Spazio satira
L'analisi
08.10.2023 - 14:00
Massimiliano Tagliaferri, Riccardo Mastrangeli e Adriano Piacentini
In questo momento predominano le indiscrezioni, i boatos, le strategie a tavolino. Poi bisognerà vedere quali saranno le iniziative che verranno adottate realmente. Inoltre, nonostante tutto ciò che è successo e sta accadendo, la sensazione è che comunque un filo di dialogo sia rimasto.
L'incontro di venerdì
Venerdì sera era in programma la prima delle due serate dello Street Food. Impossibile non notare a Corso della Repubblica il sindaco Riccardo Mastrangeli. Con lui il parlamentare e coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani (peraltro suo predecessore), il vicesindaco Antonio Scaccia, la consigliera Francesca Chiappini e l'assessore Rossella Testa. Poi si è aggiunto pure l'assessore Angelo Retrosi. Inevitabilmente avranno discusso della situazione politica del Comune di Frosinone. Inoltre sembra che ci sia stato un lungo faccia a faccia tra Nicola Ottaviani e Riccardo Mastrangeli. Da soli. Impossibile sapere cosa si siano realmente detti, ma probabilmente lo capiremo a stretto giro di posta.
Le due ipotesi sul tavolo
In queste ore i telefonini dei protagonisti sono bollenti. Ma soltanto domani si faranno delle valutazioni. Gli episodi da tenere in considerazione sono due. Intanto le astensioni sul bilancio consolidato. Sono state due: il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri e Mauro Vicano. Quest'ultimo ha motivato la decisione con il fatto che in passato ha ricoperto il ruolo di presidente della Saf. Siccome nel documento contabile c'era un capitolo riguardante alcuni rapporti tra Comune e Società Ambiente Frosinone, gli sembrava giusto astenersi. Poi c'è la questione della mozione di fiducia al sindaco. C'è scritto nel documento: «I consiglieri e gli assessori della città di Frosinone, con il presente documento, ribadiscono e confermano la propria assoluta fiducia nei confronti del sindaco Riccardo Mastrangeli, in ottemperanza del mandato espresso dagli elettori e del programma elettorale condiviso da portare a termine per tutto il periodo della consiliatura». Mancano quattro firme. Il presidente dell'aula Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) non è stato invitato alla verifica di maggioranza di giovedì. Gli altri tre sono: Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega). In diversi nella maggioranza di centrodestra chiedono a Mastrangeli di procedere con la revoca delle deleghe ai consiglieri che non hanno firmato la fiducia. Vale a dire Anselmo Pizzutelli (sviluppo urbanistico, nuove infrastrutture, decoro e manutenzione della già Circoscrizione Scalo) e Giovanni Bortone (rapporti con le Università e rapporti con la Regione Lazio). Un'idea è quella di dividere le varie deleghe coinvolgendo Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Lista per Frosinone. Certo è che a questo punto anche i tempi diventano fondamentali. Nel senso che a procedere con la revoca delle deleghe dovrà essere il sindaco Riccardo Mastrangeli. Il pressing sul sindaco affinché decida tra lunedì e martedì è fortissimo. Ma bisognerà vedere e capire. Questa è la prospettiva dei "falchi". Poi ci sono le "colombe", che si stanno muovendo con cautela e senza dare nell'occhio. Per provare a recuperare una situazione difficilissima. Quasi da "mission impossible". Quasi, appunto.
La presidenza del consiglio
La questione del presidente del consiglio appartiene ad un livello diverso. Anche in questo caso c'è chi vorrebbe che si procedesse con una mozione di sfiducia nei confronti di Massimiliano Tagliaferri. Gli elementi da considerare sono diversi. Intanto i numeri: ci sarebbero i voti necessari per approvare una delibera del genere? Per nulla scontato. Anzi, decisamente complicato. C'è poi da tenere presente che esiste una vasta gamma di giurisprudenza, soprattutto della Cassazione. Sfiduciare il presidente di un consiglio comunale non è affatto semplice. Si tratta di una figura che ha altresì un forte profilo istituzionale. Vero che Massimiliano Tagliaferri è espressione della maggioranza, ma ha un ruolo che non può essere gestito in una logica di appartenenza politica o partitica. Quindi c'è un ragionamento di tipo globale: il centrodestra ha vinto le ultime tre tornate elettorali e governa il capoluogo ininterrottamente da più di undici anni. Massimiliano Tagliaferri fa parte del nucleo storico che ha sostenuto prima Nicola Ottaviani e poi Riccardo Mastrangeli. Significa che nel centrodestra devono essere tutti consapevoli che un'iniziativa del genere rappresenterebbe un punto di non ritorno. Sul tavolo naturalmente c'è anche questo. Il sindaco Mastrangeli, infatti, sta ragionando su tutti gli elementi del "puzzle", con una grande attenzione alle sfaccettature e ai dettagli.
I segnali della crisi
Nei mesi scorsi le avvisaglie di malumori profondi c'erano state. Intanto l'uscita dall'aula dei consiglieri Pasquale Cirillo, Anselmo Pizzutelli, Maurizio Scaccia e Giovanni Bortone prima della votazione di una delibera importante. Quindi le divergenze di opinione sul Piano urbano della mobilità sostenibile. In particolare le piste ciclabili e il percorso del Brt. Ma pure il futuro assetto di piazzale Kambo nell'ambito della riqualificazione dello Scalo. Inoltre non sono mai mancate polemiche al vetriolo in ogni riunione della maggioranza. Così come sullo sfondo c'è sempre stata l'ipotesi di un rimpasto di giunta. L'elemento che pesa maggiormente però è il tasso di conflittualità all'interno della coalizione di centrodestra. Un tasso di conflittualità che riguarda più i singoli che i gruppi consiliari. E il problema è proprio questo. Siamo arrivati però al momento decisivo. Lo sanno tutti.
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