Spazio satira
Politica
23.11.2024 - 11:33
I segnali vanno tutti nella direzione di un congresso di “confronto”, che poi è un termine edulcorato per evitare che si parli di “conta”. Perlomeno in questa fase. Ci riferiamo alla stagione congressuale della federazione provinciale del Partito Democratico. L’individuazione di un profilo di garanzia, come quello di Alberto Tanzilli, per la presidenza della commissione congressuale, è stato sicuramente un passo avanti per sbloccare lo stallo del momento. La prossima settimana, in sede di Direzione, verranno indicati gli altri dieci membri dell’organismo. Questo lo schema individuato: 4 di AreaDem di Francesco De Angelis, 3 di Rete Democratica di Sara Battisti, 2 di Base Riformista di Antonio Pompeo, 1 della componente di Elly Schlein. Quindi si procederà con l’ultima fase del tesseramento, che si concluderà il 31 dicembre. Il 7 gennaio 2025 dovranno essere ufficializzate le candidature alla segreteria. Poi si terranno le assemblee dei circoli, dall’11 gennaio al 2 febbraio. L’atto finale sarà la riunione dell’assemblea provinciale, che dovrà celebrarsi entro l’8 febbraio 2025. Dunque voteranno gli iscritti. Ecco perché il tesseramento sarà fondamentale. Forse decisivo.
Dicevamo che continua a respirarsi un’aria di “conta”. La sensazione è che sia Daniele Leodori che Claudio Mancini vogliano lasciare piena libertà di azione ai livelli locali. Daniele Leodori è segretario del partito nel Lazio, oltre che consigliere regionale. Ma pure uno degli elementi di punta di AreaDem di Dario Franceschini. Mentre Claudio Mancini, parlamentare, è il referente di Rete Democratica. Sul piano provinciale è innegabile la tensione tra le componenti di Francesco De Angelis e Sara Battisti. Fino a maggio entrambi facevano parte di Pensare Democratico, la corrente fondata proprio da De Angelis. Poi le strade si sono divise. Ma è evidente che tanti esponenti Democrat sono rimasti spiazzati da questo. Vedremo quello che succederà al congresso. Francesco De Angelis è convinto di avere la maggioranza all’interno del partito e sulla stessa lunghezza d’onda sono sintonizzati i fedelissimi: Mauro Buschini, Adriano Lampazzi, Marco Delle Cese. Probabile che possa essere cercata un’intesa con la componente della Schlein, rappresentata alle recenti riunioni da Nazzareno Pilozzi. Nei mesi scorsi, proprio per la segreteria era circolato con insistenza il nome di Danilo Grossi.
Diametralmente opposta la visione di Sara Battisti. Per la consigliera regionale non si può non ripartire da un giudizio sulla segreteria di Luca Fantini, che ha portato a termine il mandato. Anche Fantini, come il vicepresidente della Provincia Enrico Pittiglio, fa parte dell’area Rete Democratica. C’è quindi Base Riformista di Antonio Pompeo, al quale la Battisti guarda nell’ambito di una possibile convergenza al congresso.
Il Pd provinciale è disabituato ad una confronto-conta. Da diversi anni gli assetti della segreteria sono determinati da equilibri e rapporti di forza consolidati, che adesso però sono venuti meno. In ballo non c’è soltanto la nuova governance del partito, ma anche tutto il resto. In prospettiva sono le candidature “pesanti” la vera posta in palio. A cominciare dalle regionali, punto di forza dei Democrat perfino nei periodi più complicati. Quando cioè il centrodestra è più forte. Nel 2018 il Pd ha eletto due consiglieri (Mauro Buschini e Sara Battisti), nel 2023 uno (Sara Battisti). In entrambi i casi il ruolo di Francesco De Angelis è stato decisivo. Così come nel 2023 le 15.000 preferenze di Antonio Pompeo si sono rivelate fondamentali per far scattare il seggio, conquistato poi dalla Battisti (17.000 voti). Diverso è il discorso per Camera e Senato, perché nelle due ultime tornate le candidature blindate (nei collegi proporzionali) sono andare a esponenti di caratura nazionale e regionale. Non locale.
Un tema che sicuramente farà parte del dibattito congressuale. Finora comunque a risuonare sono i tamburi di guerra. Politica naturalmente.
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