Spazio satira
La situazione
26.10.2023 - 12:00
L'immagine di una seduta del consiglio regionale del Lazio
Fondo taglia tasse, esplode la polemica politica alla Regione Lazio. Ma non solo: c'è anche un aspetto di carattere sindacale. Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l'assessore al bilancio Giancarlo Righini hanno inviato una lettera al Prefetto di Roma per spiegare i motivi che hanno portato, come si legge in una nota, «all'impossibilità di rifinanziare, nel bilancio 2023, il fondo per la riduzione fiscale, e per annunciargli il metodo di lavoro che verrà attuato nel 2024, frutto di un accordo proposto ai rappresentanti delle associazioni sindacali e al momento già sottoscritto dalla Cisl». Per Rocca il Fondo nel 2023 non sarà rifinanziato per la «mole di debiti» del Lazio da risanare, ma verrà ripristinato nel 2024.
La posizione della Regione
Sia Rocca che Righini «hanno sottolineato come la Regione, sulla quale grava una mole di 22,3 miliardi di euro di debiti finanziari, in questi primi mesi di governo abbia dovuto risanare un disavanzo sanitario di 218 milioni, e un ulteriore aggravamento dei conti a seguito della parifica del Rendiconto 2022, la quale ha peggiorato il risultato di amministrazione di 170 milioni e censurato operazioni, parificandole con riserva, per ulteriori 103 milioni, per un totale di oltre 270 milioni». Rocca e Righini hanno rassicurato «sulla volontà da parte dell'Amministrazione, nella programmazione 2024, di rifinanziare il fondo per la riduzione della pressione fiscale, ovviamente nei limiti delle risorse effettivamente disponibili, alleggerendo il carico fiscale delle famiglie più bisognose e delle imprese».
Il Pd all'attacco
Sara Battisti, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione speciale Piani di Zona, attacca e rileva: «L'azzeramento del fondo taglia tasse da parte dell'Amministrazione Rocca produrrà un sostanzioso aumento dei tributi per circa 2 milioni di lavoratori e pensionati nel Lazio, con punte fino a 400 euro l'anno. Era stato approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la maggioranza a rifinanziare il fondo, un altro impegno disatteso. Una vera stangata per le famiglie in una fase così complicata per l'economia.
Aumenti delle tasse, peraltro, che colpiscono le fasce più deboli della popolazione in una regione in cui una persona su quattro risulta a rischio di esclusione sociale e povertà». Aggiunge: «Nello specifico i più colpiti saranno i redditi tra i 15.000 e i 35.000 euro, coloro cioè che con l'Amministrazione Zingaretti avevano beneficiato di uno sconto sull'addizionale Irpef. L'aumento della pressione fiscale si va ad aggiungere agli aumenti del costo della benzina, ad un caro prezzi irrefrenabile, ad una situazione generale che mette sempre più famiglie a rischio povertà».
L'intervento della Cisl
La Cisl ha firmato l'accordo sindacale per la riduzione della pressione fiscale. Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl Lazio, nota: «Le strade possibili sono due. La prima è quella di impegnarsi e di assumersi le proprie responsabilità alla luce delle situazioni reali e attuali. Economiche, finanziarie e sociali. Trattando nei tavoli appositamente costituiti, con l'obiettivo di ottenere il massimo per i lavoratori e i pensionati. La seconda strada è quella di tirare il pallone in tribuna, urlando e dire che va tutto male. Finendo con il dipingere inevitabilmente una notte nella quale tutti i gatti appaiono neri. E questo significa non distinguere le situazioni, significa fare di tutta l'erba un fascio.
Ci sono dei momenti in cui la mobilitazione è sacrosanta, vale la pena scendere in piazza e la Cisl del Lazio su questo non si è mai tirata indietro. Ma non è questo il caso ed il momento. Sicuramente non lo è per la Cisl del Lazio. Ci riferiamo all'accordo sottoscritto con la Regione per la riduzione della pressione fiscale, una firma che rivendichiamo con orgoglio perché apre un confronto dove la Giunta Rocca ha proposto ai sindacati di confrontarsi. Ma i fatti ci dicono che l'unico sindacato che vuole contrattare è la Cisl. Gli altri hanno scelto percorsi diversi. Sono stati individuati degli step precisi: a gennaio e a marzo, quando si verificherà la situazione.
E poi ad aprile 2024, quando "si valuteranno gli esiti del confronto e si esamineranno altri possibili interventi al fine di rendere di carattere strutturale la riduzione della pressione fiscale". Non siamo abituati a ragionare aprioristicamente, non siamo abituati a dare letture partitiche a trattative di carattere sindacale. Siamo abituati a confrontarci nelle sedi opportune. È quello che abbiamo fatto, è quello che continueremo a fare. Ripeto: nel sottoscrivere l'accordo siamo stati coerenti con il percorso di confronto intrapreso dal mese di marzo 2023 con la Giunta Rocca, percorso intrapreso anche con le altre organizzazioni sindacali.
Il nostro obiettivo resta quello di avanzare già dal mese di gennaio 2024, quando si aprirà il confronto sulla base delle risorse disponibili, proposte per trovare soluzioni percorribili e sostenibili per la riduzione della pressione fiscale per lavoratori e pensionati del Lazio. Abbiamo apprezzato il metodo di chiarezza e di confronto sviluppato con la Regione Lazio in questi mesi, anche alla luce di condizioni economiche in cui vivono molte famiglie nei territori del Lazio e nella Capitale. La priorità rimane la riduzione dell'addizionale regionale Irpef per i redditi più bassi e via, via salendo.
E determinati obiettivi si raggiungono stando ai tavoli per confrontarsi. Magari aspramente, ma con la determinazione di chi ha l'onere e l'onore di rappresentare i lavoratori ed i pensionati ed i numeri ci danno ragione. Mai come in questa fase deve prevalere il senso di responsabilità. Protestare per protestare non produce risultati servono idee e proposte e su questo siamo abituati a confrontarci. Le coordinate sono queste».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione