Frosinone
10.05.2025 - 10:07
La sala slot rapinata
La cassiera della sala slot non riconosce la voce del rapinatore. E poi indica una statura superiore a quella dell’imputato.
La ricostruzione della procura è basata sugli accertamenti condotti dalla polizia, sulla videosorveglianza e sulle dichiarazione di un testimone che avevo visto uno dei rapinatori disfarsi dello scooter, lanciato nel rio che scorre nei pressi di via vado del Tufo. Lungo il percorso gli agenti avevano ritrovato anche indumenti e un casco integrale. Il ciclomotore, uno Scarabeo, era senza targa. Ma si era risalito lo stesso all’intestatario, che aveva dato il mezzo per venderlo.
Per chi indaga, Magale è considerato l’autore materiale del colpo e Muca, l’autista accompagnatore. Sono contestate le aggravanti dell’uso della pistola, del volto travisato dal caso e dell’aver approfittato della circostanza che, in quel momento, c’era un’unica dipendente, la madre di Muca. La difesa di Magale aveva chiesto di sentire la donna, ritenendo non sufficiente il video della rapina. La donna, davanti al gup Antonello Bracaglia Morante, ieri ha raccontato che il rapinatore era alto almeno venti centimetri più di Magale e di non averne riconosciuto la voce. Il rapinatore, infatti, per minacciarla le avrebbe rivolto la parola a più riprese. In più la stessa ha raccontato che la cassa veniva svuotata periodicamente dai responsabili e di non rivelato al figlio particolari attinenti al denaro raccolto con le scommesse dei clienti. Prossima udienza ad ottobre.
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