La mossa alla Camera
13.11.2025 - 11:00
Il deputato di Fratelli d’Italia nonché coordinatore regionale del partito, Paolo Trancassini
La sfida della ZES unica si riaccende anche nel Lazio. E a riaccenderla è Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d’Italia e coordinatore regionale del partito, che nelle ultime ore ha ottenuto l’approvazione, in Commissione Bilancio alla Camera, di un ordine del giorno al decreto legge sulla Zona Economica Speciale. L’impegno, rivolto al Governo, è chiaro: valutare l’estensione delle agevolazioni fiscali e burocratiche anche alle province del Lazio, oggi escluse dal perimetro della ZES unica, o in alternativa varare misure di sostegno agli investimenti e di semplificazione amministrativa capaci di riequilibrare la concorrenza con le aree confinanti.
L’obiettivo, spiega Trancassini, è evitare che i territori laziali, e in particolare le aree interne e montane, subiscano «uno svantaggio competitivo derivante dalla contiguità con regioni – come Marche e Umbria – che beneficeranno di importanti vantaggi legati alla nuova ZES». La ZES (Zona Economica Speciale) prevede infatti agevolazioni fiscali, semplificazioni amministrative e incentivi agli investimenti nelle aree individuate dal Governo come prioritarie per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno. Con il recente decreto, la platea dei territori agevolati è stata ampliata anche a Marche e Umbria, ma non al Lazio, lasciando scoperti i confini di una regione che condivide con esse gran parte del tessuto produttivo e delle infrastrutture economiche.
Una scelta che, secondo Trancassini, rischia di creare «una vera e propria disparità di trattamento» a danno di intere aree provinciali. «Come ho sottolineato anche durante l’audizione in Commissione Bilancio con il sottosegretario al Sud, Sbarra – ha spiegato il parlamentare – il tema centrale, soprattutto per i territori colpiti dal sisma del 2016, è mantenere vive le comunità locali. E questo è possibile solo attraverso una fiscalità di vantaggio che incentivi cittadini e imprese a restare, a investire, a ricostruire». Per il deputato reatino, che da anni segue le questioni legate alla ricostruzione post-terremoto, «non è accettabile che località come Amatrice o altre zone del Reatino paghino una doppia penalità: quella del sisma e quella di trovarsi ai confini di una ZES che non li comprende».In altre parole, chi oggi vive e fa impresa in questi territori rischia di vedere i propri sforzi vanificati da una concorrenza alterata, dove le regioni limitrofe possono contare su incentivi economici e semplificazioni non disponibili nel Lazio. Da qui la richiesta, formalizzata nell’ordine del giorno approvato, di ampliare la ZES unica anche alle cinque province laziali.
Ma non solo: Trancassini ha voluto legare il tema della fiscalità agevolata a quello, altrettanto cruciale, delle infrastrutture strategiche. Nello stesso documento, infatti, il deputato ha chiesto all’Esecutivo di rinnovare l’impegno per il completamento dei lavori sulla strada statale Salaria, un’arteria definita “vitale” per la connessione tra Lazio e Adriatico e per la rinascita economica dei comuni del Reatino.«La Salaria – sottolinea – non è soltanto una strada, ma una condizione di sviluppo e sicurezza per migliaia di persone. Serve completarla nel rispetto dei cronoprogrammi e garantire che le risorse stanziate siano realmente utilizzate». L’approvazione dell’ordine del giorno arriva in un momento chiave per il dibattito nazionale sulla ZES unica, che dalla sua istituzione ha acceso un ampio confronto politico ed economico. Nel Lazio, in particolare, il tema riguarda non solo le aree industriali tradizionali ma anche i distretti agroalimentari e logistici, come quello del Sud Pontino, la Valle del Sacco o il porto di Civitavecchia, che potrebbero beneficiare di regimi agevolati per attrarre nuove imprese e rafforzare l’occupazione. «La ZES deve essere uno strumento di coesione e di rilancio – conclude Trancassini – non di divisione tra territori limitrofi. Il Lazio non può restare indietro: servono misure concrete e rapide per garantire pari opportunità di sviluppo alle nostre province».
L’ordine del giorno approvato in Commissione Bilancio rappresenta così un primo passo politico verso l’apertura di un nuovo confronto con il Governo e con il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale. Un passo che, se seguito da atti concreti, potrebbe ridisegnare la mappa degli investimenti e delle opportunità anche per le province laziali.
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