Spazio satira
Sora
24.06.2025 - 09:00
L'ospedale di Sora
Aggredito sotto i portici, poco prima di tornare a casa. L’uomo, residente in città, ha 62 anni e nelle prossime ore dovrà essere operato al naso per le fratture multiple riportate dopo i pugni ricevuti in pieno volto lo scorso venerdì sera. L’aggressore è un ventenne, che veniva applaudito dai suoi coetanei. Il sessantaduenne, in una pozza di sangue, chiedeva aiuto ai presenti, ma nessuno gli ha mostrato il suo sostegno. Il branco lo guardava e rideva, mentre il ragazzo con gli occhiali a specchio, magrolino e super eccitato, continuata ad aggredirlo sotto i portici intorno alle 23. «Ero uscito per una passeggiata, per seguire lo spettacolo in piazza Santa Restituta - ha detto l’uomo che preferisce mantenere l’anonimato - C’era molta gente e a manifestazione conclusa stavo tornando a casa, quando sotto i portici un gruppo di ragazzi mi fa uno sgambetto. Non cado, ma chiedo il perchè di quel comportamento poco civile. Subito uno di loro, che credevo minorenne, comincia a colpirmi. Prima con un pugno al centro del viso, poi un altro colpo mentre i suoi amici se la ridevano, poi un altro colpo. Ho iniziato a chiedere di fermarlo. Ho ricevuto l’indifferenza totale dei presenti, così ho chiamato i carabinieri. Avevo sangue sulle scarpe, sui vestiti, sul viso. A fermare la furia del giovane la sicurezza dell’evento che lo ha bloccato. Voleva vedermi a terra forse. Grandi sono stati l’indignazione e lo sconcerto per quanto mi è accaduto».
L’uomo è stato portato in ambulanza al nosocomio sorano e sabato ha sporto denuncia. «Poteva essere il padre, lo zio di qualsiasi persona - ha aggiunto il figlio trentenne dell’aggredito - Mio padre è un tipo tranquillo e se è capitato a lui poteva capitare a chiunque. Mentre veniva picchiato nel centro di Sora, ero con la mia famiglia a casa. Ho chiamato i carabinieri e fatto allontanare alcuni malviventi che cercavano di entrare in un’attività commerciale. I bravi ragazzi ci sono, non siamo tutti il “branco”. Quello che fa più male da figlio è pensare che mio padre era in difficoltà e nessuno lo ha aiutato».
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