Cerca

Il focus

Iconografia cromatica di storie antiche

Giulia Mangoni presenta a Roma “La strega si trasforma persino in vento”. La mostra rimarrà visitabile fino al prossimo 25 febbraio

Iconografia cromatica di storie antiche

Il tentativo complessivo è quello di creare lavori che rispondono alla frammentazione e molteplicità della vita ma che mantengono allo stesso tempo una sensazione di singolarità

Una nuova produzione di opere con cui l'artista ciociara Giulia Mangoni, indaga il folclore della Ciociaria, tra creature fantastiche, tradizioni orali e immaginario archivistico. L'artista interamente di marca ciociara, cresciuta tra Italia e Brasile, ha partecipato a mostre a livello nazionale ed internazionale, propone ora "La strega si trasforma persino in vento" negli spazi di Operativa Arte Contemporanea a Roma.

L'arte potente e collettiva di Giulia Mangoni costruisce un universo di mitologie personali che oscillano tra grottesco e fantastico. L'artista, ci fornisce un bestiario immaginario come strumento per l'esplorazione di mistici mondi paralleli e narrazioni misteriose e simboliche. "La strega si trasforma persino in vento", attraverso una produzione di opere con cui l'artista ha indagato il folclore ciociaro tra creature fantastiche, tradizioni orali e immaginario archivistico. La Mangoni, tornata a vivere in Ciociaria con il suo compagno dopo un periodo all'estero, ha iniziato una ricerca sugli aspetti della cultura locale e folklorica, ricevendo libri e documenti, creato un suo archivio, ha iniziato ad approfondire l'argomento, sull'idea della strega.

Questa mostra, è un insieme di "traduzioni" dell'idea della strega, quella definita in dialetto ciociaro la "ianara", vere interpretazioni personali di storie che non hanno ancora una figura, ma che gli sono state raccontate sia nell'infanzia che nel contemporaneo. Attingendo a riferimenti antichi e coniugando le storie orali con la memoria collettiva e l'archivio, l'artista sovverte i confini tra finzione e realtà, evocando un mondo naturale ricco di fenomeni magici e forze fantasmatiche che coesistono con il quotidiano. Attuando, una reinterpretazione di antichi miti del meraviglioso, la figura-archetipo della strega, in particolare, assume un ruolo cruciale.

Rappresentata come un essere ibrido e sfaccettato, figura umana evanescente, la strega diventa il simbolo di un immaginario onirico in grado di reinventarsi attraverso la trasformazione e l'immaginazione. La Mangoni definisce spesso i suoi lavori come talismani, attribuendogli un potere magico in grado di innescare delle azioni e conseguenze, assumendo così una funzione sociale. La sua ricerca ruota attorno al tema della memoria e dell'identità, anche attraverso la loro decostruzione, lavori che reinterpretano storie archetipe e aprono squarci sulla narrazione di vita dell'artista. Ogni diversa opera che prende vita è un nuovo capitolo che si intreccia, come dei ricordi, con i precedenti e i futuri.

Il tentativo complessivo è quello di creare lavori che rispondono alla frammentazione e molteplicità della vita ma che mantengono allo stesso tempo una sensazione di singolarità. L'insieme di antiche storie popolari locali trovano all'interno dei lavori, dando vita a un racconto corale popolato da figure marginalizzate sotto le sembianze di fantasmi, animali incantati, gnomi e lupi mannari radunati in dipinti che ne enfatizzano i temi fantastici, rivelando così una straordinaria fedeltà all'assurdo. La mostra a cura di Beatrice Benella allestita negli spazi di Operativa Arte Contemporanea Via del Consolato, 10 – Roma, è stata inaugurata oggi e resterà aperta fino al 25 febbraio 2024.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione