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La ricorrenza

Frosinone ricorda il suo 11 settembre

Ottant'anni fa il grande bombardamento che distrusse gran parte dell'abitato

Frosinone ricorda il suo 11 settembre

Frosinone poche ore dopo il grande bombardamento che distrusse la quasi totalità del centro storico

Sono le 22 dell'11 settembre 1943 quando dal campanile della cattedrale, il punto più alto della città, una sirena rompe il silenzio della notte, quel respiro profondo prima del balzo. È il segnale che aerei alleati stanno per sorvolare Frosinone. Le fortezze volanti con il loro carico di morte e di distruzione sono precedute da velivoli che sparano nel buio della notte centinaia di razzi che illuminano la città con una luce tanto irreale quanto allucinante. Si scatena l'inferno. La contraerea tedesca, prima con le batterie poste all'aeroporto e poi con quelle sparse in varie parti della città, non si fa attendere, divenendo ben presto, però, il bersaglio preferito degli aerei.

Le bombe cadono un po' dappertutto colpendo gravemente, l'abitato: dal Liceo-ginnasio, letteralmente sventrato, al convento delle suore agostiniane in via Cavour, ridotto ad un mucchio di rovine, all'ospedale, che si trovava allora "sul punto più alto di via Diamanti", di cui sono fortunosamente risparmiati la farmacia, qualche locale dei piani superiori e tutto il piano inferiore. Lì, per fortuna, non si registrano morti e feriti. Le conseguenze, invece, sono pesantissime nel vicino quartiere di San Martino: alla fine del bombardamento i morti saranno circa una ventina; imprecisato il numero dei feriti. La città, dopo numerosi raid aerei, sarà completamente distrutta.

«L'11 settembre rappresenta una data impressa dolorosamente nella memoria storica della città di Frosinone – ha dichiarato il Sindaco Riccardo Mastrangeli - a partire dall'11 settembre 1943, infatti, il capoluogo registrò ben 56 bombardamenti, fino a tutto maggio 1944. L'ottanta per cento della città fu rasa al suolo, tanto da far esclamare ai soldati canadesi appartenenti al Loyal Edmonton Regiment in un messaggio al proprio comando, il 31 maggio del 1944: "La città è vuota e in rovina!". A guerra conclusa, Frosinone risultò il capoluogo di provincia più devastato in rapporto al numero di abitanti ed al patrimonio edilizio. A ciò si aggiunga il terribile tributo pagato dalla nostra città in termini di vite umane. Tra gli edifici rasi al suolo vi fu anche quello della sede comunale, che da allora venne quindi collocata fuori dal centro storico, presso sedi provvisorie, fino a che la precedente amministrazione, nel 2021, nell'ottica di valorizzare percorsi e simboli identitari per rinsaldare la comune appartenenza alla comunità, non ha restituito alla Città e ai suoi cittadini, con l'apertura della sede comunale a Palazzo Munari, ciò che venne loro violentemente sottratto nel corso della Seconda guerra mondiale. La celebrazione del nostro 11 settembre avviene in un'epoca segnata da diversi conflitti tuttora in corso, tra cui quello, non molto distante da noi, tra Russia e Ucraina, a drammatica testimonianza del fatto che, purtroppo, l'atrocità della guerra non è relegata a un capitolo ormai chiuso della storia dell'umanità.
Nella commemorazione dell'11 settembre – ha concluso il Sindaco Mastrangeli – la città di Frosinone ribadisce la propria ferma condanna verso ogni forma di violenza e sopraffazione, rivolgendo un pensiero colmo di gratitudine nei confronti di coloro che, mettendo in pratica gli altissimi valori e principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale, hanno permesso al Capoluogo di risorgere dalle macerie di una lunga e sanguinosa guerra».

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