I dati
14.10.2025 - 13:00
Le province di Frosinone e Latina sono tra quelle in cui la percentuale delle persone indebitate è più alta. Nella classifica elaborata dal Sole 24 Ore, su dati Crif e Istat, infatti, la provincia pontina è all’ottavo posto e quella di Frosinone al ventiduesimo, su centosette.
In Ciociaria il 65,7% della popolazione ha crediti attivi, tra mutui, prestiti personali e prestiti finalizzati, con un debito medio residuo di 20.224 euro.
Per estinguerlo, considerando il rapporto con la retribuzione annua lorda dei lavoratori dipendenti, alle famiglie della provincia di Frosinone servono 12,9 mensilità di stipendio.
Il Sole 24 Ore, inoltre, pesando i valori di indebitamento in base alla quota di popolazione con crediti attivi di ciascun territorio, fornisce il valore percentuale tra debito maturato e stipendio annuo. In provincia di Frosinone è al 65,3%.
In provincia di Latina, invece, la popolazione con crediti attivi è pari al 69,5%, con un debito medio residuo di 26.168 euro, per estinguere il quale alle famiglie pontine servono 17,6 mensilità di stipendio. Il rapporto tra debito maturato e stipendio annuo della provincia di Latina arriva al 94%.
Per quanto riguarda le altre province del Lazio, Roma precede Latina, piazzandosi al settimo posto, Viterbo è in ventitreesima posizione e Rieti è quarantacinquesima.
In provincia di Roma ad avere crediti attivi è il 70,2% della popolazione, con 42.455 euro di debito medio residuo, 21,8 mensilità necessarie per l’estinzione e il rapporto tra debito e stipendio al 117,8%.
A Viterbo, invece, la popolazione con crediti attivi è pari al 65,1%, il debito medio è di 27.325 euro, le mensilità necessarie per azzerarlo 20 e la il rapporto tra debito e stipendio è al 100,3%.
A Rieti, infine, il 61,5% della popolazione ha almeno un mutuo, un prestito personale o un prestito finalizzato, per un debito medio di 25.248 euro, 16,5 mensilità di stipendio necessarie per estinguerlo e il rapporto tra debito maturato e stipendio annuo al 77,9%.
Lo scenario
Ad aprire la classifica del Sole 24 Ore sulla geografia delle province più indebitate c’è Livorno, dove il 76,9% della popolazione ha crediti attivi. Al secondo posto c’è Massa, con il 73,8%, seguita da Cagliari (72,8%), Lodi (71,6%) e La Spezia (71,1). Occupano invece gli ultimi cinque posti della graduatoria, con le percentuali di indebitamento più basse, la provincia di Benevento, con il 47,3% della popolazione con crediti attivi, Belluno (46,4%), Sondrio (39,6), Trento (36,6%) e Bolzano (28,3%).
In Italia un consumatore tipo avrebbe bisogno in media 17,4 mensilità di stipendio per azzerare il debito residuo. Guardando al dato nazionale, la popolazione con crediti attivi tra mutui, prestiti personali e prestiti finalizzati è il 59,6%, il debito medio maturato è di 31.637 euro e il rapporto tra debito e stipendio annuo è al 79,8%.
Dalla mappa del credito tracciata dal quotidiano di economia e finanza emerge un Paese che viaggia a diverse velocità, con province, come quella di Rimini, in cui servono quasi trenta mensilità per estinguere mutui e prestiti o come Prato e Grosseto, dove gli stipendi necessari per azzerare il debito sono 27, e province, tra cui Frosinone, dove, come Biella, ne bastano meno di 13.
A incidere sulla disomogeneità dei dati sull’indebitamento, tra l’altro, la diffusione dei mutui e la differenza dei prezzi delle case nele diverse zone d’Italia.
Come rileva il Sole 24 Ore, infatti, l’esposizione media residua è più elevata nei territori in cui i mutui sono maggiormente diffusi o i prezzi delle case sono più alti. In Trentino Alto Adige, per esempio, il debito medio è di 49.226 euro e in Lombardia si attesta a 40.294 euro, mentre in Calabria è di appena 19.292 euro in virtù di prezzi delle case inferiori e di un peso dei mutui più basso della media. Situazioni analoghe si rilevano in Sicilia e in Molise, dove il debito medio arriva a 22.000 euro.
Altri fattori da considerare per spiegare le differenze territoriali, poi, sono la diversa propensione a fare ricorso al credito, le differenti capacità di reddito, la tendenza in alcune aree ad aumentare la permanenza nella casa della famiglia di provenienza, la diversa capacità si sostegno economico da parte della famiglia e il diverso grado di ripresa economica dei territori.
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