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Frosinone

Pd, l’enigma del congresso

Tutta l’attenzione concentrata sui ricorsi, nessuno parla più di politica. Daniele Leodori analizza la situazione. Il 7 febbraio Antonio Pompeo parteciperà a Roma ad un confronto tra le correnti Base Riformista ed Energia Popolare

Pd, l’enigma del congresso

Il segretario regionale del Pd Daniele Leodori

E adesso che succede? Per il congresso del Pd naturalmente. Per il 10 febbraio il segretario regionale Daniele Leodori ha fissato il giorno per la presentazione delle candidature alla segreteria. Che peraltro già ci sono: Achille Migliorelli (sostenuto da AreaDem di Francesco De Angelis e da Parte da Noi di Nazzareno Pilozzi) e Luca Fantini (appoggiato da Rete Democratica di Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo). Ma il nodo da sciogliere resta la definizione della questione relativa ai 33 ricorsi presentati dopo la riunione della commissione congressuale del 23 dicembre scorso. Dei ricorsi si sta occupando la commissione di garanzia del Pd Lazio, presieduta da Alberto Tanzilli.

Nei giorni scorsi c’è stata l’iniziativa di Nazzareno Pilozzi, Mauro Buschini, Silvia Magnante, Fernando Cardarelli e Chiara Bottoni (il primo fa riferimento a Parte da Noi, gli altri quattro ad Area Dem). Hanno chiesto le dimissioni da presidente della commissione regionale di garanzia del Pd Lazio di Alberto Tanzilli. Oppure l’intervento della commissione nazionale di garanzia. A giudizio dei cinque esponenti del Pd, Alberto Tanzilli sarebbe in una situazione di incompatibilità in quanto è stato presidente della commissione congressuale di Frosinone. A loro giudizio quindi non potrebbe deliberare sui ricorsi presentati, sia come presidente che come membro della commissione di garanzia. Poi hanno citato l’articolo 45, comma 5, dello statuto nazionale del Pd, rilevando che il presidente della commissione di garanzia può essere eletto una sola volta. Rilevando che Alberto Tanzilli ha ricoperto il ruolo dal 2014 al 2018. Alberto Tanzilli non ha rilasciato alcun commento. Ma è evidente che sta valutando le prossime mosse. Certamente dirà la sua.

Sul piano politico è difficile ipotizzare cosa può succedere. Perché c’è una totale mancanza di dialogo tra le diverse “correnti”. E se la prospettiva è quella di “contarsi” al congresso, bisognerà capire quando e come. Fra l’altro ci sarà inevitabilmente un “dopo” congresso. Non c’è traccia di un terreno condiviso. Nessuna certezza sui tempi. Sullo sfondo del dibattito politico (a distanza) c’è chi tra le opzioni possibili inserisce altresì la nomina di un commissario ad acta, che porti il partito al congresso. Nel frattempo il segretario regionale Daniele Leodori sta analizzando la situazione. Vedremo cosa succederà, ma senza una soluzione politica è difficile sbrogliare la matassa.
Intanto l’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo, referente di Base Riformista, il prossimo 7 febbraio parteciperà ad una riunione a livello nazionale tra le componenti Base Riformista di Lorenzo Guerini e Alessandro Alfieri ed Energia Popolare di Stefano Bonaccini. Capiremo presto se i “centristi” intendono spostare l’asse del Pd. La presenza di Pompeo ad un summit del genere è comunque indicativa.

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