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Sanità

«La prevenzione è l'arma più potente»

L’importanza degli screening, le campagne e il ruolo dei volontari. Parla Elena Di Nicuolo, presidente provinciale della Lilt

«La prevenzione è l'arma più potente»

La prevenzione oncologica è un tema centrale per la sanità pubblica e un impegno quotidiano per la Lega italiana per la lotta contro i tumori. Per approfondire il ruolo della prevenzione, le attività svolte dall’associazione sul territorio e le iniziative dedicate ai cittadini, abbiamo intervistato Elena Di Nicuolo, presidente della Lilt provinciale di Frosinone.

Presidente, cosa vuol dire prevenzione per la Lilt?

«La prevenzione è il concetto fondamentale sul quale lavoriamo quotidianamente perché, se non l’unico, è lo strumento più potente che abbiamo per ridurre l’incidenza dei tumori. In Italia nel 2023 ci sono stati quasi quattrocento nuovi casi di malattie oncologiche e una delle armi in nostro possesso è proprio la possibilità di intervenire attraverso la prevenzione».

Come?

«Attraverso la prevenzione primaria, cioè intervenendo su un corretto stile di vita, per esempio riducendo il consumo di alcol e fumo, la prevenzione secondaria, che con la Lilt promuoviamo attraverso campagne di screening in oltre cento province italiane, e terziaria, nei casi di affiancamento a chi ha già avuto un primo contatto con la malattia. Ma ci teniamo a ribadire con forza la necessità anche solo di parlare di prevenzione».

Come nasce la Lilt e qual è la storia della sede provinciale di Frosinone?

«La Lilt è nata nel 1922 come ente pubblico. È l’unico ente pubblico italiano con il patrocinio del ministero della Salute. Questo significa che la Lega risponde a una serie di standard previsti dalla legge. Si è sempre occupata sostanzialmente di prevenzione, su tutti e tre i livelli di prevenzione. A Frosinone la Lilt c’è dal 2001, festeggeremo 25 anni nel 2026. Io sono presidente dal 2022 e per questo devo ringraziare il dottor Norberto Venturi che è membro del Consiglio nazionale della Lega italiana lotta ai tumori, tutti i volontari che ogni giorno si impegnano, che dedicano il loro tempo alla prevenzione e a diffondere le buone pratiche, e il segretario dell’associazione di Frosinone Genesio Savona che è sempre presente sul territorio».

Cosa fa la Lilt in provincia?

«A Frosinone abbiamo una sede fissa che è nell’ex ospedale di via Mazzini, al terzo piano, dove ci sono degli ambulatori che fanno screening senologici, dermatologici e di altro tipo. Cerchiamo anche di essere presenti sul tutto il territorio promuovendo direttamente iniziative o affiancandoci alle istituzioni. Siamo presenti anche nelle scuole con un progetto a livello nazionale di prevenzione di primo grado, “Guadagnare salute”. Tra le iniziative di quest’anno, abbiamo realizzato un progetto con l’istituto alberghiero di Ceccano con un pranzo preparato dagli studenti, in un’ottica di sana alimentazione in base a quanto proposto dai nostri volontari. Partecipiamo, poi, sia alle campagne nazionali, come l’Ottobre Rosa. Questa è una delle iniziative più conosciute e il simbolo della Lilt è proprio un nastro rosa perché, per così dire, l’associazione è nata al femminile, per la prevenzione del tumore alla mammella. Ci muoviamo anche attraverso le istituzioni, le associazioni sportive per portare avanti in modo capillare sul territorio il nostro progetto, stando vicino alle persone far conoscere la necessità di fare prevenzione».

Ha accennato all’alimentazione, quali sono i principi fondamentali da seguire per uno stile di vita sano?

«Il concetto che cerchiamo di diffondere è che non c’è un cibo giusto e uno sbagliato. Tutto ciò che è naturale tendenzialmente va bene, mentre i prodotti confezionati, quelli “in busta”, non dovrebbero essere considerati veri alimenti e vanno consumati con molta moderazione».

Gli studenti, come per esempio quelli dell’istituto alberghiero, come reagiscono ai progetti di prevenzione?

«Con sorpresa posso dire che i ragazzi sono molto sensibili alla prevenzione primaria. Gli studenti dell’alberghiero, in particolare, si sono impegnati a mettere in pratica quanto appreso durante gli incontri, anche attraverso la preparazione di un pranzo basato su una sana alimentazione. È stato un progetto molto partecipato e apprezzato».

Come raggiungete i cittadini dei diversi comuni?

«Abbiamo volontari in molti comuni della provincia, anche se raggiungerli tutti e 91 non è semplice. I volontari sono fondamentali: medici, psicologi e persone comuni che ci accompagnano nelle attività e negli eventi. Senza di loro non sarebbe possibile portare avanti la cultura della prevenzione in modo capillare».

Per quanto riguarda gli screening, qual è la risposta del territorio?

«La situazione in Italia è a macchia di leopardo. I dati variano da zona a zona e purtroppo nel Lazio le percentuali sono ancora sotto la media nazionale. Per questo collaboriamo strettamente con l’Asl attraverso un protocollo d’intesa. Cerchiamo, dunque, anche noi di promuovere gli screening gratuiti già previsti dall’Asl e, oltre questi, nel nostro ambulatorio che è aperto dal lunedì al venerdì sia la mattina che il pomeriggio grazie al sostegno e all’aiuto dei medici volontari, offriamo la possibilità di sottoporsi a una serie di visite per la prevenzione secondaria delle principali forme di tumore, con l’obiettivo di rafforzare la diagnosi precoce e ridurre il tasso di mortalità».

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