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Addio a Silvio Berlusconi

L'incubo della diaspora. Forza Italia nel guado

Il futuro del partito è un rebus: nessun erede e correnti agguerrite. Claudio Fazzone: «L'unità dipende da noi. Al timone resti Antonio Tajani»

silvio berlusconi giacomo cestra

Silvio Berlusconi in una delle tante manifestazioni alle quali ha preso parte in Ciociaria FOTO GIACOMO CESTRA

Silvio Berlusconi ha costruito Forza Italia a sua immagine e somiglianza. È proprio per questo che adesso la successione politica è così difficile. Complessa e neppure scontata nell'esito. I venti della diaspora soffiano forte, inutile nascondersi dietro un dito: non c'è mai stato un erede designato o un "delfino". Inoltre negli ultimi tempi le tensioni tra le diverse "anime" del partito sono perfino aumentate. Difficile contenerle senza Silvio Berlusconi. C'è chi ipotizza una confluenza in Fratelli d'Italia, chi invece vede possibili adesioni alla Lega. E con un Terzo Polo ormai in disarmo, le manovre di Matteo Renzi e Carlo Calenda appaiono depotenziate sul nascere. Si può provare sui singoli, ma è poca cosa. Specialmente in prospettiva.
I funerali
Le esequie di Silvio Berlusconi si terranno oggi nel Duomo di Milano. Saranno funerali di Stato. Una possibilità prevista dalla legge per tutti gli ex capi di governo, ma che nella storia italiana è stata scelta solo in due altre occasioni. Inoltre, per iniziativa del Governo Meloni, sarà anche giorno di lutto nazionale, mai istituito prima per nessun presidente del consiglio. Alle ore 15 nel Duomo di Milano l'arcivescovo Mario Delpini celebrerà il rito funebre religioso. Oltre ai familiari e agli amici più stretti, ci saranno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e trentadue esponenti del Governo. La politica italiana si ferma per sette giorni. La Camera e il Senato osserveranno infatti una settimana di lutto per la morte dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per sette giorni non ci saranno voti parlamentari, i partiti hanno rinviato le riunioni. Non sono mancate le polemiche naturalmente. Rosy Bindi, ex ministra ed esponente del Pd, ha definito inopportuna la scelta di proclamare una giornata di lutto nazionale.
Ieri c'è stata anche la lettera di Pier Silvio Berlusconi a tutti i collaboratori Mediaset. Ha scritto fra l'altro: «Non ci sono parole per descrivere la mia emozione ogni volta che mi diceva "sono orgoglioso di te e di quello che fai". E io ho sempre saputo benissimo che si rivolgeva a tutti noi: io da solo non avrei potuto fare nulla. Nulla. È stato un uomo che ha dato tanto, tantissimo. Che ha creato tantissimo. E ha sempre considerato la nostra azienda come una sua amatissima creatura. Il mio papà, il nostro fondatore, vi ha sempre amato tutti, uno per uno. E adesso il nostro dovere è seguire la sua impronta indelebile, lavorare, lavorare, lavorare. Con entusiasmo e rispetto. Oggi dobbiamo guardare avanti e impegnarci ancora di più, sempre di più. Dobbiamo costruire un Gruppo ancora più forte e ancora più vivo. Lo dobbiamo fare per Mediaset. Lo dobbiamo fare per tutti noi. Ma soprattutto lo vogliamo fare per lui. Vi abbraccio forte. Siete nel mio cuore.
E sarete per sempre nel suo cuore».
La posizione di Fazzone
Difficile ipotizzare quello che può succedere adesso in Forza Italia. Il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale degli "azzurri" nel Lazio, dice: «In queste ore ho letto illazioni e ricostruzioni che fanno parte del gioco della politica. Ma io dico una cosa chiara e precisa: l'unità e il futuro di Forza Italia dipendono da noi. Soltanto da noi. Non dobbiamo mai dimenticare il più grande insegnamento di Silvio Berlusconi: Forza Italia era e resta strategica nel centrodestra. Noi siamo l'anima centrista e moderata, saldamente ancorata ai valori e alle posizioni del Partito Popolare Europeo. Vero che le percentuali non sono quelle di un tempo, ma in ogni caso il profilo riformista e liberale è nostro. Può anche esserci una dialettica forte, ma non dobbiamo disperdere un patrimonio politico eccezionale». Aggiunge Claudio Fazzone: «La stessa impostazione deve valere per i territori del Basso Lazio. Ho frequentato Silvio Berlusconi, incontrandolo tante volte. E posso assicurare che è sempre stato orgoglioso dei risultati che il partito ha ottenuto in provincia di Frosinone e in provincia di Latina. Sempre. Una considerazione va fatta senza nascondersi: la percentuale di Forza Italia è diminuita anche perché tante persone che avevano avuto tutto dal partito hanno preferito andare via alla prima difficoltà. Aderendo ad altre forze politiche. È successo pure questo negli ultimi anni e dobbiamo ricordarlo. Singolare che chi ha preferito altri lidi adesso sottolinei il ruolo storico di Silvio Berlusconi. Ma ci siamo abituati». Il prossimo anno ci sono sia le europee che le comunali: come ci arriverà Forza Italia? Risponde Fazzone: «Le comunali sono elezioni anomale, che spesso sfuggono a qualunque tipo di previsione. Le europee invece saranno un test importante e decisivo per i partiti. Si vota con il proporzionale: la classe dirigente del nostro partito sarà messa alla prova. A chi spetta guidare Forza Italia in questa fase? Ad Antonio Tajani, non c'è alcun dubbio. Come ha fatto e come sta facendo. Poi naturalmente ci sono gli organismi dirigenti che dovranno prendere le loro decisioni. Una cabina di regia? Va bene tutto, ma al timone deve rimanere Antonio Tajani».
Le fibrillazioni
Ieri, alla vigilia dei funerali di Berlusconi, il comitato di presidenza di Forza Italia ha ratificato alcune designazioni fatte nelle scorse settimane. La minoranza interna pensava ad un congelamento, ma il coordinatore Antonio Tajani ha ritenuto di procedere nel solco delle continuità. Segnali che sembrano premiare l'area di Marta Fascina. Ma è presto per capire cosa può succedere. Di certo i malumori non mancano, per esempio di Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo. Da definire pure metodi e percorso, in un partito dove i congressi non si celebrano da tempo. In provincia di Frosinone la linea è quella di Claudio Fazzone. Con i subcommissari Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli posizionati con il coordinatore regionale. La Ciociaria è stata per anni il fortino di Antonio Tajani. L'asse di quest'ultimo con Fazzone può fare la differenza? Da queste parti sicuramente. Sul piano nazionale invece la situazione è apertissima. E insondabile.

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