Frosinone
29.07.2025 - 13:00
Erano circa una trentina, prevalentemente del centro storico. Ma non solo. Locali, pub, pizzerie, negozi, cocktail bar. Si sono uniti per dire “no” all’ordinanza relativa alla movida. Un tema che nelle ultime settimane ha creato non pochi malumori. I commercianti di Frosinone non ci stanno e chiedono di revisionare i divieti, soprattutto una elasticità maggiore sugli orari limite di vendita di bevande alcoliche. Si sono riuniti ieri sera nei locali di “Caffetteria bar Ristorante De Matthaeis”. Un incontro andato avanti per ore. Per la maggior parte di loro un’ordinanza deve comunque esserci perché purtroppo non tutti adottano quelle norme (non scritte) di buon senso, come ad esempio non mettere musica troppo alta fino a tardi, oppure evitare di restare aperti e servire alcolici fino a notte inoltrata.
Il loro obiettivo quindi resta sempre lo stesso, ossia quello di mantenere la città di Frosinone “viva”. Dopo lunghe battaglie, anni in cui le strade erano vuote, di locali ce ne erano pochissimi e di eventi pubblici manco a parlarne. I commercianti sostengono che ora la popolazione finalmente è tornata a vivere il capoluogo, dopo anni di spopolamento verso altre mete più attrezzate «riteniamo folle un’ordinanza dedita a distruggere la vita sociale ed economica di tutta la città». Intanto le firme raccolte sulla piattaforma online charge.org sono arrivate a quota 340 e continueranno a salire. Come la raccolta firme su carta. Partita ieri e già ha ricevuto tante adesioni.
Poi c’è anche la posizione dei residenti del centro storico che più volte hanno chiesto un intervento da parte dell’Amministrazione, anche avviando una collaborazione con le forze dell’ordine. Ma adesso si sentono presi in giro. Parlano di «beffa, ci troviamo davanti ad un provvedimento addirittura peggiorativo, dove i locali possono stare aperti finché vogliono, senza limiti di orario», dicono dal comitato dei residenti annunciando che andranno avanti con le azioni legali. Nelle ultime settimane infatti c’erano stati esposti proprio per chiedere il rispetto delle regole e il diritto al riposo notturno.
Cosa prevede l’ordinanza
L’ordinanza è entrata in vigore sabato scorso e riguarda tutti i locali del capoluogo, dal centro storico alla parte bassa. Dopo soli tre giorni già è scoppiata la polemica. In primo luogo perché riguarda tutto il territorio nonostante le maggiori problematiche arrivassero dalla parte alta. Il documento, a firma del sindaco Riccardo Mastrangeli, prevede dallo scorso 26 luglio e fino al 26 agosto 2025, al fine di assicurare il soddisfacimento delle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, limitazioni temporanee alle attività di somministrazione e vendita di bevande alcoliche, nonché alle emissioni sonore musicali.
In particolare, per gli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, per gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio di alimenti e bevande e per le attività artigianali di alimenti e bevande, sono istituiti alcuni divieti e le seguenti limitazioni. Dalla domenica al giovedì: stop alla vendita (anche per asporto) e alla somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche alle ore 00.30, il termine per le emissioni sonore musicali alle ore 1.00. Venerdì e sabato: sospensione di vendita e somministrazione, anche per asporto, di bevande alcoliche e superalcoliche alle ore 1.00 e termine delle emissioni sonore musicali mezz’ora dopo, all’1.30. Il provvedimento, inoltre, non incide sull’orario di chiusura dei locali.
«L’amministrazione ha a cuore il benessere della propria comunità ed è impegnata a costruire una città sostenibile e armonica, in grado di coniugare crescita economica, inclusione sociale, vivibilità degli spazi pubblici e tutela della salute», aveva dichiarato il primo cittadino aggiungendo che «questo provvedimento vuole promuovere la serena convivenza e la libertà, per tutti, di vivere gli spazi comuni in sicurezza e tranquillità. Si tratta di un provvedimento per garantire il pieno diritto dei cittadini al riposo e alla sicurezza e venire incontro, nello stesso tempo, alle necessità degli operatori commerciali, impegnati quotidianamente a offrire servizi e accoglienza di qualità. Siamo accanto ai residenti, che chiedono rispetto e tranquillità, ma anche ai titolari degli esercizi commerciali e ai lavoratori del settore, che rappresentano un motore vitale della nostra città».
Ma i commercianti la vedono in un altro modo. Soprattutto dopo lo scorso weekend appena trascorso. Un primo bilancio che non si può definire tragico ma al tempo stesso neanche positivo. Ovviamente con le limitazioni sugli orari i locali iniziano a svuotarsi prima e il rischio è l’effetto spopolamento.
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