Cronaca
24.05.2025 - 13:00
L’ex comandante provinciale dei carabinieri di Frosinone Fabio Cagnazzo
Torna libero il colonnello Fabio Cagnazzo. L’ex comandante provinciale dei carabinieri di Frosinone, dopo sei mesi dall’arresto, ha ottenuto dal Riesame l’annullamento della misura di custodia nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco-pescatore di Pollica Angelo Vassallo, assassinato nella notte del 5 settembre 2010 da un killer mai identificato. Un primo risultato la difesa del colonnello, assistito dagli avvocati Ilaria Criscuolo e Giuliano Dominici, l’aveva ottenuto lo scorso aprile quando la Cassazione aveva annullato, con rinvio ad altro Riesame, l’ordinanza cautelare, dello scorso 7 novembre, del gip del tribunale di Salerno e la decisione del tribunale del Riesame, che a gennaio, aveva confermato le misure restrittive. Cagnazzo, all’epoca dei fatti comandante della compagnia di Castello di Cisterna, era detenuto dal 4 gennaio dopo aver trascorso il primo periodo in detenzione ospedaliera per ragioni di salute. Il nuovo pronunciamento del Riesame, sulla linea tracciata dalla Cassazione, ha annullato le misure cautelari nei confronti di quattro indagati: lo stesso ufficiale, l’imprenditore Giuseppe Cipriano, l’ex pentito Romolo Ridosso e l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi.
L’indagine era stata riaperta, inizialmente contro ignoti, puntando sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui quella di un detenuto a un suo compagno di cella. La posizione di Cagnazzo era stata archiviata per ben tre volte. La Corte di Cassazione ha ritenuto inutilizzabili le dichiarazioni di uno dei collaboratori di giustizia, acquisite prima che l’inchiesta fosse formalmente riaperta. Questi - hanno argomentato gli ermellini - andava nuovamente risentito dopo il provvedimento di riapertura delle indagini, «e, solo in questo caso, le sue dichiarazioni avrebbero potuto essere utilizzate». Dubbi anche sull’attendibilità di un altro soggetto, le cui dichiarazioni sono state ritenute credibili quando accusa gli altri e non quando si discolpa. Sull’impianto accusatorio pesano inoltre alcuni dubbi sul presunto depistaggio che sarebbe andato in atto subito dopo l’omicidio del sindaco, ucciso da novi colpi di pistola ad Acciaroli. Vassallo, secondo le accuse, era pronto a denunciare un traffico di droga, ma non arrivò mai all’appuntamento con i carabinieri.
Nel suo ricorso in Cassazione, Cagnazzo aveva sollevato «una serrata critica del provvedimento in relazione alla ritenuta dimostrata previa assicurazione da parte di Cagnazzo ai complici del futuro depistaggio». Secondo la Cassazione, «altro tema che merita di essere nuovamente valutato è quello della dimostrazione di un accordo preventivo relativo all’inquinamento delle indagini da parte di Cagnazzo: quali elementi sono indicativi del rafforzamento del proposito criminoso altrui mediante l’assicurazione del successivo depistaggio?». Tutti elementi che ora hanno portato il Riesame ad annullare le misure e a restituire la libertà all’ex comandante provinciale di Frosinone. L’udienza del Riesame si è celebrata giovedì. Anche la procura di Salerno aveva chiesto la revoca della misura per l’ufficiale.
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