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Partito Democratico nella palude. La Direzione “salta” ancora

Riunione rinviata per la seconda volta consecutiva dopo ore convulse di confronti e febbrili contatti telefonici. Il tavolo si è rovesciato sull’individuazione di un presidente di garanzia. E tra le correnti cresce la voglia di una “conta”

Partito Democratico nella palude. La Direzione “salta” ancora

Luca Fantini, Elly Schlein e Daniele Leodori

“Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente!”. La frase è di Mao Zedong: si riferiva al caos della società cinese, che avrebbe favorito il suo movimento rivoluzionario. Nel Pd provinciale per il momento c’è soltanto una enorme confusione sotto il cielo. Quale potrà essere il “punto di caduta” sulla composizione della commissione congressuale nessuno lo sa. Certo è che dopo due giorni di riunioni a raffica e di contatti telefonici convulsi, il risultato finale è stato quello dell’ennesimo rinvio della seduta della direzione provinciale. La seconda consecutiva. E stavolta avrebbe dovuto partecipare il segretario regionale Daniele Leodori. Il quale probabilmente doveva aver fiutato l’aria, dal momento che in mattinata aveva fatto sapere che la soluzione unitaria dovevano trovarla i livelli locali.

Il rinvio all’ultimo momento
Luca Fantini e Stefania Martini, rispettivamente segretario e presidente provinciale del Pd, hanno dato comunicazione del rinvio della riunione circa due ore prima dell’inizio dei lavori. I quali hanno scritto: «Il rinvio ad oggi della direzione provinciale, su richiesta del segretario regionale, era finalizzato alla definizione di una proposta unitaria in relazione alla composizione della commissione del congresso. Nonostante le interlocuzioni avviate nelle scorse ore, allo stato attuale non si è delineata una proposta condivisa». Proseguono: «Per questa ragione, al fine di promuovere tutte le azioni finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo suddetto, la direzione prevista per oggi è rinviata a data da destinarsi. Ci scusiamo per il poco preavviso». Domenica pomeriggio Luca Fantini aveva convocato i referenti delle diverse correnti. Per AreaDem di Francesco De Angelis c’era Mauro Buschini, per Rete Democratica di Sara Battisti era presente Giampiero Di Cosimo. La componente di diretto riferimento di Elly Schlein era rappresentata da Nazzareno Pilozzi, mentre per quella del vicepresidente Antonio Pompeo (Base Riformista) c’era Diego Cecconi. La fumata era stata ancora una volta nera. Ieri mattina è ripreso il summit, ma è stato immediatamente chiaro a tutti che la notte non aveva portato consiglio. Le ore successive sono state convulse sul piano politico, con i telefonini dei big letteralmente roventi. Alla fine però nessun accordo e conseguente rinvio.

Cosa sta succedendo
L’unica certezza è rappresentata dal fatto che una sintesi non è stata trovata. Al punto che c’è stata una lunga telefonata tra Daniele Leodori e Luca Fantini. Sul tavolo ci sarebbe (il condizionale è d’obbligo) la proposta di AreaDem sulla composizione della commissione di garanzia: 4 membri ad AreaDem, 3 a Rete Democratica, 2 a Base Riformista, 1 all’area della Schlein. Il dibattito si è arenato sulla scelta del presidente, che necessariamente dovrà essere una figura di garanzia. Per AreaDem dovrebbe essere un esponente di livello regionale, per Rete Democratica invece di valenza provinciale. Ma è evidente che in questa fase ogni componente dà la sua narrazione. Domenica pomeriggio Fantini aveva avanzato uno schema paritario: 2 esponenti ad ogni corrente, compresa quella di Gianni Cuperlo, la referente della quale è Alessandra Maggiani. Il fatto è che però Cuperlo ha sciolto la sua componente sul piano nazionale. In ogni caso le dinamiche sono soprattutto altre. Si sta andando a grandi passi verso un congresso di “conta”. AreaDem di Francesco De Angelis è convinta di avere la maggioranza e per questo motivo ha sollecitato una votazione in direzione sulla composizione della commissione congressuale. Poi naturalmente ci sono altresì le possibili alleanze tra le correnti. Non è un mistero che AreaDem potrebbe arrivare ad un asse di ferro con la componente della Schlein. Mentre Rete Democratica di Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo potrebbero trovare delle convergenze. Si tratta comunque di scenari in evoluzione.

Braccio di ferro su tutto
Al punto in cui si è arrivati e per come si sono messe le cose, una eventuale intesa sulla composizione della commissione cambierebbe poco sul versante degli scenari congressuali. L’attenzione si sposterebbe sulla fase del tesseramento, che si chiuderà il 31 dicembre. Poi il 7 gennaio la presentazione delle candidature alla segreteria. Quindi l’inizio dei congressi di circolo e poi l’atto finale in sede di assemblea. Ma siccome l’esito del congresso dipenderà dal voto degli iscritti è chiaro a tutti che la partita vera si giocherà sul tesseramento. Questo spiega il perché dello scontro durissimo in corso sulla commissione. Ci sono comunque altre situazioni da tenere presenti. Intanto il livello regionale: Daniele Leodori (segretario ma pure elemento di spicco di AreaDem) e Claudio Mancini (referente di Rete Democratica) potrebbero dialogare. Mancini ha posto il tema della presidenza del partito nel Lazio, perché per quella carica venne attribuita a Francesco De Angelis quando faceva parte di Rete Democratica. Poi ha aderito ad AreaDem. Claudio Mancini pone un problema di riequilibrio tra le componenti. Bisognerà vedere quali saranno le strategie di Daniele Leodori. Poi c’è la questione dei tempi. Tale situazione può influire sui congressi provinciali. Impossibile dirlo adesso, saranno fondamentali i tempi. Però dal clima incandescente che si respira nel Pd provinciale è complicato oggi immaginare una soluzione diversa dalla “conta”.

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