Frosinone
05.08.2025 - 10:00
Largo Turriziani pieno di persone durante uno dei tanti eventi estivi
In archivio il secondo weekend da quando è in vigore l’ordinanza sindacale che regola la diffusione della musica e la somministrazione delle bevande. Proseguono le proteste, come i controlli di carabinieri e polizia locale. Controlli che hanno interessato oltre che il centro storico via Aldo Moro. Al momento, a differenza della passata settimana, non sono state rilevate irregolarità, ma solo alcune questioni amministrative meritevoli di approfondimento.
Tuttavia, la situazione resta esplosiva, soprattutto nella parte alta dove si concentra la quasi totalità degli eventi, come evidenziano i residenti. Questi ultimi continuano a lamentarsi dei rumori e chiedono l’installazione di fonometri per quantificarli. Inoltre, a seguito degli esposti presentati in procura, chiedono che chi di dovere faccia le indagini per verificare il rispetto della legalità. Dal canto loro, protestano anche i titolari degli esercenti che considerano troppo restrittiva l’ordinanza voluta dal Comune.
Venerdì sera, intanto, si è svolto un servizio di controllo coordinato tra carabinieri della compagnia di Frosinone e polizia locale. Tra gli obiettivi il rispetto della norma che vieta la vendita di alcol ai minorenni (l’altra settimana c’erano state due sanzioni), delle occupazioni di suolo pubblico e dei limiti per le emissioni sonore. I controlli proseguiranno. «Chiediamo una cosa sola: vogliamo vivere in pace. E chiediamo che sia rispettata la nostra libertà», lamenta uno di loro. L’elenco delle doglianze è lungo. La prima riguarda il luogo delle manifestazioni: «In due mesi si sono fermati solo per il lutto cittadino». Sotto accusa finisce così il sindaco Riccardo Mastrangeli: «Il Comune è artefice di questa cosa se le manifestazioni, tutte bellissime, si fanno tutte a largo Turriziani. Non ci aspettiamo niente dal sindaco. Ma non è proprietario della nostra vita e non regola lui i nostri orari». Gli stessi residenti sono consapevoli del rischio di portare avanti una battaglia - soprattutto in certe fasce della popolazione - impopolare: «Se facciamo un referendum vince la movida 100 a 1. Non siamo bacchettoni, chiediamo solo di verificare ciò che accade e di salvaguardare la nostra vita. Ci siamo rivolti al sindaco, al prefetto, alla procura della Repubblica. Mettiamo i fonometri, che poi erano nel programma di Fratelli d’Italia, e poi parla la legge».
Chi ha potuto, ha già fatto le valigie: «C’è chi ormai non dorme più a casa. E non tutti hanno la possibilità di mettere i doppi vetri. Tante volte abbiamo invitato il sindaco Mastrangeli nelle nostre case per verificare di persona come viviamo, ma non è mai venuto. Così però muore il centro storico. Chi vorrà venire a vivere qui?». Si arriva a sbandierare un’ordinanza della Corte di Cassazione su una controversia per il rumore avvertito dai residenti per eventi musicali e culturali organizzati dal Comune di Albissola Marina in piazza. Per la Cassazione, che nel 2024 ha rigettato il ricorso dell’ente, «i limiti posti dai singoli regolamenti... sono puramente indicativi in quanto anche immissioni che rientrino in quei limiti possono considerarsi intollerabili nella situazione concreta, posto che la tollerabilità è, per l’appunto, da valutarsi tenendo conto dei luoghi, degli orari e delle caratteristiche della zona e delle abitudine degli abitanti». Inoltre, «anche un ente pubblico è soggetto all’obbligo di non provocare immissioni rumorose» ed è «responsabile dei danni conseguenti alla lesione dei diritti soggettivi dei privati, cagionata da immissioni provenienti da aree pubbliche, potendo conseguentemente essere condannata al risarcimento del danno».
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