Un commissario per il congresso. Ore decisive nel Pd

Ore decisive per la nomina di un commissario ad acta che possa sbloccare la stagione congressuale del Pd. Il nome che appare in pole position, stando alle indiscrezioni, è quello di Stefano Graziano, deputato eletto in Campania. Ma nella terna di opzioni possibili ci sono pure Matteo Mauri e Vinicio Giuseppe Guido Peluffo, anche loro con una robusta esperienza parlamentare. Innanzitutto si tratta di capire quale sarà l’iter. Se cioè l’indicazione arriverà dalla segreteria nazionale e poi verrà trasmessa alla commissione nazionale di garanzia o se invece sarà quest’ultimo organo a dare l’input. In ogni caso successivamente dovrà esserci la ratifica della direzione nazionale.

Il commissario ad acta dovrà certificare l’anagrafe degli iscritti. E il punto nodale è proprio questo, perché per la commissione regionale di garanzia il tesseramento del 2024 è valido ai fini dell’iscrizione ma non per la determinazione della platea congressuale. Dunque, cosa succederà? Andranno a votare gli iscritti nel 2024 oppure si anticiperà il tesseramento 2025 chiedendo a chi ha effettuato l’iscrizione nel 2024 di confermarla per il 2025? O verrà aperta un’ulteriore “finestra”? In ogni caso i tempi sono stretti, perché il termine ultimo per la celebrazione dei congressi è il 30 giugno. Vuol dire che dopo la nomina del commissario ad acta si dovrà procedere a tappe forzate. In ogni caso.

Sul piano politico la contrapposizione è fontale. Da una parte ci sono AreaDem di Francesco De Angelis e Parte da Noi di Danilo Grossi, che sostengono la candidatura alla segreteria di Achille Migliorelli. Dall’altra Rete Democratica di Sara Battisti ed Energia Popolare di Antonio Pompeo, che appoggiano Luca Fantini. Da mesi la stagione congressuale del Pd è ferma. Ma non ci sono state mediazioni. Un faccia a faccia tra Francesco De Angelis e Sara Battisti è stato interlocutorio. Si andrà alla conta.