano questo territorio. Si aggiungano i celebri convegni di studi organizzati e promossi sempre dal nostro Centro studi letterari e le decine di edizioni degli "Incontri Internazionali di Poesia"».

Sfogliando l'albo d'oro compaiono i nomi più illustri della nostra letteratura. Da Mario Luzi ad Andrea Zanzotto, ma anche Edoardo Sanguineti, Tonino Guerra, Maria Luisa Spaziani. Poi Claudio Magris, Giorgio Albertazzi, Giancarlo Giannini, Michele Placido. Immaginiamo quanti aneddoti…
«È vero, sono passati da Alvito i più grandi. Claudio Magris – premiato per la prima volta per la Saggistica nel 1979 – accettò di tornare a prendere un secondo premio per la sezione narrativa, preferendo i nostri ad altri riconoscimenti. Lo stesso potrebbe dirsi per Mario Luzi. Nel 1991 quando lo premiammo, la Rai si collegò in diretta dal nostro Premio nell'edizione serale del Tg 1. Nel 1993, quando premiammo lo scrittore Giacomo Oreglia – fondatore tra l'altro dell'Italica di Stoccolma – si presentò ad accompagnarlo il premier svedese. Prima che morissero, facemmo appena in tempo a portare ad Alvito Giorgio Albertazzi e Giuliano Gemma. Edith Bruck è tornata qui nel 2021, dopo aver ricevuto in casa la visita del Papa e ad oltre novant'anni compiuti. Quarant'anni prima, nel 1981, avevamo già premiato il marito Nelo Risi e lei lo aveva accompagnato».

Che raccomandazione si sente di fare agli enti pubblici?
«Di sostenere la cultura del territorio, di cui i premi letterari ne sono una espressione. Un esempio da imitare è quello del Comune di Alvito che sostiene dalla nascita il "suo" Premio, che per giorni fa di questa cittadina la capitale della cultura italiana e non solo».

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