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La stanza della domenica

Chi verifica la verifica? Torre di Babele al Comune

Nel confronto (inesistente) tra due debolezze, la maggioranza di centrodestra va avanti (male), mentre le opposizioni di centrosinistra sono “non pervenute”

Chi verifica la verifica? Torre di Babele al Comune

Nel confronto (inesistente) tra due debolezze, la maggioranza di centrodestra va avanti (male), mentre le opposizioni di centrosinistra francamente sono “non pervenute”. Parliamo del Comune di Frosinone, dove sta andando avanti una verifica politica che è complicato perfino declinare. Forza Italia ha annunciato l’appoggio esterno al sindaco Riccardo Mastrangeli dopo il no del primo cittadino alla richiesta di azzeramento. Gli “azzurri” hanno chiesto all’assessore Adriano Piacentini di dimettersi. Quest’ultimo rifletterà sul da farsi: potrebbe restare con il sostegno del consigliere Cinzia Fabrizi (corteggiata anche dalla Lista Ottaviani) oppure come tecnico esterno di fiducia del primo cittadino.

La Lista Ottaviani ha perso due consiglieri, Teresa Petricca e Giovambattista Martino, che insieme a Francesco Pallone (eletto nella Lista Mastrangeli) hanno costituito un nuovo gruppo, FutuRa. La Lista Mastrangeli è rimasta con due esponenti, Anselmo Pizzutelli (capogruppo) e Maria Antonietta Mirabella, che da ottobre hanno un atteggiamento critico. In quanti altri Comuni la civica di diretto riferimento del primo cittadino è sostanzialmente all’opposizione? Con Pizzutelli e Mirabella c’è il capogruppo della Lega Giovanni Bortone. Con il gruppo consiliare del Carroccio nella sostanza diviso tra Dino Iannarilli (in maggioranza senza se e senza ma) e Giovanni Bortone. Da ormai quattro mesi Alessandra Sardellitti si è dimessa da assessore. Senza che la rappresentanza in giunta attribuita due anni fa in quota al gruppo di Mauro Vicano, in virtù dell’intesa al ballottaggio, sia stata ripristinata. Insomma, gli assetti dei gruppi consiliari e dell’esecutivo sono assai differenti da quelli in fase di partenza. Eppure si decide di non decidere. Sistematicamente.

Una situazione kafkiana che sta bene a tutti
Più di qualcuno, almeno tre volte al giorno, fa riferimento al documento di inizio consiliatura, in base al quale la giunta non sarebbe stata cambiata per scomposizione dei gruppi e cambi di casacca. Il problema è che nessuno poteva immaginare una situazione del genere. Non c’è soltanto la mancata corrispondenza tra l’assetto dell’esecutivo e la consistenza numerica e politica dei gruppi. In realtà si è registrato un diffuso e tacito “tana libera tutti”. In consiglio comunale le delibere vengono approvate mediamente con 16 voti. A volte si arriva a 17, spesso si scende a 15 e 14. Perfino a 13 e 12. Con il meccanismo della seconda convocazione i problemi vengono superati agevolmente. Nessuno però in tutti questi anni ha sentito il bisogno di sottolineare come la seconda convocazione limita di molto il dibattito in aula e contribuisce a far perdere centralità al Consiglio. Tornando alla maggioranza, l’unità è una categoria platonica. Gruppi, partiti e liste civiche non comunicano tra loro, si guardano in cagnesco e tramano continuamente per indebolire l’alleato. Inoltre quasi tutti hanno problemi al proprio interno. Fratelli d’Italia ha posto il tema della necessità di fare ordine perlomeno sul piano del sostegno dei consiglieri agli assessori. Vedremo come si concluderà questa infinita verifica che nessuno però sembra voler... verificare. Una delle domande è: all’interno del centrodestra qualcuno vuole davvero togliere la fiducia al sindaco chiedendo il ritorno alle urne? Finora in diversi hanno tirato la corda al limite, evitando accuratamente che si spezzasse però. Quindi c’è il tema delle opposizioni: vero che i consiglieri sono 11 (su 33), ma se perlomeno fossero compatti nelle presenze in aula e nella strategia, già questo rappresenterebbe un punto di partenza. Invece in Consiglio le assenze sono ormai sistematiche: tra le 4 e le 5, a volte si arriva a 6. Inoltre in due anni mai ci sono stati segnali (neppure timidi) di operazioni politiche che le minoranze fanno... per statuto. Magari una mozione di sfiducia, magari perfino valutare se ci sono spazi per le dimissioni di massa. Nulla di tutto questo. Anzi, semmai si lanciano segnali (in modo diverso) per far capire al sindaco e alla maggioranza che potrebbero aprirsi spazi importanti. In una situazione di questo tipo non stupisce che l’Amministrazione Mastrangeli continui ad andare avanti, pur se tra mille contraddizioni e debolezze.

La conferenza dei sindaci e l’Atto aziendale
Qualche giorno fa la conferenza dei sindaci ha approvato il nuovo Atto aziendale della Asl. Con 42 voti favorevoli, in rappresentanza di quasi il 60% della popolazione residente. Non sono mancate le solite polemiche, che fanno parte del gioco. Detto questo, però, basta con le ipocrisie. Da sempre la conferenza dei sindaci risponde anche a logiche politiche. Da sempre il peso della Regione Lazio nelle dinamiche degli enti intermedi è preponderante. Lo è stato nei dieci anni di amministrazione del centrosinistra di Nicola Zingaretti, lo è adesso che governa il centrodestra di Francesco Rocca. Però il voto favorevole all’Atto aziendale ha diversi profili di trasversalità. Come è accaduto un anno fa per il rinnovo della governance della Saf. Come è successo in altre occasioni. Fare finta che tutto questo non esiste è semplicemente impossibile. Poi è chiaro che alla fine saranno i profili operativi a fare la differenza. L’Atto aziendale va inquadrato in un contesto di politiche sanitarie che hanno una dimensione regionale. È perfino normale che ci siano impostazioni diverse tra i partiti. Ma va preso atto di un contesto politico profondamente mutato in provincia di Frosinone. Specialmente da quando c’è stato il cambio della guardia alla Regione. Meraviglia che più di qualcuno continui a meravigliarsi.

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