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Frosinone

Ipotesi dimissioni di massa

C’è chi sta sondando il terreno per capire se ci sono i numeri per l’interruzione anticipata della consiliatura. Servirebbero almeno 17 firme (su 33). Le strategie dei 9 “dissidenti”, la posizione del Pd e tutte le variabili

Ipotesi dimissioni di massa

Aggiungi un posto a tavola. Per un totale di 9. Da due anni vengono definiti i consiglieri “dissidenti”. Perché, eletti nelle liste della maggioranza, hanno preso le distanze dall’Amministrazione guidata dal sindaco Riccardo Mastrangeli. Qualche sera fa si sono ritrovati a cena nella pizzeria “Totò e Peppino”. Parliamo di Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia, Christian Alviani (Forza Italia), Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Francesco Pallone (FutuRa). Inevitabilmente avranno analizzato l’attuale momento politico, sempre più delicato e complesso.

D’altronde il botta e risposta nel corso della seduta consiliare tra Riccardo Mastrangeli e Anselmo Pizzutelli è stato indicativo. Anselmo Pizzutelli: «Sta di fatto che sono state spese ulteriori risorse per andare a pagare una variante soltanto perché voi non avevate le idee chiare». Riccardo Mastrangeli: «Il Brt rientra nel mio programma, che lei ha sottoscritto. Nonostante tutte le perplessità che lei aveva avanzato già durante la campagna elettorale, se ne è infischiato, ha firmato il documento ed è andato avanti con la sua candidatura, che poi l’ha portato a diventare consigliere comunale». Anselmo Pizzutelli: «Il sottoscritto non è diventato consigliere comunale grazie ai voti del sindaco. Mentre invece Mastrangeli è stato eletto sindaco anche grazie ai miei voti». Insomma, clima come al solito incandescente.

In ogni caso da due settimane è iniziata l’operazione “dimissioni di massa”. Nel senso di sondare il terreno e capire se ci sono i “numeri”. Bisogna arrivare a quota 17, considerando che in totale i consiglieri comunali sono 33. Naturalmente l’iniziativa nasce all’interno del gruppo dei “dissidenti”. I quali sono 9. Confidano nell’ipotesi che possano aggiungersi i 3 esponenti del Partito Democratico. Parliamo di Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi. Pare che alcuni contatti ci siano già stati, ma si tratta di un tema in corso di evoluzione. In ogni caso, nella migliore delle ipotesi, si arriverebbe a 12. Nei prossimi quattro mesi si cercherà di definire la consistenza dei malumori e dei possibili “strappi”. Considerando altresì che le candidature alle provinciali determineranno ulteriori scossoni. Comunque la si veda, però, la Lista Marzi rimane baricentrica rispetto agli assetti e alle prospettive all’interno dell’aula di Palazzo Munari. Da qualche mese 3 consiglieri della civica, Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli e Carlo Gagliardi, contribuiscono a garantire il numero legale nelle sedute di prima convocazione. Operazione assolutamente decisiva. Il quarto rappresentante della lista, Armando Papetti, invece è su un’altra posizione.
In più di un’occasione Marzi ha ribadito che non è sua intenzione assumere iniziative finalizzate all’interruzione anticipata della consiliatura. Quindi dimissioni di massa e mozione di sfiducia. Ma in politica le situazioni possono anche cambiare e più di qualcuno negli ultimi giorni ha voluto sottolineare l’ottimo rapporto dello stesso Domenico Marzi con Francesco De Angelis, presidente regionale del Pd. C’era chi aveva parlato di rapporti raffreddati. Non è così.

Sicuramente i 4 consiglieri della Lista Marzi potrebbero essere decisivi in uno scenario di dimissioni di massa. Ma potrebbero esserlo anche in un’operazione di ulteriore “blindatura” di Riccardo Mastrangeli. Lo stesso discorso, per la verità, vale nell’ipotesi (astratta, almeno ora) di un ritorno di alcuni dei “dissidenti” in maggioranza. Si tratta di un elemento che ha un proprio peso specifico (rilevante) nei ragionamenti che tutti stanno effettuando. E ciò comporta una considerazione: tutti stanno già dicendo che qualora fossero disposti a considerare le dimissioni di massa, lo farebbero a condizione di vedere prima le firme degli altri. Il risultato finale è che nessuno si fida fino in fondo di nessuno. Quindi l’operazione “dimissioni di massa” rimane in salita. Però resta aperta e anche questo è un punto da tenere presente. Nel frattempo ci saranno due appuntamenti politici di una certa rilevanza: la stagione congressuale del Pd e le elezioni provinciali. Destinati sicuramente ad avere effetti pure sulla situazione politica del Comune capoluogo.

A Frosinone il centrodestra deve fare i conti con diverse situazioni. Alla seduta del question time erano presenti soltanto 2 dei 5 consiglieri di Fratelli d’Italia, il gruppo più numeroso. Oltre che il partito di maggioranza relativa ad ogni livello: nazionale, regionale, provinciale, comunale. A inizio agosto i 2 assessori di Fratelli d’Italia non hanno partecipato alla riunione della giunta nella quale c’è stata la presa d’atto del tracciato del Brt. In aula c’è stata pure l’interrogazione di Marco Ferrara (FdI) sulla situazione del Campo Coni. Un ulteriore segnale politico. Va ricordato che neppure il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri era d’accordo sulla questione del Brt. Infatti è uscito dalla Lista Ottaviani. Certamente né Fratelli d’Italia né Massimiliano Tagliaferri assumeranno iniziative per mettere in difficoltà Mastrangeli. Fra l’altro il Sindaco è intenzionato a organizzare un summit con Fratelli d’Italia in tempi rapidi.

Ma resta il fatto che il centrodestra è lacerato nel capoluogo. Con Forza Italia (partito fondatore) all’opposizione.
Il primo cittadino ripete che in giunta c’è una “casella” libera da più di un anno. Proprio nel caso di ricucitura con Forza Italia. Però i segnali continuano a non arrivare. Della coalizione trasversale che sostiene Mastrangeli fanno parte pure Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico). Entrambi provenienti dalle opposizioni. Momento di riflessione politica anche per loro. Insomma, fase cruciale.

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